Questa sera, alle ore 20,30, Sala Assoli/Moscato ospita “Killing Bach”, una performance di Instant Composition prodotta da Dissonanzen in collaborazione con Casa del Contemporaneo. Una restituzione dei partecipanti alla masterclass, seguita dalle esibizioni degli insegnanti e danzatori Giacomo Calabrese, Piero Leccese, Alessandra Petitti e Ursula Sabatin con la musica dal vivo di Ensemble Dissonanzen
Di Olga Chieffi
Lo spettacolo parte dalla riflessione scatenata da tre domande fondamentali «Trasportare Bach in un’opera contemporanea può rappresentare un tradimento tale da determinarne la fine? Si può “uccidere” Bach entrando nei suoi silenzi, interferendo con il corpo danzante?». E infine «Si può fermare una ruota perfetta e inesorabile?». Come scriveva Emil Cioran: «Se c’è qualcuno che deve tutto a Bach, questi è proprio Dio».”Killing Bach” mette in scena un dialogo effimero tra la musica di Johann Sebastian Bach e l’Instant Composition, che è una pratica artistica, soprattutto nella danza e nelle arti performative, che consiste nel creare performance spontaneamente, sul momento, improvvisando e componendo la coreografia, la musica o la narrazione in tempo reale, spesso in dialogo con altri artisti, lo spazio, la musica e il pubblico, abbattendo le barriere tra creazione e esecuzione e valorizzando la presenza, l’ascolto e la reattività. La danza tenta di infrangere l’alone di sacralità che avvolge il compositore, avvicinandosi con mente e cuore liberi, interrogando le geometrie del corpus bachiano, attraversando le diffrazioni e portando il suono nel corpo. Ma quanto valido può essere il titolo Killing Bach se Bach stesso e i suoi colleghi erano istant performer? Non possiamo, allora non menzionare Claude Bolling con i suoi quartetti dedicati a Jean Pierre Rampal o Jacques Loussier, che compie sull’opera di Bach, non una semplificazione né una semplice rilettura in chiave jazz, la sua, ma piuttosto una trasformazione dell’invenzione musicale di Bach che ne rinnova lo spirito innovativo e rivoluzionario. Il fraseggio, la grinta e l’energia di Loussier appartengono ormai alla storia del jazz, da cui scaturisce un’ avvincente interpretazione contemporanea che rende giustizia all’universalità della musica senza tempo di Johann Sebastian Bach. Un dialogo, questo tra musica e danza, questa, che rivelerà che il proprio senso ha radici profonde nel tempo, ma scivola inafferrabile come una goccia argentea di mercurio. D’altra parte sappiamo che l’improvvisazione e la variazione rappresentano in musica i percorsi di unità e divergenza di tutti i generi, una “semplice” complessità in cui la manipolazione del materiale sonoro definisce strutture e modelli, la cui interazione genera sistemi a livelli crescenti d’astrazione. La ragione semantica della musica emerge, nel continuo divenire del “ludus harmonicus”, il gioco dell’invenzione e della mutazione, come una indescrittibile ed immanente intuizione del noumeno. Lo spettacolo debutta a conclusione della terza edizione di “Improvvi_dance”, la masterclass di Instant composition coordinata e organizzata da Alessandra Petitti e Giacomo Calabrese dal 18 al 20 dicembre sempre nella Sala dei Quartieri Spagnoli. “Improvvi_dance” esplora il dialogo tra danza e musica, spaziando con la tecnica dell’Instant Composition nel repertorio del corpus bachiano e spingendolo fino alle sonorità contemporanee. La performance conclusiva del percorso formativo, dal titolo Killing Bach, vede una restituzione dei partecipanti alla masterclass, seguita dalle esibizioni degli insegnanti e danzatori Giacomo Calabrese, Piero Leccese, Alessandra Petitti e Ursula Sabatin con la musica dal vivo di Ensemble Dissonanzen, composto per questo progetto, da Tommaso Rossi, flauti, Marco Cappelli, chitarre, Manuela Albano, violoncello, con il disegno luci di Marco Schiavoni.






