La politica che non c'é più - Le Cronache Attualità
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La politica che non c’é più

La politica che non c’é più

Salvatore Memoli

La politica di oggi non mi piace. Mi interrogo spesso se é un fatto dovuto agli anni che passano o alla mia incapacità di mettermi in sintonia con messaggi politici che non mi appartengono e di cui non conosco o i codici. In primo luogo mi é difficile stabilire dei punti di contatto tra prima  e dopo, tra gli anni vissuti nel mio partito, la Democrazia Cristiana, e quelli a cui assisto in veloce trasformazione, dove prevale l’insulto, l’arroganza e la sola capacità di gridare, come effetto di una comunicazione che non c’è più!
Chissà che cosa direbbero i grandi politici che ho conosciuto e che sono stati protagonisti di stagioni di crescita, di sviluppo e di grandi idee.
Non penso, soltanto, ai democristiani che mi erano vicini per la stessa idealità. Dei grandi uomini e donne che hanno costruito la democrazia parlamentare e repubblicana della nostra Italia, ho sempre apprezzato la compostezza. Poi, ero affascinato dalla dialettica, mai vana, che non generava guerre di quartieri, bullismo politico, polemica per riempire il vuoto del niente. In tutti era chiara la dimensione della “polis”, alternativa all’egoismo esibizionistico.
Non é soltanto un fatto italiano a motivare il disgusto. Quando vedo Trump, le sue idee bislacche, i suoi sodali, i protagonisti di un’Europa senza dimensione continentale, provo un colpo al cuore! Tutti sembrano prime donne isteriche, preoccupate di perdere una battuta, come potrebbero essere le vedettes di celluloide.
Noi siamo in guerra mentre i nostri governanti italiani ed europei fanno passerelle. Molti scrivono posti sui social! Non si legge un pensiero compiuto, una lettura costituzionale della guerra, della partecipazione negativa alle spese militari, del riarmo miliardario, che prende il primo posto nella graduatoria delle buone pratiche dei programmi politici. Non é passato molto tempo da quando scrissi un accorato appello contro le spese per armi, il loro uso, il loro pericolo per le economie mondiali e la fame nel mondo. Ricevetti attestati significativi di condivisione che non sono sufficienti nemmeno per avviare una riflessione serena! Oggi siamo dentro programmi di guerra, distraiamo risorse dal sociale, dalle pensioni, dalla sanità, per regalarci un’effimera sicurezza che ci mette a riparo da niente, perché nessuno mai attaccherà l’Europa e l’Italia.
I toni politici sono quelli dell’insulto e della bugia!
Che cosa direbbero i grandi politici del passato di tutto l’arco costituzionale?!
Questi signori che erano difensori del primato della Pace, attraverso la politica e la diplomazia?
Vorrei ascoltare la voce di La Pira, Fanfani, Andreotti, Berlinguer, Craxi, La Malfa e Spadolini, Saragat,Malagodi e…potrei continuare!
Rivedo quel volto di Andreotti, tante volte incontrato, pieno d’ironia, lucido, misurato e con un sorriso giusto per tranquillizzare tutti che la mediazione avrebbe risolto tutto E, poi, Berlinguer, usare le parole giuste, tenere a cuore l’equilibrio Atlantico, spingere i suoi ad una militanza pacifica. Risento Craxi, Spadolini, tanti altri che nella mia mente rappresentano, come monumenti politici di una democrazia piena di cultura politica antifascista, di occidente, di riscatto di un europeismo mai succube ed esportatore di grandi ideologie di libertà.
Questi personaggi sono usciti di scena per aver attraversato l’impegno di una vita, anagraficamente lunga e brillante. Ma non sono usciti dalla storia da dove non incrociano mai l’attenzione dei politici di oggi, così pieni di tutto. Anche di poca umiltà politica, pompati dai media, gravidi di sussulti plebei e di visioni di una stagione politica senza coordinate e senza sentimenti.
Spesso abbiamo perso Maestri di grandezza assoluta, rimanendo tutti privi di degni allievi, per leggere la storia e leggere il presente.
Resto in silenzio e mi commuovo a riascoltare quelle voci autorevoli, perfino profetiche, di una politica che ha lasciato tutti orfani.