CASTEL SAN GIORGO. A meno di 24 ore dal termine ultimo, l’enigma resta irrisolto: il sindaco Pasquale Sammartino (nella foto) ritirerà le dimissioni? Tante le voci in paese e tutte, ovviamente, discordanti. Nella prima mattinata di ieri, nel circolo dei più informati, aveva tenuto banco la notizia, data per certa, dell’incontro tra il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, i consiglieri Fiorenzo Lanzara, Aniello Gioiella, Massimo Barba e il sindaco Sammartino per sancire l’accordo della ritrovata maggioranza. La notizia era ovviamente falsa, chi l’aveva messa in giro non aveva considerato che proprio Barba, il leader di Fdi a Castel San Giorgio, era allettato da tre giorni con la febbre a 40 gradi centigradi. Ed infatti, alcune ore dopo, invece, sulla casa comunale il sindaco, a porte chiuse, ha comunicato, a pochi intimi, la sua ferma intenzione di non voler ritirare le dimissioni e dare per terminata l’esperienza amministrativa sentendosi “ormai privo di una maggioranza”.
Evidentemente, l’ipotesi di accordo raggiunto nella riunione di maggioranza di sabato scorso, alla quale avevano partecipato il vicesindaco Vincenzo Lamberti, gli assessori Aniello Capuano, Maria Sica, Carmelina Alfieri e i consiglieri Gioiella e Lanzara, ha ricevuto il “niet” dell’uomo forte del Pd, Andrea Donato, rigido osservante della dottrina “asso piglia tutto”, e contrario a concedere una qualsiasi riorganizzazione della Giunta e dei settori del Comune a scapito delle posizioni del suo partito, nettamente sproporzionate al peso in consiglio comunale. Durante il pomeriggio, si sono tenuti ulteriori incontri di cortesia per cercare, all’ultima ora, di porre l’ennesimo rattoppo ai resti dell’amministrazione Sammartino, senza scalfire ovviamente il Pd.
Ieri sera, alle 20,30, è iniziato l’ennesimo incontro tra tutti i consiglieri comunali componenti della cosiddetta maggioranza, escluso Manuel Capuano, che si sono visti a casa di Fiorenzo Lanzara. Una manovra che sancirebbe la vittoria totale e senza prigionieri di Donato, qualora in extremis si riuscisse ad evitare il crollo dell’esperienza Sammartino. Del resto, come ha assicurato uno dei mediatori, probabilmente gli incontri andranno avanti tutta la notte e, nel caso migliore, riusciranno, come disse Orazio, “a far partorire alla montagna un topolino”. Il Pd, che proprio con la sua linea di “asso piglia tutto” ha sancito, sin dall’inizio, l’inesorabile agonia dell’amministrazione Sammartino, proprio per mettere le mani avanti, avrebbe già preparato e dato alle stampe un duro manifesto da affiggere nei prossimi giorni. Avrebbero detto i latini “excusatio non petita, accusatio manifesta”. Infatti in queste ore il gioco a rimpiattino è sulle responsabilità del commissariamento. Ma ai cittadini di San Giorgio appare chiaro che l’epilogo non è certo stato scritto nelle ultime ore ma parte da lontano e guarda al prossimo anno.
Tra tante voci, almeno, tra qualche ora, si avrà la possibilità di scoprire se le dimissioni di Sammartino sono state solo un bluff per piegare ulteriormente gli alleati o l’ennesima mossa del PD verso un’eutanasia programmata per riaprire il cammino a Donato, con la buona pace dei cittadini di Castel San Giorgio, della volontà popolare, degli elettori della lista Sammartino e del Bene Comune. E se “Parigi val bene una messa”…come diceva il sindaco che passerà alla storia per prendere ordini: “cari ragazzi che ve lo dico a fare”!
Gianfranco Pecoraro