Scafati. Tutto ruota attorno a quel colpo in canna. I carabinieri del reparto operativo di Nocera Inferiore e il pm Giuseppe Cacciapuoti stanno cercando di ricostruire una vicenda inquietante che vede protagonisti il 31enne Carmine Alfano e il 34enne Marcello Adini, entrambi con precedenti penali, arrestati lunedì mattina nei pressi del centro commerciale “Plaza”, mentre giravano su un Honda Sh, con casco integrale e con una pistola clandestina calibro 9 con alcuni proiettili parabellum, da guerra.
Varie le ipotesi al vaglio degli inquirenti: una rapina, un’estorsione, il timore di essere aggrediti e un prossimo regolamento di conti.
A tenere l’arma, in realtà, era solo Alfano, mentre Adini guidava il motociclo.
Visto che sono stati fermati in pieno giorno, intorno alle 13, con tanti carabinieri in giro, e soprattutto in un centro commerciale dove i due sono molto conosciuti visto che lo frequentano spesso, appare strano che, in teoria, volessero mettere a segno una rapina o un’estorsione.
Più possibilità, ma sono tutte ipotesi di scuola e su cui l’attenzione degli investigatori potrebbe soffermarsi di più, potrebbero avere le altre due piste, il timore di essere oggetto di una ritorsione o metterne a segno una.
A far gioco a queste due ipotesi anche un episodio di cui si mormora in città ossia la rissa avvenuta la sera precedente proprio in quegli stessi spazi, alla quale sarebbero stati presenti o avrebbero partecipato uno o entrambi gli arrestati.
Di notizie, finora ne circolano poche. La parte peggiore, in questa vicenda, potrebbe averla Alfano, trovato in possesso dell’Arma.
I due arrestati, assistiti dal loro avvocato, Francesco Matrone, domani mattina, davanti al gip del tribunale di Nocera Inferiore, potrebbero raccontare la loro versione dei fatti, se non si avverranno della facoltà di non rispondere.
Intanto su Scafati, sia la procura ordinaria sia la Dda mantengono alta l’attenzione ed hanno numerosi indagini aperte anche per far luce su mesi di “attacco” della malavita, costellati da risse continue (anche negli spazi antistanti al centro commerciale), diverse bombe esplose e altri episodi di violenze nei confronti di privati, un consigliere comunale, esercizi commerciali, un tentato omicidio e l’assassinio di Armando Faucitano. In città, da tempo girano troppe armi e c’è chi ha la possibilità con estrema facilità di mettere a segno attentati.
Potrebbe essere in atto una guerra non solo per il controllo dello spaccio (molti dei protagonisti di queste vicende sono legati al mondo degli stupefacenti) ma anche per quelle delle estorsioni, con gruppi contrastanti che si contendono zone dove richiederle e, non si esclude, pure con la richiesta di pagamento di un doppio pizzo a organizzazioni criminali diverse.
Gianfranco Pecoraro