SCAFATI. Maxi sequestro della Finanza in via Pasquale Vitiello ed in altri esercizi commerciali del territorio gestito da cittadini cinesi. Ier i militari della Guardia di Finanza hanno portato termine un’importante operazione a tutela della salute. In un’ispezione – tra le tante sparse in città – effettuata presso un negozio gestito da cittadini cinesi situato in via Pasquale Vitiello, i militari hanno rinvenuto migliaia di articoli di bigiotteria messi in vendita e che non rispetterebbero alcune norme in materia di vendita di prodotti importati. In particolare sembrerebbe che gli articoli fossero completamente mancanti delle indicazioni di legge previste dal Codice del Consumo le quali prevedono che vengano indicate chiaramente sulle confezioni: informazioni al consumatore (obbligatoriamente anche in lingua italiana), composizione e qualità dei prodotti, eventuale presenza di sostanze potenzialmente pericolose, nonché i materiali e metodi di lavorazione impiegati, istruzioni e precauzioni d’uso. Il materiale è stato sottoposto a sequestro mentre il titolare del negozio è finito nei guai e dovrà spiegare la vendita di quei prodotti pericolosi per la salute del consumatore. Anche un altro cittadino cinese è stato denunciato alle autorità. Sequestrati gadget, giocattoli, accessori d’abbigliamento, cosmetici, recanti indebitamente marchi d’impresa e il marchio “CE”, indicativo di “China Export”. Durante le ispezioni di due diversi locali commerciali gestiti da cinesi, sono stati rinvenuti complessivamente 80.000 articoli, di cui 4.000 sottoposti a sequestro penale in quanto contraffatti e la restante parte, costituita da diverse categorie merceologiche, tra cui piccoli elettrodomestici di uso quotidiano, giocattoli, prodotti tecnologici sono stati sottoposti a sequestro amministrativo in quanto privi del marchio “CE”, o delle informazioni minime rivolte ai consumatori. I titolari delle attività commerciali sono stati denunciati a piede libero per detenzione ai fini di vendita di prodotti contraffatti, ricettazione e tentata frode in commercio. Agli stessi soggetti, inoltre, sono state irrogate anche le prescritte sanzioni amministrative, quantificate complessivamente in euro 50.000 circa
Gennaro Avagnano