di Andrea Pellegrino
Un contatto quasi quotidiano tra Vincenzo De Luca e i vertici della Esa (in particolare Gilberto Belcore) per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori di Piazza della Libertà. Ma è l’ex sindaco, oggi governatore della Campania, a “dirigere” – di fatto – i lavori. Come se fosse un vero e proprio capo cantiere; tant’è che la Procura – negli atti – evidenzia come l’allora primo cittadino intervenga «sia per informarsi sull’evoluzione dei lavori sia per dare direttamente ordini sulle modalità di svolgimento degli stessi».
E’ quanto emerge dalle prime carte dell’inchiesta su Piazza della Libertà, i cui titolari sono Antonio Cantarella e Gugliemo Valenti – che ha portato alla notifica di 26 avvisi di conclusione indagine, con il rigetto di 12 misure cautelari (per tecnici ed imprenditori) ed al sequestro di più di tre milioni di euro alle società Lotti Associati, Esa costruzioni e Fiengo ceramiche.
Si preoccupa quando, dal suo balcone, non vede nessuno lavorare al cantiere della mega piazza sul mare e chiede chiarimenti. In una telefonata del 23 aprile del 2012, l’ex sindaco si rivolge a Belcore “ordinando perentoriamente una modifica delle opere”. Di contro, Belcore lo invita “ad approfondire la questione con la direzione dei lavori e quindi con il rup Ragusa”. De Luca replica: «Sì, sì. Ma figuriamoci a Ragusa. Mo’ chiamo a Delle Femine e gli dico subito di muoversi». Poi, a Belcore dice: «Si deve cambiare tutt’ cos’, perché io avevo detto che la passeggiata era la prosecuzione della corsia laterale del lungomare». S’arrabbia sull’ipotesi di realizzazione di una rotatoria: «Un casino, tutto un bordello. Non si deve fare un c…. di niente».
Ancora, nella telefonata a Belcore, De Luca impartisce altri ordini: «Là, in quell’angolo, facciamo una soluzione di fioriere. Se dobbiamo fare pure una piccola gradonata, mettiamo due fioriere che viene bellissimo. Ma deve essere una cosa tutto in piano, che si prende e si scende diritti, senza complicazioni».
Belcore, a questo punto, chiede un disegno e l’ex sindaco annuncia di aver, a tal proposito, incaricato l’architetto Tonino Catena. Un passaggio a cui il vertice Esa suggerisce di affiancare uno step con la direzione dei lavori; ferma la posizione di De Luca che ribadisce: «Ma figuriamoci Ragusa. Chiamerò Delle Femine».