Scafati. Le opposizioni: "Un paese in agonia" - Le Cronache
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Scafati. Le opposizioni: “Un paese in agonia”

Scafati. Le opposizioni: “Un paese in agonia”

Di Adriano Falanga

“Scafati un paese in agonia, dopo la farsa della decadenza oggi inizia la farsa della sfiducia”. Così Mario Santocchio, commentando il braccio di ferro tra il sindaco Pasquale Aliberti e la sua squadra di maggioranza. A scuotere però l’opposizione è il “gelo” sceso tra Brigida Marra e il primo cittadino. Nessuna rottura, ma a molti è apparso evidente il malumore della forzista, quando per la rimodulazione di giunta si è deciso di attuare il criterio che vede la nomina dei soli eletti. E la Marra è un consigliere surrogato. Doveva azzerare tutto, perché “nessuno ha avuto un posto a tempo determinato per 5 anni”, aveva promesso Aliberti, aprendo una crisi di maggioranza che si sarebbe dovuta risolvere “dopo l’Epifania” tramite una mozione di sfiducia nei suoi confronti, in consiglio comunale. “Ma le mozioni di sfiducia le fanno le opposizioni” hanno ribadito i suoi, facendo capire al sindaco che non possono votare contro loro stessi, firmando prima una sfiducia e poi votandola contro. Da qui l’impasse, che l’opposizione non manca di sottolineare. “Ho l’impressione che il reale effetto dell’annunciata decadenza oltre a maturare nell’opposizione una coscienza comune di intolleranza allo scempio delle istituzioni e delle regole democratiche – spiega il capogruppo Fdi Cristoforo Salvati –  abbia anche evidenziato nella maggioranze oltre ai soliti sudditi e suddite anche personalità politiche autonome e con le quali il padrone avrà serie difficoltà a stabilire priorità di fine mandato elettorale”.

Dal Partito Democratico è Margherita Rinaldi a dichiarare che: “archiviata la pagina della decadenza, pensavamo si potesse ripartire e focalizzare l’attenzione sui tanti problemi ad oggi irrisolti. Evidentemente siamo stati ottimisti perché ora il sindaco Aliberti è alle prese con i problemi di tenuta della sua maggioranza e così profonde ogni energia nella rimodulazione della giunta, nell’azzeramento dei CDA delle partecipate e del nucleo di valutazione, nella minaccia di dimissioni non finalizzate al bene della città ma a tenere in pugno pezzi reticenti della sua coalizione”. Secondo la segretaria del circolo cittadino: “Nulla sulla sicurezza, lo sviluppo, la sanità, la rete fognaria, gli allagamenti, il Piano urbanistico ancora bloccato o i gravi problemi legati alla reindustrializzazione dell’Area ex Copmes. Unico obiettivo di Aliberti ora è ricucire strappi, tenere insieme i cocci, imbarcare pezzi di opposizione, tutto nel tentativo – una volta fallita la possibilità di un terzo mandato consecutivo – di continuare fino al 2018 un mandato che, se non per questioni di calendario, si è oramai esaurito nei fatti, per il fallimento di tutti gli obiettivi programmatici e per essere venuta oramai meno la maggioranza uscita dalle urne – conclude la Rinaldi – Aliberti deve solo prenderne atto e agire di conseguenza rassegnando le sue  dimissioni. La città ha urgente bisogno di voltare pagina”.

Qualcosa è mutato, secondo Pasquale Vitiello, oggi indipendente ma eletto in maggioranza, c’è una nuova coscienza critica nei suoi ex colleghi. “Dopo la ricerca frenetica della decadenza, che ha mortificato e non poco le istituzioni ma di più la città, che ha visto prendere posizioni diverse e legittime anche ad alcuni esponenti della maggioranza, è cambiato non tanto il progetto politico ma le valutazioni umane e personali sui componenti dello stesso. Probabilmente quell’incondizionata fiducia che si nutriva  nel massimo esponente  politico oggi è mutata. Vi è una chiave di lettura diversa e da qui la necessità di ridiscutere alcune funzioni vitali per l’azione amministrativa”. Secondo Vitiello però non è salutare un ulteriore rallentamento: “La città ha bisogno ed in modo urgente che si torni a discutere ed ad operare su temi più seri di questi. Se vi è un progetto diverso con degli obbiettivi diversi rispetto al programma del 2013 è giusto che il Sindaco richieda, con un atto programmatico, la fiducia in consiglio, ma se gli obbiettivi sono sempre gli stessi è doveroso accelerare per raggiungerli. Quando poi mancheranno i numeri in consiglio sugli obbiettivi programmatici allora si sarà legittimati a definirla crisi. Diversamente per me sono solo capricci”. Dal canto suo Aliberti su Facebook si mostra infastidito per la discussione sul prossimo candidato sindaco: “leggo con insistenza già di miei possibili successori, a sinistra, a destra e nella mia stessa maggioranza. Per informazione, il sindacato lo decide, con il voto, ancora il popolo sovrano”.