di Carmine LANDI
BATTIPAGLIA. «Battipaglia è un diamante grezzo e può essere nodo cruciale per il rilancio reale del territorio»: ha parlato così Franco Alfieri, sindaco di Agropoli nonché candidato – salvo sorprendenti decisioni da parte dei vertici provinciali e regionali del Pd, che potrebbero decidere di impugnare i dettami del codice etico – alle elezioni regionali come consigliere del Partito democratico. Ieri mattina, infatti, l’ex-consigliere provinciale s’è recato a Battipaglia, in via Olevano, per inaugurare un nuovo comitato elettorale: accanto a lui, durante l’intero intervento, è rimasto Davide Bruno, il segretario cittadino renziano dei dem.
Una vicinanza che vuol dire appoggio? Non ancora: «tutti gli aderenti – ha dichiarato il numero uno dei democrat battipagliesi – saranno liberi di schierarsi coi candidati che preferiranno ma, per quel che riguarda il candidato che il Pd cittadino sosterrà ufficialmente, vogliamo attendere la compilazione ufficiale delle liste».
Eppure, ciò che ieri mattina ha fatto chiacchierare l’intera città non appartiene a quello che potrebbe essere propriamente considerato l’universo del centrosinistra battipagliese; a incuriosire maggiormente l’opinione pubblica locale, infatti, è stato – ed è tuttora – il palese endorsement di Vincenzo e Gerardo Motta all’ex-primo cittadino di Salerno e al sindaco d’Agropoli: i due fratelli – in particolare Gerardo – , infatti, vantano una pluridecennale militanza politica a destra.
D’altronde, in occasione dell’ultima tornata elettorale regionale, che consentì a Stefano Caldoro di guadagnare il più prestigioso tra gli scranni di palazzo Santa Lucia proprio a discapito dell’attuale sfidante, Vincenzo De Luca, Vincenzo Motta si candidò al consiglio della Campania tra le fila di “Noi Sud”, a sostegno del candidato del centrodestra, riuscendo a ottenere 2960 preferenze. «In realtà – ha raccontato Motta senior, che ieri mattina era presente all’inaugurazione del comitato – per De Luca ho un debole da diversi anni, in quanto ammiro il suo piglio decisionista; basti pensare che, nel 2010, in occasione di un confronto televisivo che coinvolse me e FrancescoPicarone (all’epoca assessore al Bilancio nella giunta De Luca, NdA), quest’ultimo fece notare che, quando si parlava del sindaco di Salerno, al sottoscritto quasi brillavano gli occhi». La stessa ammirazione, tra l’altro, Vincenzo Motta la prova anche per Franco Alfieri, per lui «l’amico di una vita, un modello da imitare».
Non era presente, invece, il fratello più piccolo, Gerardo, ex-consigliere comunale nonché candidato del centrodestra in occasione delle scorse elezioni comunali che, poi, portarono al trionfo di Giovanni Santomauro: lui, cresciuto “a pane e destra”, aderì ad Alleanza Nazionale, per poi confluire all’interno del Popolo delle Libertà e per passare, alla fine, tra le fila di Forza Italia, tra le quali, fino all’improvvisa rottura, fu molto vicino a MaraCarfagna. Seppur fisicamente distante, tuttavia, Motta junior ha voluto proclamare apertamente il proprio supporto per De Luca e Alfieri: «è tempo – ha dichiarato l’ex-consigliere comunale ai nostri taccuini – di scegliere le persone, dal momento che i partiti hanno fallito; i Motta sono uomini liberi e imprenditori, che hanno creduto per troppi anni in un centrodestra che ha fallito totalmente, come dimostrano gli ultimi episodi, che ci narrano della fuga della Carfagna e delle dimissioni del povero coordinatore cittadino salernitano, Antonio Roscia, che è stato completamente abbandonato da chi gli stava attorno».
Non c’è stima, dunque, per chi rappresenterà il centrodestra alle prossime elezioni regionali? «Se il rinnovamento – ha proseguito Motta – parte dai soliti noti (e ci ha risposto con un «non faccio nomi» quando gli abbiamo chiesto se alludesse a Fernando Zara e a Carmine Pagano, NdA), allora questo centrodestra non mi appartiene, ed è per questo motivo che chiederò i voti per De Luca, che ha cambiato Salerno, e per Alfieri, che ha completamente trasformato politicamente Agropoli».
Ma in pentola bolle altro: «annuncio ufficialmente – ha dichiarato, infatti, l’ex-candidato allo scranno di primo cittadino – la mia candidatura a sindaco in vista delle prossime elezioni comunali; non sarò supportato da partiti, ma da quattro o cinque liste civiche, che saranno composte da persone perbene, moderate o progressiste che esse siano».
Ipotizzabile, dunque, un appoggio deluchiano alla causa battipagliese di Motta in cambio di questo sostegno? «Non c’è alcun accordo – ha spiegato Gerardo – ed è per questo che chi si agita può star sereno». E se il supporto dell’attuale candidato governatore dem alla fine arrivasse? «È chiaro – conclude Motta – che ne sarei lusingato, ma al momento non c’è nulla».
Sul controverso endorsement mottiano, s’è espresso anche Alfieri: «la storia di Gerardo Motta – ha detto l’agropolese – è conosciuta, e il fatto che alle primarie abbia supportato De Luca è positivo; la regione, d’altronde, si va a governare coi numeri; se le elezioni, dunque, dovessero essere legate ad appartenenze politiche, sarebbe inutile farle».
Pure il segretario cittadino ha detto la sua: «non può che far piacere – ha commentato Bruno – che i Motta non abbiano più rapporti col centrodestra; per quel che riguarda un’eventuale candidatura a sindaco, le primarie sono aperte a tutti».
Luca Lascaleia, ex-coordinatore locale, ora membro della segreteria provinciale, ha scritto delle parole su Facebook che sembrano facilmente riferibili al contesto: «considero positivo sapere che, chi in passato si è candidato a rappresentare il centrodestra alle elezioni , oggi dichiari di votare e sostenere il centrosinistra; altra cosa, però, è se questa presa di posizione riguarda interessi diversi e di natura personale, per accordi o candidature, perché in questo caso, nella loro nuova presa di posizione, si riconosce solo ed esclusivamente la concezione della politica come la tradizionale danza della quadriglia, un passo di qua e uno di la secondo la convenienza del momento , o per gli appassionati nel tipico salto della quaglia. La serietà e il valore della politica si misurano anche dalla coerenza di idee e azioni».
FRANCO ALFIERI: «NON SONO MOTIVO DI IMBARAZZO PER IL PD»
«Non sono mai stato motivo di imbarazzo per il Partito democratico». Chi parla è Franco Alfieri, che ieri mattina ha inaugurato un comitato elettorale a via Olevano, nel cuore di Battipaglia.
Il candidato all’assise consiliare regionale tra le fila dei dem ha risposto in maniera stizzita alle domande relative all’imbarazzo che, a causa dei dettami del codice etico, più volte proclamati dalla segretaria regionale, AssuntaTartaglione, i democrat potrebbero provare di fronte all’inclusione nelle liste elettorali dell’ex-consigliere provinciale, rinviato a giudizio nell’ambito del processo “Due Torri”: «si tratta – ha dichiarato Alfieri – di una vicenda giudiziaria che va avanti da circa dieci anni; eppure, nel corso di questo decennio, i cittadini non hanno provato alcun imbarazzo nell’eleggermi sindaco nel 2007, consigliere provinciale nel 2009 e di nuovo primo cittadino, con un consenso quasi plebiscitario, nel 2012. Pertanto, sulla quaestio lascerei libera espressione ai cittadini, così da vedere se, quando apporranno le crocette, si sentiranno davvero imbarazzati».
L’intervento di Vincenzo De Luca, che nei giorni scorsi ha puntato più volte il dito sulla scottante tematica trasporti, è stato commentato così dall’agropolese: «oramai, in Campania si può utilizzare soltanto l’elicottero; al sud non si viaggia, e le vie del mare sono state completamente eliminate dal programma regionale. De Luca, pertanto, fa bene a parlare di trasporti, ma in effetti ci sono così tanti altri disastri perpetrati dalla giunta Caldoro che, quando il nostro candidato presidente arriverà a Palazzo Santa Lucia, sarà difficile scegliere delle priorità».
Stefano Caldoro e Antonio Squillante, poi, durante la settimana avevano promesso di impegnarsi per l’ospedale di Agropoli; Alfieri, dunque, a proposito del nosocomio di casa propria, ha detto che «chi si vuole impegnare per il nostro ospedale, deve sapere che tra sessanta giorni andrà a casa, e la questione passerà giustamente tra le nostre mani, per cui Caldoro e Squillante possono anche evitare di scervellarsi».
A chiudere l’intervento, poi, la stoccata conclusiva: «se la gente – ha dichiarato l’ex-consigliere provinciale – vuol continuare a prostituirsi, può scegliere Caldoro».