Eboli, l'impero delle motoseghe - Le Cronache Provincia
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Eboli, l’impero delle motoseghe

Eboli, l’impero delle motoseghe

Vito Merola

Ha generato rimostranze di associazioni e di singoli cittadini la recente delibera di Giunta con cui il Comune di Eboli statuisce l’abbattimento di ben trentadue alberi del già compromesso patrimonio verde cittadino, come già evidenziato da questo giornale. La mappa degli abbattimenti previsti: sette in viale Perito, undici in viale Amendola, uno in via Statale 19, uno in piazza della Repubblica, sette in via Sandro Pertini, uno in via Ugo Foscolo, uno in corso Garibaldi, uno in salita Ripa, due in piazza S. Antonio. Non è stata resa nota la relazione peritale in base alla quale la Giunta ha scelto gli alberi da abbattere. Questo ha incrementato il rammarico: si perdono trentadue amati alberi in cambio di nulla e chi sa perché, si subisce un ulteriore impoverimento paesaggistico per motivi che il Comune non ha esplicato. Ad aggravare le reazioni emotive sopravvengono due fatti. Domenica 12 ottobre scorso in viale Amendola un maestoso platano ha “lasciato cadere” un grosso ramo, solo fortunosamente senza arrecare danni a persone ed a beni. Il successivo lunedì si è diffusa la notizia dell’abbattimento nel giardino di villa Borghese, il santuario della gloria barocca di Roma, di un magnifico Ginkgo Biloba più che centenario che si ergeva a pochi passi dalla Terrazza del Pincio. L’amministrazione municipale di Roma solo successivamente al montare delle proteste, ha reso noto che l’albero era ammalorato e perciò divenuto pericoloso, tuttavia senza render nota alcuna valutazione peritale. In democrazia non si fa così: di ogni deliberazione della Pubblica Amministrazione devono essere resi noti i presupposti e le finalità. I cittadini devono poter verificare con immediatezza la conformità a legge ed a ragione. Per tornare alla vicenda degli alberi ebolitani abbattendi, occorre aver chiari i criteri di gestione del verde pubblico che la legge impone e che il Comune ebolitano nel 2016 (delibera di Consiglio comunale n. 73 del 30 settembre 2016), esprimeva in dettaglio, con riferimento ad un pregiato documento peritale fatto proprio appunto con la detta delibera. Si allude al “Piano del Verde della città di Eboli e censimento del verde urbano”, redatto da. Michele Biondi, con laurea in Scienze Forestali e lunga esperienza nella gestione del verde pubblico, e dall’architetto Paola Cimmino. E’ documento agevolmente reperibile su web. Documento di valore conoscitivo, perché espone i criteri che devono adottarsi per la gestione del verde urbano Documento, nel senso che una volta fatto proprio dal Consiglio Comunale con delibera, acquisisce forza di regolamento generale in materia di verde urbano. Questo significa, come è noto, che il Sindaco e la Giunta devono imperativamente attenersi per ogni loro deliberazione ed operazione afferente ad alberi e vegetazione di città, alle prescrizioni ed ai criteri di quel documento dotato di forza di regolamento generale. Ciò per chiara e precisa volontà di legge. Ne consegue di stretta necessità che la liceità della delibera di abbattimento di alberi in discorso è da valutare in relazione al Piano del Verde della città di Eboli come sopra fatto proprio dal Consiglio. Occorre verificare se si tratti di atto amministrativo conforme all’indirizzo consiliare vincolante, perché regolamento generale del servizio ‘Verde cittadino’ come si è detto, ovvero si ponga in conflitto con questo, con effetto d’annullabilità per eccesso di potere e violazione di legge. Ci sono tre punti centrali del Piano del Verde. Nei nove anni intercorsi dalla delibera consiliare n. 73/2016, per la manutenzione del verde esistente si è utilizzata ancora la tecnica obsoleta, abbandonata e riprovata dalla scienza forestale della capitozzatura, potatura drastica che consiste nell’accorciare o troncare rozzamente i rami principali e la cima dell’albero, lasciando solo monconi. Con l’effetto di far germinare deboli rami epicormi (o polloni), aprire ferite nella corteccia arborea favorendo il passaggio di funghi ed altri patogeni, e generare una formazione lignea “di reazione” – una sorta di tessuto cicatriziale – con disastrosi affetti estetici. L’ammaloramento di alberi (da cui si suppone ma non si è certi sia motivata la delibera di abbattimento) non può non essere ascritto in ampia misura a queste scelte. Dei nuovi alberi impiantati prima d’oggi e dopo il 2016, non sono state redatte le schede di censimento. con l’effetto di lasciare non aggiornato ed inutilizzabile il censimento arboreo allegato al Piano del Verde del 2015-2016. Inoltre, le specie di alberi da impiantare sono state scelte senza supporto di uno specialista dotato di competenze adeguate di scienza forestale, comprensive delle caratteristiche di più specie arboree, del loro sviluppo, dei loro bisogni, con consapevolezza dell’ambiente circostante alla città, foreste e specie che vi si sono adattate, delle specie aviarie che ospitano e possono ospitare, e quant’altro.. L’abbattimento deliberato di recente dalla Giunta, ammesso ma tuttora da verificare sia motivato da ammaloramento degli alberi certificato da un esperto, non è accompagnato da un piano di ripiantumazione per numero di esemplari almeno equivalente a quelli da eliminare, con designazione di un esperto per procedervi secondo migliore scienza ed esperienza. Per questo motivo è in evidente e totale contrasto con il regolamento generale dettato dal Piano del Verde 2015-2016, il quale pone al centro il concetto di turnazione delle alberate. Sindaco e Giunta sono ancora in tempo per smentire l’’impero delle motoseghe, emanando nuova delibera conforme, come dovuto, ai criteri del Piano Verde.