di Brigida Vicinanza
Antonio Pastore, prima uomo schietto e diretto, poi imprenditore con “uno sguardo sempre al passato in funzione del futuro”. Così Ciriaco De Mita, che fu presidente del Consiglio ma anche suo amico, ha ricordato “il past president” della Camera di Commercio, che è venuto a mancare circa tre anni fa. Da ieri la sala che ospita la biblioteca della Camera di Commercio di via Roma è intitolata alla sua memoria. Un imprenditore che si è fatto da sé, come ricorda più volte l’attuale presidente della Camera, Andrea Prete e che ha guidato l’ ente camerale di Salerno per diciotto anni con rigore, serietà e con profonda conoscenza del territorio e delle produzioni locali. Alla cerimonia di intitolazione, oltre ai familiari alla moglie e i figli di Pastore, erano presenti anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca, rimasto in silenzio durante la cerimonia, il sindaco Enzo Napoli e alcuni dei presidenti che lo hanno succeduto alla guida dell’ente camerale, Guido Arzano, Augusto Strianese e Gaspare Russo. “L’intitolazione della sala a Pastore – ha detto il presidente della Camera Andrea Prete – è il giusto riconoscimento a un pezzo della storia dell’imprenditoria salernitana. E’ la figura che rappresenta quell’Italia che aveva voglia di crescere, degli uomini che si rimboccavano le maniche e che hanno creato ricchezza nel nostro territorio. Ricordiamo il suo insegnamento, era uno abituato a fare e non a dire, dobbiamo ricordare i valori della generazione di Pastore, che hanno contribuito a far crescere questa Italia”. “Il rapporto con Antonio Pastore, per me ha una storia singolare”, commenta De Mita, che ha continuato: “Non era un uomo di alta cultura, però aveva curiosità culturale vera e la cosa che mi colpiva era che aveva la curiosità di discutere per capire, mai una pretesa del giudizio. I suoi discorsi contenevano sempre un riferimento alla sua origine e non in maniera celebrativa, ma come un racconto, non era banale ma capiva che i problemi si potevano affrontare solo se si era in condizione di risolverli”. “Mio padre se avesse visto tutto questo oggi, avrebbe pensato di non meritarselo. Lui ha posto l’accento sulla produzione, sull’idea del fare, era un uomo curioso che a dispetto delle sue orgini ha sempre cercato di migliorare e di crescere e quindi di guardare avanti sfruttando tutti i presupposti del passato”, questo il singolare ricordo del primogenito Vincenzo, che ha vissuto attimi di commozione insieme alla sala gremita di persone che lo hanno conosciuto o che ne hanno semplicemente sentito parlare, perchè è entrato a far parte di un patrimonio culturale territoriale. Il comune denominatore di tutti i presenti è stata l’idea di aver conosciuto un uomo che ha fatto la storia salernitana e che vale la pena ricordare, anche con un piccolo gesto, perché, come ha concluso De Mita: “Da quando abbiamo inseguito il futuro, ignorando il passato, in realtà è scomparso anche il presente”.