Di Olga Chieffi
Giunge alla terza edizione il progetto “Culture Sonore”, nato dalla collaborazione tra il Comune di Ravello e il Dipartimento di Lingue Letterature e Culture Straniere dell’Università Roma Tre. “Approdi” è il tema scelto per l’edizione 2025, che si svolge in collaborazione con l’archivio Cinematografico Costiera Amalfitana, diretto da Pierfrancesco Cantarella, con il finanziamento del Gal Pesca Approdo di Ulisse e con il contributo del comitato promotore, costituito dal sindaco, Paolo Vuilleumier, da Maddalena Pennacchia, dell’Università Roma Tre e Luigi Mansi, rispettivamente responsabile e coordinatore del progetto, di Giorgio de Marchis, dell’Università Roma Tre, e di Pasquale Mirra e Lorenzo Apicella, direttori artistici del programma musicale. Stasera si comincerà, alle ore 17, presso i Giardini del Monsignore, è previsto l’incontro dal titolo “La voce delle donne alla radio”, con Miriam Bella e Lucia Esposito in conversazione con Marta Perrotta, autrice del volume “Pioniere dell’etere. Dieci donne che hanno fatto la radio” edito da Carocci e del podcast “Donne di parola” di Rai Radio 2, introdotte da Luigi Mansi. Alle ore 19, presso la chiesa dell’Annunziata, l’omaggio a Pasquale Palumbo, infaticabile organizzatore di eventi musicali e inventore del “Concerto all’alba”. Sul palco, il Paolo Cimmino Trio, con Paolo Cimmino voce e percussioni, Armando Colucci al pianoforte, Mario Verace, sax alto e soprano e con la partecipazione di Lorenzo Apicella e Francesca Fusco. Declinare il termine Approdo in musica è difficile, forse impossibile, essendo l’arte rischio continuo e condiviso, un gioco musicale che non porta ad alcuna meta definita, ad alcun approdo sicuro. Il Paolo Cimmino, che merita in toto di essere predicato Maestro, Il Maestro è generoso, offre aiuto, suggerimenti, ispirazione dentro e fuori l’aula, segnala svolte e insegna prospettive, indica una via e la illumina, col proprio esempio, col proprio “fare”, col proprio porsi sempre in gioco, instilla il dubbio, che è la via per uscire dalla “selva”, un passaggio sicuro fatto di pochi principi chiari, su cui procedere, lavora indefessamente con severità, nella costruzione del sapere, senza mai aggobbire sotto sistemi pre-confezionati, verso sempre nuovi traguardi, conquistati in prima persona. Ecco, allora che Paolo Cimmino offrirà una ribalta prestigiosa ai suoi allievi protagonisti di una suite percussion con Simone Parisi, Mario Senatore, Gennaro Basile, Alfonso Nocera, Alex Rosamilo, Gabriel Voto e Domenico Donantonio. L’ensemble principierà con “Millennium Bug” di Giovanni Sollima, il concerto aprendo proprio con questo brano dell’eclettico violoncellista, datato 1999 che riprende, in chiave minimalista, quelle sensazioni di ansia e preoccupazione dell’uomo all’alba del famigerato virus del millennio, rifacendosi a ciò che abbiamo vissuto e stiamo tuttora vivendo. Seguirà “Dimension for tambourine” di Julie Davila, un pezzo arrangiato per sette tamburelli che esplora e rivelerà un ventaglio di sonorità e timbri di questo strumento. Si passerà poi alla seconda Suite inglese in la minore, BWV 807 di Johann Sebastian Bach, che porrà in luce il suono affascinante della marimba. Siamo intorno al 1723 a Cothen e il Preludio che apre la Suite è scritto in una netta forma ternaria un grandioso pedale su un’armonia di dominante che prepara la conclusione, dove l’invenzione è nelle virtuosistiche cadenze, seguito dall’Allemanda dalle eleganti e sobrie linee imitative; che ricorrono anche nella scorrevole Corrente. La Sarabanda è costruita, quindi, su un disegno discendente che in Bach ha celebri congiunti e “variata”, con ornamentazioni che, secondo una via nota nel Settecento solo a Bach, non disturbano ma accrescono le facoltà espressive della pagina. La Bourrée I è un celebre brano nel cui inciso d’apertura si riflette la proterva allegria di un passo del II Concerto Brandeburghese, mentre nella Bourrée II intravvediamo la Musette. Chiusura con la Giga, che per la sua continuità ritmica è conclusione della Suite. Si proseguirà, quindi, con Ghanaia di Mathias Schmitt, per Marimba ed ensemble di percussioni, in cui l’autore usa ritmi africani combinati con le sue esperienze musicali europee e tecniche non facile a quattro bacchette per lo strumento solista. Ancora un solo per marimba ed è Caleidoscopio composto da Gene Koshinski nel 2007, in cui riconosceremo un omaggio alle radici brasiliane, attraverso una leggera sensazione di samba sfociando poi in un focus più melodico. Finale con una delle marce più famose, una turcheria mozartiana, ovvero quel terzo movimento della Sonata K 331 in la maggiore l’Allegretto “Alla Turca”, dove si fa riferimento alla musica dei Giannizzeri, di moda a Vienna nella seconda metà del Settecento, con il “refrain”, che è facile immaginare suonato con l’aggiunta di gran cassa e sonagli. La seconda parte della serata vedrà protagonista, invece l’ultimo progetto di Paolo Cimmino che ha nome Crossover e vedrà l’esecuzione di musica originale, composta dal leader, tra cui ascolteremo tracce quali “La scelta dei segreti”, “Solare”, “La tua stanza”, progetto per un disco. La lezione è quella della condivisione di un naturale senso della musica e del gusto per le armonizzazioni inusuali e raffinate, capace di un climax di bruciante intensità, prodotto da improvvisatori sensibili e innamorati della cantabilità dei propri strumenti, alla ricerca del ritmo interiore ed esteriore che regola il nostro comportamento, legge liberamente assunta che modula dall’interno ogni sua ora, con il tempo che prende forma e che non viene lasciato, così, fluire senza argini, come acqua su pietra. La melodia rappresenterà l’estremo tentativo umano di catturare l’uniformità del tempo nel suo scorrere ineluttabile e disperante, di piegarlo alla sua volontà creatrice, costringendolo in ritmi che esprimano le scansioni interiori della vita.





