di Marta Naddei Una lista pulita, d’azione, alternativa, per contrastare lo strapotere di «due condottieri ambigui». E’ con questi presupposti che si presenta la compagine di candidati di “Sinistra al lavoro per la Campania” a sostegno della candidatura alla presidenza della Regione Campania di Salvatore Vozza. Da un lato «la quinquennale gestione fallimentare di Stefano Caldoro», dall’altro il «podestà Vincenzo De Luca che, se eletto, non potrebbe nemmeno governare». Un’ipotesi, quest’ultima, dinanzi alla quale la compagine che racchiude tutte le anime della sinistra campana non si farà trovare impreparata. Infatti, contrariamente a quanto inizialmente immaginato, “Sinistra al lavoro” non ha presentato – di concerto con il Movimento Cinque Stelle – il ricorso contro la candidatura di Vincenzo De Luca, ma ne sta predisponendo uno autonomo da calare sul tavolo in caso di vittoria elettorale dell’ex sindaco di Salerno. Una scelta ben precisa che è il candidato Franco Massimo Lanocita – di professione avvocato – a spiegare: «Abbiamo sempre avuto delle perplessità sulla incandidabilità di De Luca perché per noi il punto cruciale è a posteriori, ovvero all’atto della proclamazione. Sarà in quel momento che stiamo pensando di intervenire con un ricorso». Giovani, trasporti, saperi, Campania sostenibile, sanità, reddito minimo, lavoro per le donne e sviluppo sono i temi fondanti del programma elettorale di “Sinistra al lavoro per la Campania”, esposti dalla componente della segreteria provinciale di Sel, Sofia Russo. «Ora si può scegliere – ha detto Russo – Ci sono delle valide alternative ai soliti nomi, quelli di Stefano Caldoro e Vincenzo De Luca che, di fatto, rappresentano due facce della stessa medaglia. I componenti della nostra lista, invece, sono persone dalla chiara e limpida provenienza, come accertano le certificazioni che sono state richieste quale “condizione” per la candidatura all’interno di una lista che voleva essere ed è “pulita”. Vogliamo, tramite le nostre competenze, mettere poi in luce i punti deboli tanto della fallimentare gestione di Caldoro in Campania, quanto dell’esperienza di De Luca sindaco, un modello che rischia di essere esportato a livello regionale». Di voto utile, in “Sinistra al Lavoro”, non vogliono sentir parlare: «L’unico voto utile è quello dato a noi – sottolinea ancora Lanocita – perché durante l’esperienza al governo regionale del centrodestra, non c’è stata alcuna battaglia da parte del Pd. Noi siamo la Sinistra e siamo l’unica scelta utile. Rispetto De Luca dal punto di vista umano ma non per le scelte che ha fatto. Pensi ai voti utili per le sue liste». Una scelta utile che si specchia nei volti dei nove candidati che compongono la lista salernitana a sostegno di Salvatore Vozza e che presenta, oltre che persone con un passato ed un presente politico molto attivo – Franco Massimo Lanocita, Gerardo Rosania, Loredana Marino, Vladimiro Botta e Raffaele Masci – anche numerosi “attivisti”, esponenti della cosiddetta “società civile”, come la giovane laureata in filosofia politica Raffaella Casciello, l’archeologa e attivista di Legambiente Valentina Del Pizzo, il responsabile Codacons Vallo di Diano Roberto De Luca e la docente e soprano di Nocera Inferiore Irene Tortora. Il segretario provinciale di Sel, Franco Mari si è soffermato sulla questione delle liste presentate la scorsa settimana e al centro non potevano che esserci quelle che accompagnano la candidatura dell’ex primo cittadino di Salerno Vincenzo De Luca. «Partiamo dal presupposto che per me è invotabile – ha detto Mari – Pensiamo all’Italicum appena approvato e che mira ad avere la garanzia di sapere chi governa fin dal giorno successivo all’elezione. Qui in Campania come la mettiamo? Si usano due pesi e due misure ma noi non facciamo questi giochetti con l’elettorato. Quelle di De Luca sono le “seconde liste del centrodestra”: Cosentino è detenuto, tutti i cosentiniani sono in campo con De Luca». Infine, anche un passaggio sugli assessori candidati, tre dei quali componenti della giunta di Salerno. A sollevare la questione è Lanocita che prende di mira l’ex compagno di partito Gerardo Calabrese: «Calabrese e gli altri non hanno avuto la bontà di dimettersi, che sarebbe stato corretto anche da un punto di vista etico ma li capisco. Per loro avrebbe significato perdere la propria fonte di stipendio».
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