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BATTIPAGLIA. La città percossa e attonita.
La notizia del bidello arrestato per pedofilia ha raggelato il sangue nelle vene dei battipagliesi.
I tristi dettagli raccontati ieri, tra queste pagine, dalla madre che ha sporto denuncia ai danni del collaboratore scolastico dell’Istituto comprensivo “Fiorentino” hanno sconvolto la cittadinanza. Vale la presunzione d’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, e, per ora, non s’è dato il la neppure alla fase dibattimentale, ma fa comunque specie, vero o men che sia, leggere d’un’insegnante che avrebbe biasimato, e addirittura deriso, una delle ipotetiche vittime.
«Una professoressa – ha dichiarato la donna – accusò mia figlia di voler rovinare la vita d’un povero bidello, e una volta, in corridoio, in presenza delle ragazze, arrivò sarcasticamente a chiedergli di portarci pure lei in bagno, suscitando, tra l’altro, l’ilarità dell’uomo».
Nel corso delle indagini, durante le quali, dinanzi al noto psicologo Gennaro Imperatore, consulente tecnico nominato d’ufficio dal pm Elena Guarino, sono state ascoltate le cinque ragazze, giudicate «pienamente attendibili», sarebbero venuti alla luce diversi comportamenti omissivi di qualche dipendente scolastico.
Al momento, il pm Guarino e gli altri invstigatori stanno esaminando pure le posizioni di qualche membro del personale scolastico in forza alle “Fiorentino” all’epoca dei fatti contestati. Si lavora per comprendere se vi siano gli estremi per il reato di omessa denuncia.
Probabile che, nella fase dibattimentale, la magistratura chiami in causa esponenti dei vertici scolastici e perfino qualche docente.
La mamma della ragazza, ieri, a Le Cronache ha accusato pure il dirigente che, all’epoca dei fatti contestati, era alla guida del plesso scolastico di via Pascoli. «Non diede credito a mia figlia, e proprio lei, che avrebbe dovuto tutelare i minori, s’occupò soltanto di difendere il buon nome della scuola, arrivando addirittura a dire che mia figlia s’era inventata tutto solo per far ingelosire l’amichetto».
Ora, a capo della storica scuola battipagliese, c’è Dario Palo. La vecchia preside, infatti, è stata trasferita alla fine dell’anno scolastico in cui si sarebbero svolti i fatti. In merito agli episodi che riguarderebbero l’ex dirigente e la docente, Palo ci va cauto, e attende che la magistratura faccia il suo corso: «Per ora si tratta di dichiarazioni d’un singolo, per cui sarà compito dei giudici appurare quanto emerso eventualmente dalle indagini».
Tuttavia, da parte dell’attuale dirigente, c’è tutta la volontà di aiutare i magistrati a fare chiarezza sull’oscura quaestio. «La scuola – ha fatto sapere il numero uno del plesso di via Pascoli – è completamente a disposizione dell’autorità giudiziaria, e faremo tutto quanto sarà in nostro potere, ma soltanto in base a ciò che emergerà».
Palo garantisce che, pure nella fase in cui la Procura della Repubblica di Salerno e i carabinieri della Compagnia di Battipaglia, diretti dapprima dal maggiore Giuseppe Costa e successivamente dal capitano Erich Fasolino, «nel rispetto della normativa vigente, la scuola ha adottato ogni provvedimento teso a scongiurare che accadessero fatti simili a quelli contestati».
E, pur di tutelare i minori che frequentano la scuola media di via Pascoli, il preside si dice disposto a intervenire in ogni modo. Ma solo dopo i verdetti giudiziari. «Sulla base di quanto emergerà – spiega Palo – riceverò qualche atto e, se fosse necessaria l’adozione di provvedimenti disciplinari, non esiterei a intervenire».
Quanto accaduto a Battipaglia è stato tempestivamente comunicato a Renato Pagliara, dirigente dell’Ambito territoriale di Salerno dell’Ufficio scolastico regionale. Tuttavia, in barba alle aspettative di qualche genitore, il provveditore, che di sabato non lavora, non è ancora passato dalle parti delle Fiorentino.
La presenza di Pagliara a via Pascoli, in questi giorni turbolenti, sarebbe un segnale importante per le famiglie e per i docenti. E, di lunedì, gli uffici riaprono. E domani si vedrà.
I genitori chiedono chiarimenti
Monta la rabbia contro il bidello
BATTIPAGLIA. Innocenti o colpevoli.
È ardua impresa, in occasioni simili, definire chiaramente le responsabilità.
La cultura del garantismo impone la presunzione d’innocenza fino all’ultimo grado. Ma a Battipaglia, comprensibilmente, l’indignazione è tanta. E non si parla d’altro che del bidello, che, tra l’altro, sarebbe pure sposato e avrebbe dei figli. Nella giornata di ieri, qualche rappresentante dei genitori ha già chiesto un incontro con i vertici della scuola media “Fiorentino”. Non ci sono allarmismi, e le famiglie degli alunni dell’istituto di via Pascoli sanno che non bisogna far di tutta l’erba un fascio. Eppure, com’è giusto che sia, i genitori vogliono chiarimenti in merito a quanto accaduto dal 2014. Sul web c’è tanta rabbia. In molti invocano la divulgazione del nome e del cognome per esteso del 54enne ai domiciliari (A.T. le iniziali), e se la prendono con la stampa, che però, stando ai dettami della legge, in casi simili, per tutelare in ogni modo i minori coinvolti, non può diffondere l’identità del colpevole. «Nome e foto»: questo è l’inno di molti degli utenti battipagliesi dei social network, perché «persone simili devono essere conosciute e messe alla gogna». C’è chi vorrebbe far giustizia da sé: «Consegnatelo al popolo», scrivono.
Viene fuori come in molti, almeno a quanto viene detto oggi, fossero già a conoscenza dell’accaduto. «Le ragazzine – scrive una donna su Facebook – avevano il terrore di andare in bagno».
Alla magistratura il compito di pronunciarsi sull’innocenza o sulla colpevolezza dell’arrestato. Battipaglia, invece, ha il dovere di dare serenità ai propri figli. E a uscire dal Medioevo in cui paiono piombati alcuni cavernicoli del Tusciano, che quasi giustificano l’accaduto spiegando che “spesso, per come vestono, alcune ragazzine se le cercano”. Miserie umane. Umane davvero?
Carlan