De Luca: “Leggo candidati, ma per fare che?” - Le Cronache Ultimora
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De Luca: “Leggo candidati, ma per fare che?”

De Luca: “Leggo candidati, ma per fare che?”

Le prossime elezioni regionali in Campania, fissate per domenica 23 e lunedì 24 novembre, si preannunciano come uno snodo cruciale per il futuro politico della regione. A poco più di un mese dall’appuntamento elettorale, in un contesto che vede il presidente uscente Vincenzo De Luca impossibilitato a ricandidarsi per un terzo mandato (come confermato dalla Corte Costituzionale lo scorso 9 aprile 2025), il quadro delle candidature e, soprattutto, l’assenza di un nome definitivo per il centrodestra, dominano il dibattito. Un dibattito che, secondo lo stesso De Luca, rischia di essere troppo incentrato sulle dinamiche nazionali e troppo poco sulle reali esigenze del territorio. L’occasione per il governatore è stata l’inaugurazione della rampa Angri Sud con il collegamento a Sant’Egidio del Monte Albino: un momento per fare il punto sui dieci anni di amministrazione e, al contempo, per lanciare un monito alla classe politica che si prepara a raccoglierne l’eredità. Attualmente, i candidati alla Presidenza della Regione Campania che hanno ufficializzato la propria corsa sono due: Roberto Fico, in rappresentanza del centrosinistra e del campo largo, e Stefano Bandecchi. Il centrodestra, invece, mantiene il riserbo sul nome del suo sfidante, alimentando speculazioni e ritardi nella definizione di una strategia unitaria. Circolano i nomi di Edmondo Cirielli (FdI), Viceministro degli Esteri e dato come il candidato più quotato, e del civico Costanzo Jannotti Pecci, nome lanciato proprio dal viceministro Cirielli. La situazione di stallo non è sfuggita al presidente De Luca, il quale ha commentato con sarcasmo la difficoltà del centrodestra nel trovare un candidato: “Ma credo che alla fine tireranno in alto la moneta, vedranno un po’ chi esce. Per adesso si sta giocando a una sola porta, come dicevamo da ragazzi, c’è una sola porta”. Poi prosegue: “Non lo so, ma noi seguiamo con relativa angoscia. Può darsi che decidano dopo il 23 novembre, non sarebbe un grande danno per la Campania”. L’ironia di De Luca cela una critica ben più profonda che tocca il cuore dell’attuale campagna elettorale. Secondo il presidente uscente, l’attuale clima elettorale è viziato da un approccio sbagliato, che privilegia le logiche di potere e le ambizioni nazionali a scapito delle questioni regionali. De Luca lamenta come il focus sia stato spostato dai “problemi dei territori e delle regioni” a “questioni nazionali”, in particolare per quanto riguarda la costruzione di ampie coalizioni. “C’è un problema politico vero. Il dato negativo di questa stagione di elezioni regionali è questo, che al centro dell’attenzione delle forze politiche non sono stati i territori, le regioni, con i problemi dei territori e delle regioni, ma questioni nazionali. In modo particolare, per quello che riguarda il centrosinistra, ci si è dati l’obiettivo di creare una coalizione ampia. Questo è un obiettivo giusto da perseguire, se vuoi governare l’Italia”. Tuttavia, il governatore ha subito posto un forte caveat su tale obiettivo, riportando la discussione sul terreno del merito e dei contenuti: “Ma a condizione che ci sia un programma serio da proporre all’Italia e da proporre poi ai territori regionali. Prendiamo la Campania, ma possiamo prendere altre regioni. Possiamo scegliere tutti i candidati che vogliamo”. L’affondo finale di De Luca è un appello esplicito alla responsabilità politica, un interrogativo diretto rivolto a tutti i contendenti, indipendentemente dalla loro appartenenza partitica: “Per quello che mi riguarda la cosa decisiva è sapere: candidati per fare che? Quindi, per quello che mi riguarda, se non vedo un programma chiaro è utile, non demagogico per la nostra comunità, io non ho candidati”. Sul versante del centrosinistra, il candidato Roberto Fico, ex Presidente della Camera ed esponente del Movimento 5 Stelle, è supportato da un’ampia coalizione di centro-sinistra che, secondo le informazioni disponibili, include, oltre al M5S, il Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva, Partito Socialista Italiano, +Europa, Partito Repubblicano Italiano e Noi di Centro. La candidatura di Fico, pur rappresentando l’unione del cosiddetto “campo largo”, dovrà confrontarsi con l’ingombrante eredità politica di Vincenzo De Luca. Il presidente uscente, pur dovendo rinunciare alla ricandidatura, ha lasciato un’impronta profonda nella politica regionale, come testimoniato dal plebiscito di consensi ottenuto alle elezioni del 2020. Fico si trova quindi nella posizione di dover conciliare l’istanza di rinnovamento e discontinuità, promossa anche dal suo partito, con il sostegno delle forze che hanno governato la Campania nell’ultimo decennio, comprese le liste collegate a De Luca stesso che, a quanto pare, saranno in campo a sostegno di Fico. Le elezioni del 23 e 24 novembre (data confermata da diversi enti e prefetture) si terranno contemporaneamente in Campania, Puglia e Veneto. Saranno le quinte elezioni regionali del 2025 in Italia. La legge elettorale regionale prevede che sia eletto Presidente il candidato che ottiene il maggior numero di voti validi a livello regionale e che le liste collegate al Presidente eletto ottengano almeno il 60% dei seggi. La soglia di sbarramento per le liste è fissata al 2,5%. Mentre il Centrodestra continua a temporeggiare nella speranza di trovare la figura in grado di unire le diverse anime della coalizione, e il centrosinistra, con Fico, cerca di consolidare un’alleanza eterogenea, il monito di De Luca risuona come un severo richiamo alla concretezza: al di là dei nomi, ciò che conta per la Campania è il programma. La vera competizione, in un clima che si preannuncia teso e polarizzato, sarà quella sui contenuti, non solo sulle bandiere. La Campania attende risposte chiare al suo pressante “candidati per fare che?”.