NOCERA INFERIORE. Non è volersi schierare con il sindaco Manlio Torquato ma il pd che polemizza per una volontà del sindaco di Nocera Inferiore di dialogo con il governatore della Regione appare francamente poco comprensibile. Come poco comprensibile è il fatto di ritenere uno scavalcamento del partito locale eventuali interlocuzione di un sindaco, anche se di parte avversaria, con il presidente della Regione.
L’intervento del Pd è stato ha lasciato molti interdetti e a qualcuno ha fatto scappare anche il sorriso. Ieri, al documento del partito democratico di Nocera Inferiore, pubblicato anche da Le Cronache, Torquato ha replicato ironicamente: «La prossima volta chiederò il permesso». Il sindaco ha aggiunto: «E’ bastato un articolo, peraltro anche privo di alcuna mia dichiarazione, circa la volontà di dialogo con il Presdidente della Regione a suscitare una inusitata e immotivata reazione ostile da parte di alcuni esponenti del PD nocerino – scrive Torquato -. Quasi che un sindaco di una città di 50mila abitanti, per parlare col Presdiente della sua regione, debba chiedere il permesso al partito locale di quest’ultimo».
contro la decisione del Pd locale si scheira anche Vincenzo Stile, componente dell’assemblea nazionale del partito: «Mi sembra giusto che Torquato voglia parlare con De Luca. E’ un rapporto amministrativo necessario tra due istituzioni: il Sindaco di una città di circa 50.000 abitanti e il Governatore della propria Regione, non si tratta di sotterfugi o altre cose, ma di un normale rapporto istituzionale. Poi la questi«Chiederò il permesso al pd nocerino» one politica nei rapporti tra Pd e maggioranza è altra cosa, il pd nocerino deve aprirsi e aprire gli occhi alle entità politiche presenti anche in maggioranza, che sostengono e hanno sostenuto e votato il Pd alle primarie e alle regionali, o che si sono candidate alla Provincia anche con la lista Pd, ma che non dialogano ufficialmente con il pd nocerino». E Stile aggiunge: «C’e da porsi una domanda se nella maggioranza ci sono consiglieri che puntualmente votano pd. Vuol dire che ci votano quelli a cui siamo alternativi? Prendendo atto di questa realtà, la mia proposta è quella di aprire un discorso chiaro e aperto con queste forze, che prenda atto della realtà di questi ultimi mesi, magari lanciando l’idea di una convention programmatica nella quale confrontarci apertamente, perché se poi si vota in modo concorde, bisogna mettere in positivo i punti comuni che ci portano a fare questo. Perché non può più ammettersi che esista un pd ufficiale ed uno ufficioso. La politica richiede chiarezza di posizioni e se c’è comportamento coerente alle elezioni, bisognerebbe essere coerenti anche dopo, per costruire una comunità politica in movimento».