di Andrea Pellegrino
Il 2 maggio l’ultimo compleanno. Ma il regalo più grande e giusto non gli è mai arrivato. Ossia quella nomina a senatore a vita, timidamente avanzata più volte da vari esponenti politici ma mai presa in considerazione realmente. Eppure Marco Pannella è stato uno dei punti fondamentali della storia repubblicana di questo paese. Chissà quante leggi e quante battaglie non ci sarebbero state senza un Marco Pannella, senza i suoi scioperi della fame e della sete e senza il suo gruppo politico. Dire Pannella significa dire libertà. Quella vera e non le chiacchiere o i vari cinguettii dei vari politici che, a suon di slogan, ammaliano gli italiani. La storia, la vita, le battaglie intraprese fino all’ultimo respiro – semmai tra una sigaretta e l’altra – sono tangibili e visibili. Ma neppure quella processione di big, con in testa Matteo Renzi, è riuscita a far quell’ultimo regalo a Pannella. Che probabilmente più che a lui stesso sarebbe servito all’Italia intera, o a quella parte che oggi è insofferente verso questo tipo di politica. Difficile fare il conto delle sue proposte referendarie e complicato è raccontare le sue battaglie per la riforma del sistema e delle istituzioni giudiziarie. Un garantista vero che s’impegnò al fianco di Enzo Tortora nella sua tragica vicenda giudiziaria. Nel 1979 Pannella era riuscito a portare a Montecitorio Leonardo Sciascia, che vi sarebbe rimasto, come deputato radicale, fino al 1983. Ma poi la lotta per la legalizzazione delle droghe leggere, le campagne per la “giustizia giusta”, le candidature in Parlamento della pornostar anni ’80 Ilona Staller, dell’ex leader di Autonomia operaia Toni Negri, l’impegno a favore dell’eutanasia, le sue polemiche da non-violento contro i pacifisti, i continui appelli per l’amnistia e la critica per lo stato delle carceri. Ed ancora aborto e divorzio. Clamorosa la protesta messa in atto nel 1978, quando, insieme ai compagni di partito Bonino, Mellini e Spadaccia, si presentò negli studi Rai imbavagliato per partecipare (in silenzio) a una Tribuna sui referendum (legge Reale, aborto e finanziamento pubblico ai partiti) per protestare contro quella che a suo giudizio era la disinformazione della tv di Stato. Una vita controcorrente per dare un contributo importante per rendere migliore il nostro paese. Ed al di là delle sue idee, Marco Pannella oggi ha fatto inchinare davanti a sé anche gli avversari politici. Come un vero e grande politico. All’Italia mancheranno la sua intelligenza e la sua parola. Ciao Marco, grazie di tutto.