Salerno. Spiaggia di Pastena, le polveri inquinano - Le Cronache Ultimora
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Salerno. Spiaggia di Pastena, le polveri inquinano

Salerno. Spiaggia di Pastena, le polveri inquinano

Sequestrare la spiaggia di Pastena è urgente! Mercoledì 13 agosto, ore 13. Le due spiagge di Mercatello e di Pastena sono affollate. Si cerca scampo al calore opprimente. La spiaggia di Pastena ha un rigagnolo vistoso di acqua stagnante. La gente in acqua, che a riva ha il colore quasi del latte, nuota in un mare intriso di polveri. Ed è già un inquinamento, che gli illustri progettisti e amministratori potevano prevedere, ma di cui nessuno parla. Ma perché il privato cittadino, che avesse realizzato un simile sversamento in mare sarebbe stato subito individuato e sanzionato penalmente, mentre gli amministratori che hanno originato tale enorme scempio pare che non solo l’abbiano passata liscia, ma si sono autoincensati su tutti i canali e le testate pubbliche, accusando i critici di essere degli allarmisti? In verità, ora che il silenzio è stato squarciato, i responsabili dello scempio iniziano ad avere paura. Perciò attaccano a testa bassa. Ma hanno paura! Ci vorranno mesi prima che l’acqua sporca di polveri sottili di cava di attenui a Pastena. Abbiamo letto che ARPAC e Guardia di Finanza hanno raccolto campioni del brecciame sulla spiaggia, per analizzarne consistenza e natura. Ma hanno anche raccolto campioni dell’acqua di mare? ARPAC e GdF di Mare devono anche, comunque, esporre compiutamente il danno ambientale alle competenti Autorità, con filmati e campionature idonee. Attenzione! Il fenomeno si era già manifestato quando la spiaggia era stata inaugurata il primo giugno. L’acqua era già lattiginosa. Sono passati mesi, e l’acqua opaca sta là! Sono stati denunziati i responsabili all’Autorità Giudiziaria? E se no, perché? Perché si tratta di un’opera pubblica? E che vuol dire? Un inquinamento è un inquinamento, non è possibile immaginare che un Comune possa autorizzare una violazione del Codice dell’Ambiente e del Codice Penale con la motivazione della stringente necessità dell’opera. Che non era di somma urgenza in caso di calamità improvvisa (terremoto, alluvione, catastrofi varie). L’inquinamento in atto non si sarebbe verificato se si fosse usata sabbia di mare, come hanno fatto i Comuni di Agropoli e di Casalvelino per i loro ripascimenti (v. su internet), a stretto contatto con Soprintendenza e Capitaneria di Porto per le verifiche di regolarità ambientale. E come raccomanda il Protocollo d’Intesa tra Ministero dell’Ambiente e Regioni, Campania compresa. Protocollo che prescrive rigide regole di compatibilità con le sabbie da ripascere, a partire dalla granulometria dei granelli a finire alla similitudine mineralogica e, si badi, cromatica! E adesso come la mettiamo con l’art. 452 bis del Codice Penale che punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 100.000 euro chiunque abusivamente cagioni……..un deterioramento significativo e misurabile dello stato preesistente delle acque (e il chilometro di spiaggia di Pastena col mare lattiginoso da mesi appare deteriorato in modo significativo e misurabile, in evidenza chiara, di tempo e di estensione)? Il bello è che la conferenza televisiva (rintracciabile su Youtube) e giornalistica del primo giugno del Governatore ha reclamato al suo impegno lo stanziamento di 50 milioni di euro per l’estensione di questo tipo di ripascimento fino a Santa Teresa! Né ha fatto marcia indietro deprecando lo scempio. In tal modo, è prevedibile un deterioramento da inquinamento ancora più significativo e misurabile. Il Codacons, i comitati cittadini e l’opposizione consiliare hanno ancora più materia di intervento, pretendendo misure immediate.