Il licenziamento in tronco, senza l’attesa della condanna, per Massimo Romaniello e Salvatore Bisogno, non avrebbe nulla di strano. Così come il fatto che Luigi Criscuolo non sia stato interessato dallo stesso provvedimento. Lo afferma Angelo De Angelis, della Rsu Cgil del Comune di Salerno, pungolato in merito ad un silenzio dei sindacati
sulla vicenda sia dei licenziamenti in tronco che della presunta
disparità di trattamento tra i dipendenti comunali implicati, a vario
titolo, nello scandalo del cimitero di Brignano.« La misura adottata
nei confronti di Romaniello e Bisogno è prevista la contratto per il
pubblico impiego che è stato cambiato tre anni fa – afferma il
sindacalista della Cgil – Con le modifiche al contratto nazionale,
l’Ente presso cui il dipendente lavora ha campo libero nella decisione
della sanzione disciplinare da applicare. Chiaramente, nel momento in
cui, ci sarà una sentenza che scagionerà Romaniello e Bisogno dalle
accuse contestategli, il?Comune dovrà provvedere al pagamento di tutte
le spettanze che i due dipendenti non hanno ricevuto durante il periodo
di licenziamento e, nel caso, anche reintegrati» .Ma perché per Luigi Criscuolo il provvedimento è stato differente?« Mentre
per Massimo Romaniello e Salvatore Bisogno la fase di indagine può
considerarsi chiusa – continua De Angelis – tanto non può essere
affermato per il collega Criscuolo, perché il procedimento è ancora
aperto dal momento che come ho potuto appurare anche io leggendo alcune
delle carte riguardanti la sua posizione, alcuni dei fatti contestatigli
non sembrano sussistere e pare ci sia un poco di confusione in merito
alla sua vicenda personale in questa situazione. Manca chiarezza nella
documentazione che lo riguarda e gli avvocati stanno tentando di
metterla. E’ solo per questo motivo che per Luigi Criscuolo è stata
adottata una misura differente» .Ma Angelo De Angelis si augura che
per tutti e tre i dipendenti comunali finiti nel bel mezzo della bufera
possa esserci un lieto fine: « Mi auguro che possano dimostrare la loro
estraneità ai fatti e la loro innocenza» .(mn)