Diventa caso nazionale la delibera-bavaglio da noi pubblicizzata e approvata dalla giunta comunale di Sapri. E’ un caso nazionale, grazie alla opinione dell’ex presidente della Corte di Cassazione Antonio Esposito il quale prende a pretesto la delibera degli amministratori per inserirla nel contesto storico di violazione dell’articolo 21 della Costituzione. Cioè libertà di cronaca, soprattutto quando la stampa diventa cane da presa del potere pubblico. Scrive Antonio Esposito sul Fatto Quotidiano: “L’insofferenza della premier Meloni verso la stampa – quella libera non certo quella asservita sfociata in attacchi a querele contro i giornalisti, sta dando i suoi frutti. Nei giorni scorsi la giunta comunale di Sapri ha adottato una delibera per la tutela dell’immagine istituzionale di Sapri anche anche con la costituzione di parte civile. Il comune di Sapri dice stop all’informazione che danneggia l’immagine della città – secondo la delibera riportata da Esposito – crea confusione nell’opinione pubblica e suscita allarme e discredito. Su proposta del sindaco Antonio Gentile, con un’apposita delibera la giunta ha autorizzato il primo cittadino ad agire in sede civile e penale o a costituirsi parte civile in tutti i casi in cui riterrà necessario agire legalmente a tutela dell’immagine pubblica e istituzionale di Sapri. “ultime settimane- spiega il sindaco nella sua proposta – si registra la crescente diffusione di contenuti mediatici lesivi dell ’ immagine della città e spesso, vengono presentati in chiave sensazionalistica, anche al fine di generare visibilità e visualizzazioni. Il Comune è legittimato ad agire davanti alle competenti Autorità giudiziarie per il risarcimento del danno all’immagine chiedo di essere autorizzato, da subito ad agire nei confronti di chi compromette la reputazione dell’amministrazione”. Il sindaco tiene a chiarire che: “ L’amministrazione riconosce nella libertà d’informazione un presidio fondamentale dell’ordinamento democratico a tutela del diritto della collettività a ricevere informazioni corrette ma l ‘amministrazione è anche tenuta a tutelare la reputazione della città in caso di notizie calunniose o diffamanti “. Il magistrato emerito Antonio Esposito vive a Sapri. Prima di diventare il magistrato che lesse la condanna per Silvio Berlusconi nel 2013, lui ha esercitato il ruolo di pretore di Sapri negli anni del saccheggio della costa cilentana. Lui si oppose fieramente con continui sequestri di cantiere fino al punto tale da sollecitare un noto imprenditore a fare incontrare su una barca al largo del Golfo di Policastro un politico ed un boss della camorra per concertare un agguato al magistrato che si salvò per miracolo dalla prevista esecuzione per metterlo definitivamente a tacere. Questo fu solo uno degli episodi più eclatanti durante la sua permanenza a Sapri, insieme alle operazioni antiabusivismo che diresse. Successivamente continuò la sua opera a procuratore della Repubblica di Sala Consilina prima di essere nominato consigliere di Cassazione. Lui conosce bene Sapri avendo conosciuto una classe dirigente più preparata e meno suscettibile alle critiche, nonostante la sua azione giudiziaria sempre riportata dalla stampa. a.m.





