“Non luogo a procedere nei confronti di Alberico Gambino perché l’azione penale non doveva essere esercitata (già giudicato per i reati contestati)”. Il consigliere regionale, ed ex sindaco di Pagani, vede ridimensionate le proprie accuse nell’ambito del procedimento relativo all’inchiesta “Criniera”. Nella sostanza non viene riconosciuto all’indagato l’aggravante dell’articolo 7. Prosciolto anche dall’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Gambino andrà a processo per alcune tentate estorsioni. Ieri pomeriggio il Gup del Tribunale di Salerno, Piero Indinnimeo, ha disposto il provvedimento nei confronti dei 46 imputati. Oltre che per Gambino è stato dichiarato il non luogo a procedere per il capo A anche per Marco Bergamo e Vincenzo Buonocore. Proscioglimento per lo stesso capo anche per Alfonso Manzella, il noto cantante neomelodico detto “Zuccherino” (difeso dall’avvocato Boffa), per non aver commesso il fatto. Non luogo a procedere, perché il fatto non sussiste, anche per il presidente della Paganese Raffaele Trapani e per Francesco Marrazzo. Prosciolti per un capo d’imputazione anche Antonio Petrosino D’Auria e Michele Petrosino D’Auria. Non luogo a procedere, per il capo N dell’imputazione, per Francesco Tortora. Nessuno sconto, invece, per l’ex vice sindaco ed assessore provinciale Massimo D’Onofrio, a quest’ultimo viene contestata l’associazione a deliquere finalizzata allo scambio elettorale politico-mafioso. A giudizio anche il 55enne. ex assessore alle attività produttive ed ex assessore provinciale al turismo, Gerardo Cascone detto Aldo di Pagani. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Montemurro, a Pagani il clan Fezza-D’Auria Petrosino controllava gran parte della città, dal traffico della droga ai trasporti per il mercato ortofrutticolo, dalle assunzioni in varie società, anche pubbliche o gerenti servizio di pubblico interesse- a quelle private. Tutto questo grazie a contatti con i Casalesi e ai buoni rapporti con la politica. Saranno processati Antonio e Michele Petrosino D’Auria; Michele Califano; Gennaro Caldieri, di San Valentino Torio; Gennaro Napolano; Massimo D’Onofrio; Gerardo Pagano; Alfonso Califano di San Marzano sul Sarno; Salvatore Attianese, 26enne, alias o’ fissato; Maurizio Annunziata, di Sant’Egidio del Monte Albino; Raffaella Annunziata; Marco Bergamo, alias o’pippone; Vincenzo Buonocore, pisiell; Giuseppe Califano; Maria Califano; Salvatore Califano; Gerardo “Aldo” Cascone; Renato Cascone; Alfonso Cascella, di Cava de’ Tirreni; Fabrizio Ceruso; Daniele e Vincenzo Confessore; Salvatore De Maio alias Tore o’ niro; Giuseppe De Vivo detto o’ russ; Francesco De Risi; Aniello Esposito, alias o’ figlio e’ Peppe Mazzucchiello; Adolfo Faiella, di Cava de’ Tirreni; Michele Faiella di Cava de’ Tirreni; Francesco Ferraioli; Antonio Fezza; Francesco Fezza; Rita Fezza; Tommaso Fezza, il boss o’ furmaggiaro; Alberico Gambino; Gerarda Giordano, di Castel San Giorgio; Vincenzo La Femina; Ludovico Mandiello; Luigi Mandiello; Alfonso Manzella, alias zuccherino; Costantino Pagano,di Frignano; Alfonso Pepe, ninuzziello o capa bianca; Giuseppina Pepe; Vincenzo Pepe, detto ‘o curt, di Nocera Superiore; Armando Pisacane, di Angri; Angela Rosa; residenti a Cava de’ Tirreni; Luigi Terracciano, di Brusciano; Francesco Tortora. La prima udienza è fissata per il 26 febbraio davanti ai giudici del secondo collegio della prima sezione del Tribunale di Nocera.
A febbraio il rito abbreviato per Giovanni Pandolfi Elettrico
Saranno discussi a febbraio i riti alternativa. In occasione della precedente udienza erano stati incardinati i riti abbreviato. Tra le richieste spicca quella avanzata dall’avvocato Guglielmo Scarlato per Giovanni Pandolfi Elettrico. Quest’ultimo confida nello sconto di pena. Identica richiesta è stata avanzata dall’avvocato Ancarola per Michele e Rosario Ruggiero e dal legale di Prisco Ceruso. Tra i reati contestati agli ndagati per c’è l’associazione mafiosa e per altri il concorso esterno nella stessa anche finalizzato allo scambio elettorale politico-mafioso, per altri ancora la concorrenza illecita mediante minacce e violenza, le estorsioni pluriaggravata e riciclaggio aggravato mediante reimpiego in attività economiche dei proventi delittuosi. Le indagini sono state avviate nel 2009 e costituiscono un ulteriore sviluppo del clan egemone a Pagani, scompaginato il 16 maggio scorso con l’operazione “Taurania Revenge”. Per gli abbreviati si deciderà a febbraio.