L’impegno di Gianfranco Valiante, candidato per la lista Campania Riformista alle prossime elezioni regionali, è chiaro: è necessario lavorare a nuovo patto per il futuro della Campania.
Candidato Valiante, da dove nasce questa proposta?
Nasce dalla consapevolezza che i nostri giovani oggi vivono una condizione di grande difficoltà. Troppo spesso sono scoraggiati da un sistema che li ostacola invece di sostenerli. I costi elevati della formazione, la precarietà del lavoro, la burocrazia e la mancanza di incentivi reali stanno spingendo molti di loro ad andare via. È arrivato il momento di cambiare pagina e restituire fiducia e prospettive concrete alle nuove generazioni.
Lei propone di ridurre le imposte e introdurre un detassamento mirato. Può spiegare in che modo questo aiuterebbe i giovani?
Ridurre la pressione fiscale non è una promessa generica, ma una scelta strategica. Significa premiare chi investe nei giovani, chi li assume, li forma, o crea opportunità di crescita per loro. Le imprese, le startup, le cooperative e le associazioni che scommettono sulle nuove generazioni devono poter contare su una fiscalità agevolata e su fondi regionali stabili, non su misure occasionali.
Quindi la leva fiscale come motore di sviluppo?
Esattamente. Una politica fiscale intelligente può liberare energie e risorse. Se un’impresa sa che assumere un under 35 comporta vantaggi concreti, sarà più incline a farlo. Allo stesso modo, una startup o un’associazione culturale che lavora con i giovani deve sentire che la Regione crede in lei e la accompagna con strumenti concreti.
Lei parla di una “concertazione stabile” tra Regione, Università e mondo produttivo. In cosa consiste questa idea?
Dobbiamo creare un sistema coeso in cui formazione, ricerca e lavoro dialoghino in modo continuo. Penso a poli territoriali dell’innovazione giovanile, luoghi dove impresa, ricerca e cultura si incontrano quotidianamente per far nascere nuove idee e progetti. Solo così possiamo trasformare il talento dei giovani in sviluppo reale per la Campania.
Come risponde a chi sostiene che la fuga dei giovani sia un fenomeno inevitabile?
Non credo affatto che sia inevitabile. È il risultato dell’inerzia delle istituzioni e della mancanza di fiducia nel futuro. I giovani non vogliono andarsene, vogliono semplicemente avere la possibilità di costruire la propria vita qui. Sta alla politica creare le condizioni perché questo accada, offrendo strumenti, libertà e un contesto fertile per le loro ambizioni.
In poche parole, qual è la Campania che immagina?
Una regione che non si limita a parlare di giovani, ma investe davvero in loro. Una Campania che crede nelle competenze, nell’innovazione, nella formazione e nella partecipazione. Una terra dove i ragazzi possano restare, creare e innovare.





