Di Adriano Falanga
Scafati Solidale, scompare dall’ordine del giorno per il consiglio comunale di lunedi sera l’approvazione del nuovo statuto, che tra le molteplici novità, prevedeva un aumento dei gettoni di presenza ai componenti del consiglio d’amministrazione. Dai 15 euro a seduta, si era deciso di arrivare ai 30, parificando quindi i gettoni dei consiglieri con quanto già percepiva il presidente. “Siamo politicamente tutti uguali” era stata la motivazione fornita da Luca Celiberti, portavoce e componente dello cda, nonché promotore di una “snellita” allo statuto. “Sono stati letteralmente cassati tutti i capitoli e i relativi articoli inerenti la Finanza e la Contabilità, poiché l’Istituzione era nata e pensata come vera partecipata, cosa che di fatto non è”. Un lavoro certosino durato diversi mesi spiegava Celiberti, evidenziando i punti salienti della revisione dello statuto. “Sono state eliminate le scritture finanziarie, mai adottate. La contabilità patrimoniale e la rendicontazione, mai svolte. Eliminati i fondi per le spese in contanti, utopistici e pericolosi”. Insomma, più che somigliare ad una partecipata, si è voluto insistere sulla natura di Istituzione, che la rende gestionalmente più vicina ad una associazione, decisamente snella e meno rigida, e meno obblighi contabili. Poi il passo indietro, quando il dirigente Vittorio Minneci, su richiesta della commissione Affari Sociali presieduta da Teresa Formisano, ha chiesto il ritiro della deliberazione per ulteriori approfondimenti.