Di Adriano Falanga
Progetti Obiettivo 2008, chiuse le indagini, si va in giudizio. Udienza fissata al 20 aprile 2017. Entro il 31 marzo 2017 gli indagati possono depositare le loro controdeduzioni. La Corte dei Conti contesta una illegittima erogazione dei contributi finalizzati al raggiungimento di obiettivi e chiede la restituzione di circa 488 mila euro, e li rivuole indietro dalla Giunta dell’epoca, oltre che dai diversi dirigenti che ne hanno beneficiato per il personale da loro diretto. Sono 19 gli indagati, già messi in mora nel 2014, tra cui il sindaco Pasquale Aliberti, gli ex assessori Giacinto Grandito, Filippo Sansone, Mario Santocchio, Guglielmo D’Aniello, Stefano Cirillo, Cristoforo Salvati. Nonché la segretaria Immacolata Di Saia e i dirigenti Laura Aiello, Carmine Arpaia (ex comandante Polizia Municipale) Anna Sorrentino, Emilio Gallo, Maddalena Di Somma, Vittorio Minneci, Antonio Ariano, Nicola Fienga e il collegio dei Revisori Dei Conti dell’epoca. La vicenda viene fuori dall’indagine e dal relativo sequestro di documenti delle annualità 2008-2009 e 2010 effettuato dalla Guardia di Finanza della compagnia di Scafati a Palazzo Meyer. Per l’anno 2009 l’udienza è stata già fissata presso la Procura Generale della Corte dei Conti di Napoli, il 22 novembre 2016. Chiamati in giudizio il sindaco Pasquale Aliberti, gli allora assessori Giacinto Grandito, Guglielmo D’Aniello, Stefano Cirillo, Cristoforo Salvati, Pasquale Coppola e Mario Santocchio, oltre a quasi tutti i dirigenti comunali. Il danno contestato è di oltre 600 milia euro. Le indagini avrebbero accertato “un utilizzo improprio della norma che, pur condizionata nella sua applicazione da presupposti particolarmente stringenti, si è trasformata in un comodo strumento che ha consentito un aumento incontrollato e illegittimo dei fondi e dunque della spesa di personale”. Durante l’audizione alla Guardia di Finanza, la segretaria Immacolata di Saia dichiarava di aver “avvisato” la Giunta di procedura anomala, una circostanza smentita dagli interessati, che ha acceso un’ulteriore polemica. “Non ho mai sentito parlare di anomalie – ribadiva a gennaio scorso Stefano Cirillo – Resta la rabbia e la delusione perché da tutto questo non hanno beneficiato le nostre tasche, ma quelle dei dipendenti su giusta pressione dei sindacati come incentivo alla produzione e al raggiungimento degli obiettivi”. Obiettivi mai raggiunti e fondi elargiti invece “per mantenere una gestione clientelare senza alcun vantaggio per l’ente” la contestazione della Corte dei Conti.