Si terrà in camera di consiglio, e dunque a porte chiuse, l’udienza nella quale le Sezioni Unite Civili della Cassazione dovranno esaminare il ricorso presentato dal Movimento Difesa del Cittadino sulla vicenda del reintegro nelle funzioni del sindaco di Napoli De Magistris da parte del Tar del Lazio dopo la condanna in primo grado dell’ex pm per abuso d’ufficio non patrimoniale nell’ambito del procedimento Why Not. Il collegio è chiamato a decidere sul regolamento preventivo di giurisdizione sollevato dal Movimento, ovvero su chi, tra il giudice amministrativo e quello ordinario, sia competente ad esprimersi sugli atti collegati alla legge Severino i cui effetti, dopo la condanna di De Magistris, sono stati sospesi dal Tar. Il ricorso in questione sarà l’ultimo della giornata ad essere esaminato. Davanti agli ermellini della Cassazione, se non verranno sollevate eccezioni procedurali e non interverrà un rinvio, dovrebbero parlare il giudice relatore Stefano Petitti, il procuratore generale, l’Avvocatura dello Stato, il legale Gianluigi Pellegrino che ha curato il ricorso per il Movimento Difesa del Cittadino, gli avvocati di De Magistris Lorenzo Lentini e Giuseppe Russo quello del Comune di Napoli Antonio Andreottola. Al termine dell’udienza i giudici tratterranno la causa per la decisione. Difficile prevedere quando però sarà depositato il verdetto che molto raramente, in questi casi, arriva nei giorni immediatamente a ridosso della discussione. Una questione, quella che dovranno valutare i dieci giudici delle Sezioni Unite, destinata però a riverberare i suoi effetti anche sulle imminenti elezioni regionali campane in programma il 31 maggio visto che il candidato governatore del Pd Vincenzo De Luca, condannato a gennaio in primo grado per abuso d’ufficio, era stato sospeso dalle funzioni di sindaco di Salerno per effetto della Severino salvo poi essere reintegrato nelle funzioni dal Tar e sulla linea sposata nel suo caso come in quello di De Magistris dal tribunale amministrativo ha fondato la difesa della propria candidatura. La Procura Generale della Suprema Corte ha già giudicato ammissibile il ricorso e richiesto alle Sezioni Unite di dichiarare che la giurisdizione sugli effetti della Severino è del giudice ordinario. Se i giudici dovessero accogliere questa linea, verrebbe a cadere la sospensiva del Tar che al momento mantiene De Magistris nelle sue funzioni di primo cittadino. A quel punto De Magistris, entro trenta giorni dalla pubblicazione dell’ordinanza delle Sezioni Unite, dovrebbe riassumere la questione davanti al giudice civile e attendere l’esito del suo pronunciamento. Inevitabili i riflessi anche sulla candidatura di De Luca, che – secondo il Movimento per la Tutela del Cittadino il cui ricorso è stato curato dal legale Gianluigi Pellegrino – “non potrebbe più rivolgersi alla giustizia amministrativa in caso di elezione a presidente della Regione Campania”. La Corte di Appello civile di Bari però, nel frattempo, nel reintegrare un consigliere regionale pugliese ha però a sua volta sollevato davanti alla Corte Costituzionale, come ha fatto il Tar nel caso di De Magistris, la questione di legittimità della Severino. Di consegue De Luca, qualora fosse eletto governatore e qualora le Sezioni Unite nel frattempo dichiarassero incompetente il Tar, potrebbe comunque rivolgersi al giudice ordinario. A quel punto gli scenari possibili sarebbero tre: il giudice civile eventualmente investito potrebbe decidere nel merito e non reintegrare De Luca, oppure potrebbe scegliere a sua volta di rimettere davanti alla Consulta la questione di legittimità costituzionale della Severino sospendendone gli effetti e dunque lasciando in carica De Luca, oppure ancora emettere un provvedimento di sospensione cautelare e riservarsi di decidere nel merito solo dopo la pronuncia della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità sollevata dalla Corte di Appello di Bari.
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