Riproponiamo di seguito l’articolo di Adriano Falanga del 6 febbraio 2015. Sono resi noti i dati del Registro Tumori e gli interventi dei responsabili istituzionali.
Il Sarno è ben noto essere il fiume più inquinato d’Europa. Nel tratto che attraversa Scafati il corso d’acqua è praticamente morto, in esso non c’è vita, ma veleno. Sull’inquinamento del fiume Sarno non c’è nulla da dimostrare, essendo un dato appurato, certo e indiscutibile. Complice anche le esondazioni degli ultimi giorni, il fiume finisce sotto accusa e sui social network gira questa frase: “Il Sarno uccide, a Scafati si muore di tumore più che altrove”. Un allarme preoccupante, viviamo in una terra dei Fuochi? Quanto c’è di vero nel sostenere che il Sarno inquinato sia direttamente responsabile di un aumento delle patologie tumorali in città? L’Asl di Salerno qualche anno fa ha presentato il dossier “I Tumori in provincia di Salerno 2008-2009”, una sintesi dettagliata e approfondita dei dati del Registro Tumori della provincia di Salerno, istituito in seno al Dipartimento di Prevenzione dell’Asl. Numeri ufficiali, ma soprattutto istituzionali. Dalla sintesi del coordinatore del Registro, il dottor Luigi Cremone, possiamo leggere: “l’incidenza e, di conseguenza, la mortalità per tumori in provincia di Salerno, sono inferiori rispetto alla media nazionale”. Stringendo l’analisi sul distretto interessante la città di Scafati, il dottor Cremone spiega: “osserviamo un maggiore rischio di contrarre un tumore epatico nei distretti di Angri-Scafati, analoghe differenze tra Nord e Sud della provincia si rilevano anche per i tumori polmonari”. Fermo restando che il dato statistico vede Scafati in linea con la media nazionale, resta prevalente la morte per cancro al fegato. “Un fenomeno endemico risalente ad almeno trent’anni fa, ben conosciuto e studiato negli anni. Oggi il dato è in calo in quanto abbiamo imparato a conoscere il virus dell’epatite C, causa principale del cancro al fegato” aggiunge il dottor Arturo Iannelli, del Registro Tumori di Salerno e membro del consiglio direttivo dell’Airtum, l’associazione nazionale che raccoglie e certifica i dati di tutti i registri italiani.
L’epatite C inoltre non si trasmette tramite l’alimentazione o l’atmosfera, ma solo tramite sangue. Questo esclude quindi una diretta relazione con le acque inquinate del Sarno. I dati, ovviamente, non assolvono il Sarno -che era e resta inquinato- possono però dimostrare che a Scafati non si muore di cancro più che altrove, e questo a prescindere delle dirette responsabilità (tutte da dimostrare, purtroppo) che ha il fiume Sarno nell’incidenza di queste patologie. “Si tratta di una questione molto tecnica a cui oncologi di fama non hanno ancora dato risposta – così Antonio Squillante, direttore generale Asl, che conclude – certamente i dati statistici parlano chiaro”. E questi dicono che Scafati è in linea con il dato nazionale. Esistono poi altri studi di molto precedenti all’istituzione del Registro dei Tumori che sostengono dati contrastanti, tra cui un rapporto OMS del 1997 che segnalava nella zona del fiume Sarno “un indice di mortalità per cancro e leucemia superiore del 17% rispetto alle altre zone del mondo”. Dato non confermato dal Registro dei Tumori, a quanto pare. I Registri tumori sono strutture impegnate nella raccolta di informazioni sui malati di cancro residenti in un determinato territorio. Sono necessari perché in nessuna struttura ospedaliera italiana, pubblica o privata, c’è l’obbligo di archiviare i dati relativi alla diagnosi e alla cura dei tumori. Raccolgono i dati anche se un paziente residente va a curarsi in una struttura fuori regione, questo significa che i dati sopra tengono conto anche di chi è andato a curarsi a Milano, per fare un esempio. Le informazioni raccolte includono il tipo di cancro diagnosticato, il nome, l’indirizzo, l’età e il sesso del malato, le condizioni cliniche in cui si trova, i trattamenti che ha ricevuto e sta ricevendo e l’evoluzione della malattia. Unico neo, sembra che il Registro dei Tumori di Salerno con l’aggiornamento dei dati sia fermo ancora al 2009. Ci è stato detto: “sollecitate Provincia e Asl ad adoperarsi per riattivare in pieno il Registro”.