Di Adriano Falanga
Decadenza, il giorno dopo. Probabilmente la decisione di Coppola di convocare due consigli comunali ha spiazzato anche i più pessimisti di maggioranza. In pochi credevano in una simile scelta del presidente del consiglio comunale che ha dimostrato di conoscere bene lo Statuto e il Testo Unico degli Enti Locali. Certo è che convocando un solo consiglio il primo dicembre avrebbe assolto ad entrambe le incombenze: assestamento al bilancio e discussione decadenza. Ma il capo dell’assise ha voluto prendersi tutti e dieci giorni utili che la normativa gli concede per convocare la seduta consiliare. Una sfida, non c’è dubbio, che ha scosso Aliberti e i suoi fedelissimi. Eppure c’è chi giura che dietro questa scelta non ci siano solo le pressioni della minoranza, ma anche una cospicua fetta di consiglieri di maggioranza e assessori avrebbero espresso privatamente a Coppola il loro “benestare” per il braccio di ferro con il sindaco. Si cerca una diversa strategia, a lavorarci sopra la segretaria comunale Immacolata Di Saia assieme al responsabile dell’Avvocatura Francesco Romano. Forse si arriverà alla contesa giudiziaria. A pochi interessa il voto. In particolare a Mimmo Casciello, perché così facendo si toglierebbe dalle spalle il “peso” di Giacinto Grandito. Casciello, fu voluto dal sindaco candidato in lista Udc per frenare il suo ex vicesindaco. Contribuì a farlo eleggere grazie ad una mirata campagna elettorale in contrada Cappelle. Grandito finì secondo. Tanto quanto basta per non farlo entrare in consiglio comunale ma tanto quanto basta anche per farlo entrare nel caso Casciello fosse stato nominato assessore. Un’ambizione che il consigliere di Cappelle ha mostrato avere, e pure meritare, visto che in ogni rimodulazione di Giunta è stato costretto al passo indietro. Desidera il voto anche Brigida Marra. L’avvocato forzista in questo metà mandato ha studiato molto, si è distinta per la sua verve in consiglio comunale, e per le strenue difese a favore del primo cittadino. Non lo ha mai dichiarato, ma è chiaro che dietro questo desiderio si nasconda oggi una legittima ambizione. Ufficialmente, se anche sostengono il primo cittadino nel processo per la sua decadenza, i restanti consiglieri di maggioranza sarebbero ben propensi a continuare la legislatura. Un atto di fede il loro, più che una scelta consapevole. E lo stesso si potrebbe dire della Giunta. Nell’esecutivo siedono i maggiori portatori di voti: Giancarlo Fele, Raffaele Sicignano, Annalisa Pisacane. Sono i “pezzi da 90”, quelli che non avrebbero difficoltà ad essere rieletti, perché godono di un loro personale bacino elettorale. Un vantaggio da un lato, svantaggio dall’altro, perché li mette al confronto con i propri elettori, nel momento in cui dovranno spiegare il motivo per cui, nonostante i numeri e l’impegno, si dovrà tornare al voto. E seppur Aliberti è dato favorito, le elezioni restano pur sempre una incognita.