di Marco De Martino
SALERNO. 12 aprile 2010, una data impressa a fuoco nella storia del tifo granata, e non solo. Quel giorno di ormai quasi cinque anni fa ci lascò Carmine Rinaldi, alias Il Siberiano, storico capo ultras della curva sud. Un malore improvviso lo portò via alla sua gente che, a distanza di cinque lunghi dolorosi anni, continua ad onorarlo ed a ricordarlo. Ironia della sorte, la morte del Siberiano arrivò proprio nel giorno della retrocessione aritmetica della sua Salernitana dalla serie B alla Lega Pro, dopo la netta sconfitta subita al Castellani di Empoli. Una retrocessione che diede il “la” alla caduta verticale della squadra granata, fallita al termine della stagione successiva e costretta a ripartire dalla serie D, sotto le mentite spoglie del Salerno Calcio. Domani pomeriggio, cinque anni dopo la sua prematura scomparsa, la Salernitana si trova a disputare una gara, quella contro la Lupa Roma, che potrebbe riconsegnare alla piazza granata un pezzettino di serie B che manca proprio da un lustro. Quel 12 aprile del 2010 nacque la leggenda del Siberiano che, in ogni curva d’Italia viene rispettato e ricordato. Non c’è rivalità che tenga. Da Avellino a Nocera, da Cava a Napoli, tutte le tifoserie italiane si sono unite in questi anni nel nome del Siberiano. E domani, esattamente 24 ore prima del quinto anniversario della sua scomparsa, la sua curva sud, quella che porta il suo nome, in occasione del match con la Lupa Roma lo ricorderà con cori e striscioni. Non che sia la prima volta, anzi. In ogni gara della Salernitana, da cinque anni a questa parte, gli ultras granata intonano cori per Carmine Rinaldi. Indimenticabile poi la coreografia in occasione di Salernitana-Poggibonsi, nel giorno della promozione in Prima Divisione, che la sua curva sud gli tributò. Una scenografia da brividi, che fece il giro d’Italia. Ed anche domani gli ultras, che sono cresciuti seguendo il suo esempio, lo ricorderanno degnamente. In queste ore sono decine i tifosi che si stanno industriando per comporre gli striscioni da affiggere e da dedicare al Siberiano. Perché chi vive nel cuore di chi resta, non muore mai…