NOCERA INFERIORE. «Posso essere stato io ad ammazzarle e potrei anche rifarlo». Queste, in sintesi, le agghiaccianti parole pronunciate da Nobile Izzo, il 52enne tappezziere indagato per il duplice omicidio delle prostitute Santina Rizzo e Maria Ambra, ai carabinieri e al pm Giuseppe Cacciapuoti che dirige le indagini, alla presenza del suo avvocato Andrea Vagito. Crede di soffrire di uno sdoppiamento della personalità Izzo e lo ritiene dopo aver visto un film dove il protagonista era una sorta di dottor Jekyll e di Mr. Hyde che commetteva una serie di delitti senza esserne consapevole.
In una tragica vicenda è ancora più tragico il racconto dell’indagato che sostiene di essersi addormentato dopo aver fatto sesso con le due prostitute e di essersi risvegliato poi, trovandolo barbaramente uccise. Se da giorni questa sua versione è già nota, sono altri particolari che rendono il suo racconto singolare. «Mi rendo perfettamente conto del fatto che risulta strana la mia presenza sul luogo dei due omicidi, lo steso giorno in cui gli stessi sono stati consumati -dichiara Izzo-, riconosco che trattasi di una coincidenza quantomeno improbabile e non posso escludere del tutto di essere io stesso, pur rendendomene conto, l’autore dei due omicidi. E’ proprio perché io stesso mi sono rappresentato la possibilità di essere coinvolto in prima persona nei due fatti delittuosi che mi sono volontariamente sottoposto al prelievo del campione del Dna e che oggi mi sono deciso di raccontare tutto».
Il 52enne tappezziere poi aggiunge: «Non sono in grado di dire si possano in futuro verificare altri episodi anche perché se dovessi effettivamente, come sospetto, soffrire di uno sdoppiamento della personalità non sono in condizione di prevedere eventuali miei comportamenti futuri».
La sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, per il gip Paolo Valiante che ha ordinato la custodia cautelare in carcere di Izzo, è legata al Dna dell’indagato ritrovato su una sigaretta in casa Rizzo (omicidio nel 2010) e su un fazzoletto (assassinio Ambra, nel 2014), all’aggancio del cellulare di Izzo a una cella nei pressi del luogo della seconda uccisione e poi dal tenore delle dichiarazioni dello stesso tappezziere. Per il gip, Izzo potrebbe tornare ad uccidere come ha fatto con le due prostitute che, tra l’altro non lo avevano messo in difficoltà, anzi, lo avrebbero aiutato per superare alcuni suoi problemi fisici.