Pagani. Nel Pd è corsa alle tessere per vincere il prossimo ongressocittadino del partito di Renzi. La vicenda del tesseramento “anomalo” tutto interno al partito democratico, continua a tenere banco nella città di Sant’Alfonso. Come già anticipato, i numeri di chi ha sottoscritto la tessera per il partito di Renzi sono davvero impietosi e fotografano una condizione di insanabile frattura all’interno del circolo cittadino. Da una parte, il gruppo che si è coalizzato intorno al medico Salvatore Campitiello (già coordinatore di Forza Italia), tra cui molti ex democristiani, su tutti Aldo Mancino che, da indiscrezioni, si è visto spesso in questi ultimi tempi nelle stanze del partito a Salerno. Gli ex della “Balena Bianca” dunque, starebbero pensando all’”operazione Pd”, per agevolare la corsa a sindaco del medico Nicola Campitiello (figlio di Salvatore), ex candidato al consiglio comunale (non eletto tra le fila del Pd). Un disegno che avrebbe avuto anche la “benedizione” di alcuni esponenti del centrodestra paganese. Prima però c’è da conquistare la segreteria cittadina. E, come rivendicato dallo stesso Campitiello senior, questo passa attraverso la “guerra delle tessere” ovvero un tesseramento a tutto spiano, contrariamente a quanto stabilito dalla federazione provinciale. E dall’altra parte, il gruppo dei “renziani” che fa capo a ricercatore universitario Nello Califano. “E’ desolante assistere a tutto questo – dice lo stesso Califano. Qualcuno, fermo ancora ad una idea di politica da Prima Repubblica, crede che il partito vada conquistato a suon di tessere, svuotandolo di ogni forma di partecipazione democratica. E questo solo per alimentare aspirazioni personali. Un “isterismo politico” che ha trovato la sua massima realizzazione durante l’ultimo incontro quando Campitiello padre ha deciso di abbandonare la via del dialogo e della costruzione di un partito fatto da tutte le componenti, così come indicato anche dai vertici provinciali, preferendo la guerra delle tessere imbarcando, presumibilmente, anche chi del Pd non conosce neanche il nome del segretario nazionale. E’ un modo di fare politica che è completamente opposto al nostro. Agli intrighi di palazzo, ai doppi giochi che ricordano la peggiore politica dei decenni passati, ai voltafaccia noi preferiamo la sincerità delle azioni, il rinnovamento e la partecipazione vera di tutte e tutti alla gestione della cosa pubblica”. E’ scontro tra i due gruppi e si confida nell’intervento della segrteria provinciale.
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