Olga Chieffi
Un teatro che non si limita a “mostrare”, ma che invita a vivere la scena. È da questa idea che nasce la nuova rassegna Coniugare il Teatro – Scena Immersiva, alla sua prima edizione, ideata e promossa dal Teatro Pubblico Campano in esclusiva per il Teatro Pasolini di Salerno. Cinque appuntamenti in programma, dal stasera all’11 dicembre, che disegneranno un percorso teatrale originale, capace di intrecciare la tradizione con modalità innovative di fruizione, invitando il pubblico a farsi parte integrante dello spettacolo. L’inaugurazione della rassegna, da oggi al 12 ottobre, è dedicata a Fred Buscglione, al quale è stato dedicato lo spettacolo “L’ultima corsa di Fred – 3 febbraio millenovecentosessanta” da Mario Gelardi e Giuseppe Miale di Mauro, con Massimo De Matteo, diretto da Peppe Miale. La scena si apre su una Ford Thunderbird che corre per le strade di Roma, all’alba di un giorno segnato dalla tragedia. L’incidente in cui perse la vita Fred Buscaglione diventa occasione per ripercorrere la sua vicenda artistica e umana: il successo travolgente, la vita notturna, la voce inconfondibile che raccontava l’Italia del dopoguerra. La narrazione, affidata a un fan-testimone, diventa un dialogo tra mito e spettatore, tra fascinazione e perdita. Ci ritroveremo seduti ad un tavolino con la sala Pasolini trasformata in un night. Ed ecco che Massimo De Matteo, sostenuto da un bel trio composto da Floriano Bocchino al pianoforte, Ciro Riccardi alla tromba e Claudio Marino alla batteria, incontreremo il Fred tombeur del femmes, fedele alla vocazione di jazzman (non dimentichiamo che il jazz italiano nacque proprio lì a Torino), quando costituisce i suoi gruppi musicali, circondandosi di musicisti di talento. Calcando solo un po’ la mano con testi ad hoc, il suo paroliere Chiosso, gli cuce addosso la personalità del Clark Gable made in Italy, di scettico playboy messo in crisi da bionde esplosive, che si rivelano svampite solo in apparenza. no stile influenzato anche dalle immagini, dalle atmosfere e dai personaggi dei film americani che in quel periodo cominciano a diffondersi nelle sale delle grandi città come Torino. Il gangster americano alla Clark Gable è quello che impressiona maggiormente e al quale Buscaglione si ispira per creare un personaggio da portare in scena, sia come attore al cinema che come interprete di canzoni: il duro dal cuore tenero, sensibile al fascino femminile. Nasce così Fred Buscaglione. Se canzoni come Tchumbala-Bey, diventano immediatamente dei tormentoni grazie a Gino Latilla, altro torinese già famoso come interprete, il colpaccio che gli spalanca le porte della celebrità è la registrazione pionieristica di tredici tracce al Teatro Gobetti di Torino, tra queste, Teresa non sparare, Che bambola, Porfirio Villarosa, Tchumbala-Bey, Eri piccola, Frankie And Johnny di Colt-Testa. Così Fred si cala sempre di più nei panni del duro americano, è l’incarnazione di quei personaggi nati nei romanzi e diventati verosimili nelle pellicole cinematografiche o nei musical; con i loro stereotipi a renderli immediatamente riconoscibili: il whisky da trangugiare, il sigaro in bocca o la sigaretta, il cappello a larghe falde in testa, il doppiopetto gessato, i baffetti neri sempre curati. Un personaggio che in scena porta la musica swing e l’ironia di testi che contemporaneamente esaltano e canzonano quello stesso stereotipo, mettendo in ridicolo i luoghi comuni del machismo americano. Canzoni le sue, che soprattutto mettono in scena figure femminili inedite: donne misteriose e fatali, che rompono con lo stereotipo della casalinga dimessa e succube, dell’angelo del focolare, della figura mite sullo sfondo, per diventare consapevoli del proprio ruolo di primo piano. Donne che difendono il proprio onore, che smettono di obbedire ai maschi e, se vogliono, si vendicano. Che bambola! viene pubblicata nel 1956 in formato 78 giri riscuotendo un enorme successo commerciale. Tanto che da questo momento le case discografiche si accorgono delle potenzialità commerciali della canzone come prodotto di massa. Canzone che si rinnova sul piano musicale anche con l’inserimento di effetti sonori come il fischio, lo scoppio dei petardi, il cucù di un orologio, una risata fragorosa, la sirena della polizia e altri suoni che contribuiscono a determinare un’ambientazione reale e contemporanea in cui collocare i personaggi e la vicenda. La figura femminile protagonista è tra quelle che reagiscono alle profferte del maschio che tenta l’approccio, mostrando una certa veemenza: Lei si volta, poi mi squadra come fossi uno straccion / Poi si mette bene in guardia come Rocky, il gran campion / Finta il destro e di sinistro lei m’incolla ad un lampion / (fischio) Che sventola! Per non parlare di Teresa, protagonista di Teresa non sparare. La bionda di Che notte, è la femme fatale per la quale il gangster protagonista è pronto a rischiare un’uscita alla scoperto con l’inevitabile rissa tra band rivali. Ma a queste donne, proibite e dannatamente belle, non si può resistere. Così come è impossibile resistere al loro modello di riferimento, la bionda mozzafiato Marilyn Monroe. Donne seducenti e fascinose, come la protagonista di Criminalmente bella, ode a un amore idealizzato tanto desiderato quanto irraggiungibile. Anche in Eri piccola, la figura femminile è travolgente, grazie al suo potere ammaliatore riesce a ottenere dall’uomo qualsiasi cosa. Carina è dedicata a una donna spensierata e meno trasgressiva, ma pur sempre capace di stregare colui che la corteggia. Il successo di queste canzoni è impressionante. Così, nello spazio brevissimo di due anni, tra il ’58 e il ’60, Buscaglione raggiunge il culmine di una carriera nata da una lunga gavetta e diventata eterna con le canzoni diffuse dai jukebox, con la fama consacrata a Roma, con canzoni che lo identificano, come Whisky facile. Ma Fred è una persona semplice, un piemontese dalle radici sprofondate nella terra e nei valori del lavoro e dell’onestà. Non certo un gangster. Alla ricerca di sé, altre canzoni entrano nel suo repertorio, meno fumettistiche e parodistiche, canzoni melodiche chiamate sentimentals songs. Come Mi sei rimasta negli occhi di Buscaglione-Pogliotti, Love in Portofino di Buscaglione-Chiosso, Come Guarda che luna di Giovanni D’Anzi e Alfredo Bracchi, tra i capolavori senza tempo che Buscaglione ci ha lasciato, con la citazione della famosa sonata di Beethoven Chiaro di luna. Con queste canzoni viene a galla una diversa versione di Fred, forse la più autentica. Poi quella maledetta alba. Pur avendo avuto poco tempo per esprimere il suo talento, Buscaglione lascia un’eredità enorme, in conseguenza delle novità che ha apportato nella canzone italiana, svecchiandola e conducendola su strade mai percorse prima. Contaminando la tradizione con lo swing, con il jazz, con i ritmi latini, perfino con il rock ’n roll. Mescolando in una originale commistione poesia, ritmo, sarcasmo, ironia.





