Scafati Sviluppo, Mario Ametrano verso la (ri)nomina ad amministratore delegato. Giacomo Cacchione, dirifente e responsabile dell’anticorruzione a Palazzo Mayer, avrebbe trovato una soluzione per uscire dall’impasse in cui versa la Stu. Uno stallo registrato dopo che l’Anac di Raffaele Cantone ha revocato la nomina di Ametrano, perché non in linea con i dettami della legge in materia di inconferibilità e incompatibilità negli incarichi pubblici. Andiamo per ordine però. L’Autorità Nazionale Anticorruzione si riunisce il 10 dicembre 2015 ed emette la delibera 156. “Si ritiene ricorra certamente una situazione di inconferibilità, trattandosi della nomina quale amministratore delegato di una società in controllo pubblico, di un ex consigliere comunale” scrive l’Anac. Ciò constatato, Raffaele Cantone delibera che il Comune di Scafati deve contestare le rilevate cause di inconferibilità ai soggetti cui è stato conferito l’incarico, dichiarare la nullità della nomina ed irrogare la sanzione ex art. 18 del d.lgs. n. 39/2013”. Da allora si registra lo stallo alla Scafati Sviluppo, perché Cacchione piuttosto che dare seguito alla delibera, inizia una corrispondenza con l’Autorità per fornire e richiedere chiarimenti. Ciò è stato anche confermato da Pasquale Aliberti nel corso dell’ultimo consiglio comunale, incalzato da una interrogazione del Pd. Ma è anche Fratelli D’Italia, attraverso Mario Santocchio, che più volte ha chiesto al responsabile dell’anticorruzione di palazzo Mayer di attuare le disposizioni imposte dall’Anac. E indirettamente la soluzione al problema è stata fornita proprio dalle pressioni delle opposizioni. Scaduti i due anni dal suo ultimo mandato da consigliere comunale, Mario Ametrano supera i vincoli imposti dalla legge e può quindi essere nominato. In queste ore Cacchione starebbe inoltre dando seguito al decreto di revoca, portando a compimento quando imposto dalla delibera 156 di Cantone. Superato lo scoglio, l’ex consigliere comunale non rieletto nel 2013 con l’Udc dovrebbe riprendere il suo posto alla guida della Stu, già da oggi stesso, quando ci sarà l’assemblea dei soci. In questa sede infatti Aliberti, nella qualità di sindaco e unico socio, dovrebbe riconferire la nomina al suo fedelissimo.
Non solo, l’operazione potrebbe anche convincere Antonio Mariniello, presidente dimissionario, a ritirare le sue dimissioni. Il noto medico scafatese, esponente di spicco della vecchia Democrazia Cristiana e vicesindaco con Francesco Bottoni, ha sì trasmesso le sue dimissioni al primo cittadino, ma aveva anche deciso di confermarle nel corso dell’ultima assemblea che si terrà appunto domani mattina. Mariniello avrebbe ricevuto pressioni dalla maggioranza per restare al suo posto, nel momento in cui ci dovrebbero essere (il condizionale è d’obbligo) i trasferimenti di proprietà dei capannoni del lotto C, oramai terminati. Non solo, secondo lo stesso Aliberti entro il 30 Aprile l’impresa appaltatrice consegnerà alla Stu anche il lotto B. Con la vendita di questi ultimi edifici l’operazione Ex Copmes (stralcio di un progetto molto più articolato) dovrebbe vedere la fine. E da qui ripartire per il lotto A, e tutto ciò che non si è riusciti a realizzare secondo l’originale progetto della Giugiaro Architettura. Non solo Aliberti, ma anche la banca erogatrice del mutuo da 10 milioni di euro e gli stessi imprenditori avrebbero sollecitato Mariniello a restare. Vero motore del progetto Ex Copmes, Mariniello ha lasciato ufficialmente per motivi di lavoro legati alla sua attività di medico di base, ma il corridoio racconta di un professionista stanco di lavorare da solo. La Stu già versa in precarie condizioni, e come se non bastasse le indagini della Dia e l’interesse della Commissione d’acceso avrebbero esasperato le cose. Di contro, il cda si è ritrovato monco del suo amministratore delegato dopo la scure dell’Anac e pare che gli altri componenti abbiano mostrato scarsa partecipazione alle riunioni. Tra questi Emanuele De Vivo, che ha motivato la sua lunga assenza da impegni lavorativi, mentre Alfredo D’Ambruoso è comandante della Polizia Municipale. Il ritorno di Ametrano dovrebbe essere la soluzione per uscire dalla crisi, tanto, ha spiegato Aliberti in sede consiliare: “entro pochi mesi tutto sarà finito”.