Fitofarmaci pericolosi, in 4 a processo - Le Cronache Cronaca
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Fitofarmaci pericolosi, in 4 a processo

Fitofarmaci pericolosi, in 4 a processo

Scafati/Vesuviano. Quattro processi brevi (rito abbreviato) dopo i patteggiamenti prima dell’estate e un rito ordinario per la vicenda dei fitofarmaci cancerogeni importati da Cina e Thailandia per introiti milionari e venduti nel salernitano e in Campania. Per un’altra cinquantina di persone coinvolte nel blitz di marzo si procede separatamente. La contestazione è di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di adulterazione di fitofarmaci e di ricettazione di tali prodotti, nonché per i reati di adulterazione o contraffazione di fitofarmaci, di riciclaggio e di autoriciclaggio. A gestire il traffico illecito ci sarebbe stato il boschese Francesco Federico (per il quale pende una richiesta di scarcerazione proposta dagli avvocati Gennaro Maresca e ippolito Matrone). Per altri invece le misure cautelari sono state tutte revocate. L’attività investigativa trae origine dal sequestro di oltre 46mila litri di fitofarmaci adulterati e illegali – che, qualora immessi sul mercato, avrebbero fruttato 5 milioni di euro – effettuato dalla Guardia di Finanza nel 2023 in fase di accesso presso il domicilio di una società Vesuviana che si occupa di commercio al dettaglio di prodotti per l’agricoltura ed il giardinaggio. Dalle indagini, proseguite anche mediante intercettazioni telefoniche, oltre che con l’ausilio delle analisi tecniche dell’Icqrf sui campioni sequestrati, era emerso che l’amministratore della società avrebbe importato dalla Cina e dalla Thailandia, per poi commercializzarli in concorso con alcuni intermediari-procacciatori di clienti, fitofarmaci vietati dalla normativa di settore, europea e nazionale, in assenza delle previste autorizzazioni amministrative sanitarie ed ambientali, in quanto adulterati e pericolosi per la salute pubblica. I proventi dell’attività illecita erano risultati reinvestiti nell’acquisto di 3 immobili dal valore complessivo di 380mila euro, oggetto di sequestro preventivo a marzo per il reato di auto-riciclaggio. Dopo essere stati introdotti nel territorio nazionale mediante false indicazioni nelle bollette doganali inerenti alla tipologia di prodotto in modo da eludere i controlli, i fitofarmaci sarebbero stati manipolati con altre molecole, creando miscele nocive per la salute umana ed estremamente vantaggiose per i clienti finali, in quanto diluibili con una percentuale di acqua doppia rispetto a quella necessaria per l’impiego di un fitofarmaco legale, permettendo quindi ai 5 imputati un illecito risparmio di spesa e un maggiore profitto illecito.