Salzano a Cammarota: Giù le mani da Oren - Le Cronache Ultimora
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Salzano a Cammarota: Giù le mani da Oren

Salzano a Cammarota: Giù le mani da Oren

 

Sia ben chiaro, sono a favore della libera espressione, della libertà di stampa, della libera circolazione delle idee, dell’arte, e della cultura, perché ritengo che la libertà è il bene più prezioso dell’essere umano, che deve e può agire senza alcuna costrizione e senza impedimenti. Per me dire cultura è dire libertà. Libertà di pensiero, di azione, di ragionamento. La cultura, l’arte, la musica, il calcio rappresentano il terreno e il ponte del dialogo e dell’incontro tra le genti e i popoli.

Del resto la nostra Costituzione, art. 21, lo stabilisce con chiarezza assoluta: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Tanto premesso so altrettanto bene che il diritto alla libera espressione non può, però, essere senza limiti e quindi in alcuni casi può essere soggetto a “restrizioni legali”. Infatti l’art 21, nel sancire la libertà di espressione e di manifestare, prevede che ciò avvenga “nei limiti della legge”, che hanno l’obbligo di salvaguardare la “dignità umana, l’onore, la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico”.

A tal proposito è di questi giorni un’accesa discussione sull’annullamento del concerto del maestro Valery Gergiev fissato per il giorno 27 luglio nella Reggia vanvitelliana di Caserta. Come tutti sanno Gergiev è uno dei più grandi musicisti viventi, un eccellente direttore d’orchestra che nel settore molti ritengono un vero fuoriclasse. Si dà il caso che il maestro è anche un estimatore di Putin, per certi versi il suo megafono, uno strumento di propaganda del regime autocratico russo. In talune occasioni si è fatto addirittura interprete del pensiero putiniano e un cantore dell’invasione e occupazione della Crimea e dell’aggressione all’Ucraina, che egli giustifica ampiamente, dimostrandosi apertamente fiancheggiatore del regime, tanto da ricevere da Putin l’alta onorificenza di “Artista del popolo della Federazione russa”.  

Pertanto un’alzata di scudi e un’ondata di sdegno contro l’inziativa, che personalmente ho ritenuto imprudente, ha convinto la direzione della Reggia ad annullare il concerto, con l’avallo del Ministro della Cultura, e sotto la spinta di alcuni premi Nobel per la pace, di migliaia di artisti, attori e uomini di cultura, che, pur amando la musica e l’arte, pur dichiarando il proprio amore per la libertà d’espressione, nei loro accorati appelli hanno invitato la Regione Campania a cancellare la serata musicale, che poteva, secondo alcuni, “rappresentare un assist alla propaganda bellicista di Putin” ed essere perfino causa di disordini. Analogamente a quanto deciso a Caserta, è stato annullato a Bologna il concerto del pianista Romanovskij, accusato di aver “suonato sulle macerie del Teatro di Mariupol, cittadina devastata dagli invasori russi e simbolo della ferocia dei fascio-putiniani”. 

Naturalmente tanti non hanno condiviso tali decisioni e alcuni hanno voluto cogliere l’occasione per ribadire un concetto ovvio, che la “grande cultura russa è parte integrante della cultura europea, un elemento che non si può cancellare”.

Per quanto mi riguarda, mi dichiaro del tutto d’accordo con l’annullamento dei due concerti, pur ritenendo che l’Italia e l’occidente non debbano cancellare la cultura della Russia. Mentre sono del tutto contrario alla tesi di chi si appella al Sindaco di Salerno perché adotti “lo stesso criterio” nei confronti dell’Istraeliano Daniel Oren, “mandandolo via dal Teatro Verdi”. Il maestro Oren, da anni in Italia, non è certameente colpevole di quanto sta avvenendo a Gaza, non è un fiancheggiatore del Governo istraeliano, né può essere accusato di responsabilità “nell’eccidio in atto”, nè ha manifestato ed esternato sentimenti d’odio razziale. Egli è molto semplicemente un grande direttore d’orchestra, particolarmente apprezzato per le sue capacità professionali, ed un artista libero. Evitiamo per favore gli errori di un passato orribile e crudele che a molti ricordano le mostruose leggi razziali.

L’arte quando è libera, non ha padrone, non ha Nazione !

Aniello Salzano