Mercato dei Comuni per la concessione dei lidi - Le Cronache Ultimora
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Mercato dei Comuni per la concessione dei lidi

Mercato dei Comuni per la concessione dei lidi

Antonio Manzo

Verso la fine dell’affaire concessioni demaniali marittime per gli stabilimenti balneari. Si comincia con la bocciatura dei provvedimenti di proroga delle concessioni del comune di Sapri, centro costiero cilentano teatro di spreco di danaro pubblico oltre che drammatico scenario della recentissima guerra tra gestori nautici di Sapri, le due storiche famiglie con l’intervento del più noto imprenditore di Sapri Michele Marciano affidatario dei lavori di demolizione dell’ ecomostro dell’ex cementificio sul porto di Sapri e titolare di numerosi lavori pubblici. Si comincia proprio con la bocciatura di Sapri ma non è escluso che il provvedimento possa valere per tutti i comuni con le concessioni balneari ai fine turistico ricreativo. Sono centinaia di concessioni balneari in provincia di Salerno e nessun comune ha chiesto ai gestori un certificato antimafia prima di rilasciare la concessione sul demanio che fa gola anche ai boss della camorra e della ‘ndrangheta. Proprio su questo capitolo la Direzione Distrettuale Antimafia ha aperto un fascicolo che parte dalla procura di Lagonegro competente per Sapri e approda sule scrivanie dei Pm antimafia potentini diretti dal procuratore Maurizio Cardea. Le indagini, dal 31 luglio scorso, sono nelle mani dei capitano dei Carabinieri di Sapri Francesco Fedocci che ai Pm dovrà fornire dati e notizie sulle gestione dei porti di Sapri, Policastro Bussentino. Scario, Marina di Camerota e Palinuro. Una singolarità davvero plateale in una costa salernitana assediata anche da boss della camorra o loro prestanome che gestiscono i lidi. Il bollettino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato è fresco di stampa. La data del provvedimento è del 22 settembre scorso che boccia il comune di Sapri da dove inizia un inevitabile effetto cascata per tutti i comuni. Tant’è che il Garante del Mercato e della concorrenza ricorda a Sapri l’invito fatto molteplici volte “a disapplicare la normativa nazionale posta a fondamento delle determinazioni di proroga delle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative”. Per capire il valore di tali dati serve citare i prezzi medi applicati dagli stabilimenti balneari italiani ma anche cilentani: il Codacons ha evidenziato che nel 2025 i lidi più esclusivi affittavano delle postazioni a prezzi oltre i €1.000 al giorno. Per affittare un ombrellone e due lettini durante il weekend, in uno stabilimento medio, sono stati spesi tra i 30 e i 35 euro al giorno, con significative differenze a seconda della zona. Entro sessanta giorni, a partire dal 22 settembre, il Comune di Sapri dovrà comunicare all’Autorità del Garante Mercato e concorrenza, le iniziative adottate per rimuovere le violazioni della concorrenza. “Laddove entro il suddetto termine – è scritto nella delibera del Garante – tali iniziative non dovessero risultare conformi ai principi concorrenziali sopra espressi, l’Autorità potrà presentare ricorso entro i successivi trenta giorni”. L’Autorità ritiene pertanto che il Comune di Sapri, piuttosto che prorogare ulteriormente la durata delle concessioni demaniali marittime in essere, avrebbe dovuto, in attuazione dei principi concorrenziali e di quanto disposto dal giudice amministrativo, avviare le procedure ad evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni in esame, nel rispetto dei principi di concorrenza, equità, trasparenza e non discriminazione Al comune di Sapri, destinatario della comunicazione sono già al lavoro il sindaco Antonio Gentile, l’assessore al turismo e contenzioso Amalia Morabito e l’ingegnere capo dell’ufficio tecnico e urbanistica Francesco Ciorciano per predisporre le controdeduzioni alla delibera dell’Autorità del Mercato e della Concorrenza che per ben tre volte boccia Sapri. L’inchiesta della Dda di Potenza intende verificare le eventuali minacce ai concorrenti per le concessioni dei lidi e i loro ganci nelle amministrazioni comunali cilentane perpetrando una “sorta di usucapione mafiosa del lungomare cilentano”. Spulciando le relazioni di scioglimento di altri comuni costieri campani, concessioni balneari e chioschi sulle spiagge sono affari ambiti dalle mafie come il clamoroso caso del lido casertano nelle mani del clan Zagaria. In Campania, a Torre Annunziata, sciolto nel maggio 2022, c’era uno stabilimento gestito da una società della famiglia di un esponente della criminalità organizzata ucciso in un agguato di camorra nel novembre 2006. Allora conviene vedere quante concessioni di lidi sono state date nella provincia di Salerno. Questo sarà un nuovo e prossimo capitolo.