Antonio Manzo
“Ci voleva la notizia dell’attentato a Sigfrido Ranucci per poter accendere i riflettori anche sul polo scientifico salernitano che da Salerno si è traferito a Roma all’Autorità del Garante protezione Dati personali” ti dice un docente dell’università di Salerno che da febbraio scorso segue l’inchiesta giornalistica con il racconto dell’amichettismo Unisa. Sempre la stessa storia dell’università di Salerno che recluta alla docenza intere famiglie, con mariti e mogli, fidanzate e fidanzati, amiche e amici di elevato rango affettivo, a nipoti di prima generazione? Passano i minuti e la smentita ti arriva dal racconto della esclusione di una docente dal concorso a docente ordinario, già figlia di un autorevole storico che fu tra i fondatori dell’università di Salerno, a partire da Gabriele De Rosa. Non è facile far crollare il muro della dignitosa riservatezza che si è costruito, per difesa personale, la docente Vitulia Ivone, figlia di quel Diomede riconosciuto storico ma mai nell’anagrafe di parenti stretti da sistemare. La storia te la racconta il sito dell’università e te la segnala, computer alla mano, un docente della Ivone con un fare distaccato. C’è tutto, ma il docente non capisce che c’è una notizia. Ci sono gli atti e i verbali delle commissioni di concorso, dal settembre 2024, che hanno esclusa Vitulia Ivone dal posto di professore ordinario di diritto privato, riconosciuta nel mondo accademico internazionale sulla internazionalizzazione del diritto privato. Un ricco e produttivo curriculum a Salerno non basta. E viene dichiarata non idonea con la selezione tra tre professori associati interni all’ateneo Serena Serravalle, Antonio Musio e Federica Lazzarelli. Il lavoro della commissione, tra gli atti della proroga, la relazione riassuntiva, il verbale con la rosa degli idonei il decreto di approvazione atti sarà tutto firmato dal presidente della commissione Marcello D’Ambrosio. Ci sono i mandati e gli esecutori in tutte le storie accademiche dell’amichettismo. Ed ora Vitulia Ivone è vittima della scuola di diritto privato e civile di Pietro Perlingierii. Salerno-Roma è solo tempo di Freccia Rossa per ritrovarti al cospetto di uno dei protagonisti di questa scuola: Pasquale Stanzione il presidente dell’Autority Garante Privacy che tesse le fila della fidelizzazione accademica insieme alla moglie, Gabriella Autorino, la figlia Maria Gabriella, e la nipote Anna Maria Parisi. La docente Gabriella Autorino già professoressa di sistemi giuridici comparati diede la cattedra alla nipote dopo un abile giro di valzer tra i dipartimenti dell’università. Se il valzer è stato immediato e riuscito, non è stato noto neppure al professor Giambattista Scirè che ha radiografato il sistema universitario italiano masso-mafioso. Il viaggio a Roma non è infruttuoso perché ti ritrovi consulente dell’Autority Garante quel Giovanni Sciancalepore, allievo di Gabriella Autorino, ricompensato come consulente giuridico del presidente dell’Autority Garante guidata da Stanzione. Qui ora indaga la Corte dei Conti. Si sono scoperti a Roma i sepolcri della Masso-Mafia accademica nell’apparente tranquillità romana mai violata dalle tempeste giudiziarie di alcuni atenei italiani come, ad esempio a Messina, su una faccenda di appalti per milioni di euro banditi ed assegnati fuori dalle prescrizioni dell’Anac. O quando le università di Messina e di Catania, cinque anni fa non secolo scorso, furono costrette a contare ben 40 docenti indagati e poi processati per i reati di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta ed altro. Le indagini dei pm accertarono l’esistenza di 27 concorsi truccati: 17 per professore ordinario, 4 per professore associato, 6 per ricercatore. A Salerno tutti i concorsi li definiscono seri, legittimi e normali nonostante le denunce alla procura della Repubblica di Salerno e a quella, competente per territorio, di Nocera Inferiore. Ma anche a Roma c’è chi prende atti del Garante per la Protezione personale come quelli per il concorso pubblico, per titoli ed esami a due posti di dirigente co profilo giuridico-amministrativo nel ruolo dell’ufficio del Garante. Sarebbe “roba” vecchia del 2019 quando fu sostituito il presidente della commissione d’esame. Va via il dottor Agnello Rossi, già avvocato generale presso la corte di Cassazione e al suo posto arriva, il dott. Saverio Capolupo consigliere di Stato e già comandante generale della Guardia di Finanza. Lui è originario di Capriglia Irpina e il suo cognome, naturalmente solo per omonimia, torna nell’anagrafica dell’Un’Isa. Agli altri due componenti della commissione, non resta che mettersi sugli attenti nel giorno del saluto al generale Capolupo. Ci sono ad attenderlo, a palazzo Venezia , Maria Rosaria Marella, ordinario di diritto privato all’università di Perugia e Salvatore Sica, professore di diritto privato all’università di Salerno, già collega dello stesso Stanzione, e fratello dell’avvocato Silverio Sica che ha giustamente rivendicato le ragioni di violazioni della privacy reclamate dal suo illustre cliente, Gennaro Sangiuliano. Quella multa da 150 milioni per la Rai che ha riacceso i riflettori anche sul covo scientifico dell’Autority nato all’università di Salerno. Così va l’Italia del Freccia Rossa. Superveloce.





