di Andrea Pellegrino
Sono due le delibere di giunta finite nel mirino della Corte dei Conti per l’affidamento dell’incarico di addetto stampa del Teatro Verdi di Salerno. E sulla seconda delibera, che vede De Luca assente, l’invito a dedurre è toccato anche a Francesco Picarone, all’epoca assessore al bilancio, oggi consigliere regionale del Pd. Così escluso l’attuale governatore della Campania, Vincenzo De Luca, l’intera sua ex giunta è stata di mira da questa nuova indagine della Procura della Corte dei Conti di Napoli. Come anticipato ieri su queste colonne, a finire sul registro della giustizia contabile sono stati Eva Avossa, all’epoca dei fatti vicesindaco e relatrice della delibera giuntale ed attuale assessore dell’esecutivo Napoli; Gerardo Calabrese, attuale assessore all’ambiente; Luca Cascone, ex assessore comunale ed attuale consigliere regionale; l’ex assessore Luciano Conforti; l’attuale assessore Mimmo De Maio; l’ex assessore ed attuale consigliere comunale Augusto De Pascale ed infine gli attuali consiglieri regionali Nello Fiore e Vincenzo Maraio. A quanto pare l’avviso della Corte dei Conti sarebbe indirizzato Annamaria Barbato, dirigente del settore affari generali. Poi, ancora, l’ex assessore Franco Picarone e l’attuale delegato alla cultura Ermanno Guerra. Il danno ipotizzato si aggira intorno ai 110mila euro e punterebbe l’attenzione sull’incarico ricevuto da Nicoletta Ciardullo, negli anni 2010 e 2011. In particolare: 59mila euro riferiti alla delibera del 2010, a cui ha fatto seguito una determina dirigenziale e 52mila euro, stanziati dalla giunta l’anno successivo. Tutti i coinvolti sarebbero stati già messi in mora per gli importi stimati quale possibile danno erariale. Secondo quanto ipotizzato dalla Corte dei Conti, a fronte di un compenso percepito dagli addetti stampa del Comune (1500 euro lordi mensili) la dottoressa Ciardullo, incaricata esclusivamente della pubblicità di un teatro (il Verdi, ndr) risultata aver ricevuto da contratto, per l’anno 2009 la somma di 48mila euro, nonché il rimborso delle spese di viaggio; per l’anno 2010, quasi 49mila euro, oltre il rimborso. «Oltre tutto – scrive la Procura della Corte dei Conti – la notevole entità dei compensi appariva ancor più ingiustificata tenuto conto che, attesa la giovane età della Ciardullo (nel 2009 aveva 29 anni) la sua esperienza lavorativa appariva limitata e maturata in relazione ad iniziative di trascurabile rilievo».