“Questa sera a tuo padre non lo faccio ritirare”. Luca Gentile si rivolge alla fidanzata con tono perentorio venerdì pomeriggio. Gli anticipa la visita che, di certo, non sarebbe stata di cortesia. Eugenio Tuda De Marco, detto Gegè, continua a frapporsi tra la coppia. “Non vedrai più mia figlia se non avrai rapporti con me”. Quelle avances sessuali erano ormai diventate conditio sine qua non per incontrare la figlia Daniela. Per restare in intimità come qualsiasi giovane coppia desidera di fare. Luca, che pare avesse ricevuto proposte da “Gegè”, anche prima di conoscere la figlia (la coppia aveva appena festeggiato i due mesi di fidanzamento), ha intenzione di chiudere la questione. Una piccola lezione per convincere l’uomo a non fare altre richieste e, soprattutto, a non condizionare i più il rapporto con la figlia. Non voleva uccidere ma quanto meno spaventare De Marco. Così la sera, intorno alle 22,30, sale a casa del padre della fidanzata e dopo un primo scambio di battute pacate, accompagnate da una sigaretta, la situazione si fa incandescente. Gentile è convinto di non aver nessun problema a tenere a bada Gegè che, in preda ai fumi dell’alcol, reagisce e soprende il ventiduenne. Da qui la collutazione che si conclude con un esito che il giovane non aveva messo in conto: il decesso di Eugenio Tuda De Marco.
Il ruolo della fidanzata. Daniela Tuda De Marco, ricoverata al reparto psichiatria del Ruggi, sapeva delle minacce del fidanzato ma ai carabinieri, nell’interrogatorio reso nella notte tra il 20 ed il 21 febbraio, dirà “Di non aver fatto peso”. La giovane ha però visto il fidanzato il giorno dopo il delitto. Gentile va a lavorare regolarmente ed il pomeriggio incontra Daniela. Alcune persone, particolare da verificare, avrebbero segnalato la presenza della giovane nei pressi dell’abitazione del padre la mattina. Quando viene ritrovato il cadavere dell’uomo i due giovani fidanzati sono insieme. Luca viene colpito da una crisi epilettica e viene trasferito in ospedale. Poi l’interrogatorio della figlia di Gegè che avrebbe fornito particolari utili alla ricostruzione dell’omicidio.
Le esigenze cautelari. Dopo il lungo interrogatorio, durato tre ore, la posizione di Luca Gentile si è ulteriormente aggravata. Il giovane ha confessato di essersi recato a casa di De Marco per chiarire e dare una lezione all’uomo. Tutto ciò determina un’azione organizzata e quindi finalizzata ad intimorire De Marco. Tutto ciò si evince dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta anche per evitare che il ventiduenne, difeso dagli avvocati Gino Gassani ed Enrico Lizza, possa commettere altri reati. Da rilevare che la famiglia del giovane non vedeva di buon occhio il legame con Danela Tuda De Marco, elemento che, almeno in questa prima fase, potrebbe avere avuto un peso nella decisione del Gip di non concedere i domiciliari. Quest’ultimo, tra l’altro, non ha convalidato il fermo non sussitendo il pericolo di reiterazione dell’analogo reato. Nelle prossime ore potrebbe materializzarsi novità clamorose con il pm Elena Guarino che sta valutando con attenzione alcuni passaggi che hanno destato fin dall’inizio perplessità. Nella giornata di ieri i funerali di Eugenio Tuda De Marco.