Pagani. Clan Fezza: archiviata la posizione del sindaco De Prisco - Le Cronache Cronaca
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Pagani. Clan Fezza: archiviata la posizione del sindaco De Prisco

Pagani. Clan Fezza: archiviata la posizione del sindaco De Prisco

Pagani. Nessuna interferenza del sindaco di Pagani Lello De Prisco per una gara d’appalto sul servizio di spazzamento a favore di una società ritenuta vicina al clan Fezza/De Vivo: decreto di archiviazione, su richiesta della Procura Antimafia, da parte del gip Piero Indinnimeo del Tribunale di Salerno per il primo cittadino di Palazzo San Carlo finito nell’inchiesta della Dda a fine novembre su corruzione e appalti, reati aggravati dal metodo mafioso . A De Prisco la pubblica accusa contestava di “aver favorito l’infiltrazione della criminalità organizzata a Palazzo San Carlo reiteratamente esercitando pressioni e intervenendo al fine di determinare l’aggiudicazione in favore della Pedema per dei servizi di spazzamento. Dopo l’interrogatorio e la produzione di atti da parte della difesa del sindaco (avvocati Manuel Capuano e Sara Ascione), la stessa Procura con il sostituto procuratore Elena Guarino ha ritenuto non esserci elementi utili per la prosecuzione delle indagini preliminari. Per De Prisco (era stato chiesto anche l’arresto nell’inverno scorso) quindi archiviazione. Per altri 14 invece udienza preliminare il prossimo 14 ottobre davanti al gip Rossi del Tribunale di Salerno. Stralciata la posizione di un altro indagato che non compare nella richiesta di processo. Infatti rispetto alla conclusione indagini che aveva portato a 16 persone sul taccuino della magistratura inquirente, nell’istanza presentata al gip salernitano Rossi oltre a quella di Lello De Prisco finito inizialmente nel mirino della pubblica accusa con la contestazione di turbativa d’asta manca il nome un indagato di San Marzano sul Sarno. Probabile a questo punto uno stralcio della posizione. Tra le persone invece raggiunte da richiesta di processo c’è invece l’ex assessore Pietro Sessa, Alfonso Marrazzo di Pagani (ex consigliere comunale e assessore all’ambiente già condannato per una vicenda legata alla cosca della Lamia), Pietro Buonocore di Pagani, Claudio De Cola di Carmagnola in provincia di Torino e l’ex dirigente comunale di Palazzo San Carlo Bonaventura Tramontano di Pagani. Quindi Vincenzo Tramontano di Pagani, Aniello Giordano di Pagani, Giuseppe Serritiello di Salerno e Dario Ippolito di Pagani. E ancora Carmine De Riso, Pierluigi e Sabato Fontana di Boscoreale e Giuseppe De Vivo di Pagani. Un capo di imputazione rimasto tale per tutti e 14 indagati e non per il sindaco che esce scagionato da ogni contestazione. Nel ventaglio dei reati a vario titolo, ci sono il condizionamento elettorale mediante minaccia, il falso ideologico, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e favoreggiamento personale. L’indagine è relativa all’operatività imprenditoriale ed economica del clan Fezza-De Vivo, che attraverso l’imprenditore Alfonso Marrazzo nonché consigliere comunale di Pagani per circa venti anni ed assessore all’ambiente fino al 2016, mediante la cooperativa Pedema di cui era presidente, società che sarebbe stata utilizzata dal clan Fezza-De Vivo, per infiltrarsi nel tessuto economico ed amministrativo della amministrazione comunale.