Vince “Al di là dell’arancio di Jaffa” - Le Cronache Spettacolo e Cultura
Spettacolo e Cultura lettura

Vince “Al di là dell’arancio di Jaffa”

Vince “Al di là dell’arancio di Jaffa”

“Giovani e poesia, un connubio che sembrerebbe complicato nell’era della dittatura digitale e dell’intelligenza artificiale. Niente di più sbagliato — le nuove generazioni vanno semplicemente incoraggiate ad un percorso di consapevolezza espressiva”; così Simone De Luca, uno dei membri del direttivo dell’associazione culturale La Congrega Letteraria, ideatrice e organizzatrice del concorso di poesia per studenti “Poesis – Vietri sul Mare”, giunto quest’anno all’11esima edizione. Sabato 15 novembre, la cerimonia di premiazione presso l’aula consiliare del comune. Un momento interamente dedicato all’ascolto, alla lettura, all’intervista, e al premio di ragazze e ragazzi in poesia. Poesia come condivisione, catarsi, commemorazione, riappacificazione, denuncia, evento radicale e atto di resistenza, consapevolezza e rinnovamento, così come emerso dai loro interventi di straordinaria maturità. L’edizione di quest’anno ha visto la partecipazione di oltre 300 con elaborati dall’Italia e dall’estero, per contendersi l’alloro vietrese e premi economici, librari e di fine artigianato ceramico. La giuria, composta da prof. Roberto Miraglia, docente di Estetica e Filosofia dei linguaggi all’Università degli studi di Milano Bicocca; prof.ssa Pina Masturzo, docente di Lettere; prof. Antonio Gazia, docente di Lettere; prof.ssa Rosa Viscito, docente di Lettere; prof.ssa Francesca Gazia, docente di Lingue e Letterature straniere; prof. Mariano Ciarletta, docente di Lettere, storico e poeta; prof.ssa Mariella Avallone, docente di Lingue e Letterature straniere; Alfonso Vincenzo Mauro, interprete e traduttore; e Mattia Eramo, studente vincitore della scorsa edizione del concorso, ha decretato la seguente graduatoria: premio del pubblico e menzione di merito: “Anima senza anima”, di Vittoria Giannì da Lecce; menzioni di merito: “Lacrime di poesia malata”, di Annie Shetal Tonarini dalla provincia di Firenze; “Inesorabile”, di Chiara Del Pozzo dalla provincia di Mantova; “Alla sera”, di Davide Menegon dalla provincia di Pordenone; “Hands against war”, di Anna Maria Fusco dalla provincia di Salerno; 6° premio: “Le lacrime dell’invisibile”, di Gaia Filomena Pennestrì dalla provincia di Reggio Calabria; 5° premio: “Memoria”, di Gregorio Rizzo Ugdulena da Messina; 4° premio: “Mediterraneo”, di Sami El Debuch da Roma; 3° premio: “Rifiuto”, di Arianna Liguori da Salerno; 2° premio: “In guerra per me”, di Laura Zoppi dalla provincia di Napoli; 1° premio: “Al di là dell’arancio di Jaffa”, di Francesco Piccinni da Bari. “Incontrare le ragazze e i ragazzi finalisti, ascoltare la loro voce e comprendere meglio da dove nasce e cosa significa la loro poesia è un momento molto emozionante: per loro, naturalmente, e per le famiglie che li accompagnano da ogni parte d’Italia, ma anche per noi che ce li siamo letteralmente ‘portati dietro’ e che ce li siamo immaginati in questi mesi”; così la vicepresidente di giuria, la prof.ssa salernitana Pina Masturzo. Il premio, come nelle edizioni precedenti, si è prefisso di rinsaldare il dialogo poetico dei e tra i giovani, perché parlino per loro stessi e per tutti, e, come da bando “con una voce che sappia libera e rivoluzionaria sollevarsi sulle contraddizioni dei nostri tempi”. Molti i quesiti esistenziali posti dalle ragazze e dai ragazzi nei loro elaborati; il presidente di giuria, prof. Roberto Miraglia, ha tenuto un intervento circa il rapporto tra Filosofia e Poesia, una non dissimile “ricerca di verità che risale almeno a Parmenide” — ma che in poesia ha l’apparentemente contraddittorietà, e privilegio, di poterlo fare anche attraverso “l’aureo vaneggiamento”, l’artata menzogna, il non detto. Altro spunto di riflessione del professore, il rapporto, in vertiginoso divenire, tra AI e la produzione di testi anche letterari e poetici; “non c’è da disperarsi, poiché l’agentività umana, sia a priori che a posteriori, resta e resterà sempre ago della bilancia e contrappeso ideativo, creativo, e ri- creativo”. Quindi la poesia deve rivendicare e riaffermare sé stessa, massime quando si presuma di monetizzare finanche il nostro tempo libero, finanche il fare Arte. E, imbanditi al convivio dei pochi, i nostri spirito critico, dissentire, libera espressione, stare insieme, rischiano diventare cibo per vigilanza e consumerizzazione, riorientando prodotti e servizi per commercializzare l’utente finale come individuo atomico. Ormai partendo purtroppo da giovanissima età. Bene dunque far parlare ragazze e ragazzi senza secondi fini. È facile intravedere il vero talento? Tutt’altro. È arduo riconoscerlo: talvolta la giuria si può trovare dinanzi a piccoli gioielli che però non avranno domani, perché scaturiti da un particolare stato di grazia, irripetibile nell’evoluzione della persona che lo ha vissuto. In altri casi, dietro una grazia un po’ acerba o uno sperimentalismo che non convince, si celano i semi di un’autentica e futuribile capacità di scrittura. La giuria ha assegnato il primo premio a Francesco Piccinni, per la poesia “Al di là dell’arancio di Jaffa”, denuncia che offre “una misurata voce poetica alla protesta, cantando [nel correlativo-oggettivo del frutto] la fragilità che resista alla barbarie degli eserciti che marciano e calpestano” come specificato nella motivazione di premio stilata dalla direzione artistica del concorso. E lo stesso Piccinni, ‘un tipo sveglio’ lo definiremmo, non ha mancato di ribadire egli stesso le medesime coordinate ideologiche che lo hanno ispirato nella scrittura. Il sindaco Giovanni De Simone, il vicesindaco Angela Infante, e l’assessore alla cultura Daniele Benincasa hanno nei loro interventi lodato tanta gioventù, nonché la sensibilità dei genitori, che ha apprezzato la permanenza a Vietri — espressione di turismo culturale contrapposto al turismo di massa. Corona d’alloro in capo, e tra le mani un trofeo ceramico realizzato dal maestro Salvatore Scalese (gli altri premi a cura di Elisa D’Arienzo e il giovane Manuel Apicella), Piccinni ha accettato di partecipare ai lavori di giuria per l’edizione prossima del concorso — una sorta di passaggio del testimone poetico affinché, per dirla col poeta britannico-statunitense T.S. Eliot, di questi frammenti (poetici) si àrginino le nostre rovine.