di Arturo Calabrese
«Non sono assunzioni, ma reintegri». Si può riassumere con queste parole la nota inviata dal primo cittadino di Capaccio Paestum, Gaetano Paolino, in risposta all’articolo di questo giornale pubblicato ieri.
Nel pezzo si faceva riferimento a una coincidenza molto particolare, e cioè al “reintegro”, per usare le parole del sindaco, di diversi dipendenti Paistom attraverso la GiGroup. Tra essi spiccano il marito e la moglie di due consiglieri comunali. Si tratta di Felice Caroccia, coniuge di Pamela Volpe, e di Antonella Marino, consorte di Domenico “Mimmo” De Riso.
Nessuna illazione è stata scritta, ma semplicemente è stata sottolineata anche la seconda coincidenza, e cioè che il nuovo rapporto di lavoro ha preso il via il primo dicembre, due giorni prima del consiglio comunale nel quale all’ordine del giorno c’era la sfiducia a Paolino. Sfiducia per la quale il consigliere Volpe ha espresso voto sfavorevole, nonostante la sua firma in calce a un primo documento contro l’amministratore, che è poi stata ritirata, mentre il consigliere De Riso, eletto in minoranza e oggi vicino alla maggioranza, ha deciso di astenersi. T
utto legittimo, sia chiaro, ma il caso e la coincidenza non possono essere negati. «È necessario precisare, in modo inequivocabile, che i nostri coniugi non sono stati assunti in data 1 dicembre, come erroneamente riportato – scrivono come rettifica i due consiglieri – gli stessi sono titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato con un’agenzia di somministrazione e prestano servizio presso il Comune di Capaccio Paestum da oltre dieci anni, precisamente dal 2009 e dal 2008, svolgendo le proprie mansioni presso l’Ufficio Tributi dell’ente. Una circostanza, questa, ben nota ai cittadini capaccesi e agli ambienti amministrativi.
In data 30 giugno 2025, i nostri coniugi sono stati esodati dall’ente utilizzatore a causa di politiche di risparmio e tagli sul personale. Successivamente, dal 1 luglio al 30 novembre 2025, hanno percepito regolarmente lo stipendio, in quanto dipendenti a tempo indeterminato dell’agenzia di somministrazione, beneficiando della prevista indennità di disponibilità, così come stabilito dalla normativa vigente e dal contratto collettivo applicato.
In data 1 dicembre, a fronte di una migliorata situazione finanziaria dell’ente comunale, i nostri coniugi sono stati reintegrati al lavoro nella loro posizione originaria presso l’ente comunale, insieme ad altre 13 unità, rispetto agli altri circa 40 lavoratori che erano già stati richiamati a svolgere la propria funzione nei mesi precedenti. Tale reintegro è avvenuto secondo procedure ordinarie e senza alcuna forma di privilegio o interferenza riconducibile al nostro ruolo istituzionale.
Ad oggi, tutti i dipendenti somministrati alla Paistom con contratto a tempo indeterminato prestano servizio presso l’ente comunale. Ogni diversa interpretazione è priva di fondamento e rischia di generare confusione nell’opinione pubblica. La trasparenza e la correttezza amministrativa sono valori che abbiamo sempre difeso e continueremo a difendere, a tutela della verità dei fatti».
Tutto giusto quanto detto, ma la casualità delle date rimane, così come il cambio di idea dei due consiglieri: uno da firmatario è oggi fedelissimo del sindaco, l’altro da oppositore si è astenuto ed ha espresso voto favorevole in altre occasioni. Da capire, adesso, quali siano i criteri dei reintegri, dato che, altro dato inoppugnabile, non a tutti i dipendenti è stata osservata la stessa procedura, essendo qualcuno ancora senza occupazione.
Criteri su cui, necessariamente, si dovrà far luce. Nel frattempo, il prossimo 23 dicembre si tornerà in aula.
Tra i punti all’ordine del giorno, l’approvazione del piano di programma 2026/2028 della Paistom, in quel contesto durante il quale i coniugi consiglieri dovrebbero abbandonare l’aula per quello che è un chiaro conflitto d’interessi.





