Librandi (Fi): Salerno città soffocata - Le Cronache Ultimora
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Librandi (Fi): Salerno città soffocata

Librandi (Fi): Salerno città soffocata

Imprenditore e vicesegretario regionale di Forza Italia, Gianfranco Librandi segue da vicino l’evoluzione del partito a Salerno e in Campania. «Con questa terra – spiega – ho un legame profondo, umano e politico. Qui si sta dando forma a qualcosa di serio: un progetto aperto, competitivo, con nuovi ingressi che stanno dando linfa e prospettiva. È il segno di un partito che cresce, che ascolta, che rinnova».

A Salerno e in tutta la Campania state costruendo liste aperte. Che significa, concretamente?

«Significa allargare, coinvolgere, mettere insieme. Non stiamo costruendo liste di partito in senso stretto, ma piattaforme civiche e politiche aperte a chi ha voglia di contribuire con competenze, idee e coraggio. Parlo di giovani, professionisti, amministratori locali, rappresentanti del terzo settore, imprenditori. E soprattutto di quel mondo moderato, riformista, che non si riconosce più in un centrosinistra stanco, autoreferenziale, lontano dalla realtà. Lo facciamo in ogni provincia. A Salerno c’è entusiasmo, voglia di mettersi in gioco. È una terra viva, ma che negli ultimi anni è stata soffocata da un potere personale e chiuso. Noi vogliamo restituire voce a chi è rimasto fuori da questa narrazione autoreferenziale. E il partito stesso, qui, sta cambiando. Si innova, accoglie, si rafforza. E questo è un bene per tutti: non bisogna avere paura del nuovo, ma capirlo, guidarlo, valorizzarlo».

 

Il presidente De Luca non ha ancora fissato la data delle elezioni. Che lettura ne date?

«Una sola. Vincenzo De Luca è stato eletto il 31 maggio 2015. Se si andasse al voto a novembre, sarebbero passati oltre 3.800 giorni. Non esiste un altro presidente di Regione rimasto così a lungo al potere. Eppure, si continua a rinviare la fine della legislatura. L’esercizio provvisorio non è una tragedia – lo hanno già fatto Lazio e Basilicata – ma qui il punto è politico: De Luca cerca di restare in sella il più a lungo possibile. Non per governare, ma per non lasciare. E nel frattempo, la Campania è bloccata. La verità è che la democrazia non può restare ostaggio del calcolo personale».

Qual è, secondo voi, il vero bilancio della gestione De Luca?

«Un bilancio fatto di fallimenti nascosti dietro una narrazione muscolare. Prendiamo la sanità. Dovevano arrivare le Case di Comunità, centinaia di strutture per curare i cittadini vicino casa. In Campania ne erano previste 172, con 360 milioni di euro. A marzo 2025, secondo i dati ufficiali GIMBE-Agenas, solo il 6% dei fondi è stato speso. Peggio di noi, nessuno. E appena il 2,7% delle Case è davvero attivo. Nel frattempo i pronto soccorso sono al collasso, le liste d’attesa crescono, i medici scappano. Non è colpa del Governo, non è colpa di Bruxelles. È colpa di una Regione che non ha saputo gestire. Forza Italia propone di attivare subito almeno metà delle Case, di assumere medici e infermieri con incentivi mirati per i territori più fragili, e di rendere pubblici i dati, Comune per Comune. Basta parole: servono fatti».

I giovani continuano ad andarsene. Come invertire questa tendenza?

«Negli ultimi cinque anni più di 15000 giovani campani hanno lasciato questa terra. Laureati, diplomati, ragazzi pieni di talento. Siamo primi per emigrazione giovanile nel Sud, e tra gli ultimi per tasso di occupazione under 25. Ma la cosa più grave è il mismatch: le imprese cercano, ma non trovano. In Campania ci sono 190.000 posizioni lavorative potenzialmente scoperte. Mancano le competenze giuste. Questo è il risultato di politiche sbagliate sulla formazione, di sportelli lavoro inefficienti, di fondi europei non spesi. Forza Italia vuole cambiare tutto questo: ITS, formazione legata alle filiere locali, sgravi per chi assume under 35, e una vera connessione tra scuola, università e impresa. I giovani devono restare qui, non andarsene».

Quanto pesa ancora la burocrazia nel rallentare la crescita della regione?

«Pesa tantissimo. Nel 2024, secondo i dati ufficiali, abbiamo speso meno del 40% dei fondi europei FESR e FSE+. Il PNRR è bloccato da problemi autorizzativi in oltre un terzo dei progetti. È inaccettabile. Qui ci sono miliardi fermi, che potrebbero trasformare i territori e invece vengono persi nei meandri della burocrazia. La nostra proposta è chiara: task force tecnica per aiutare i Comuni, premi a chi accelera, sanzioni a chi frena, portale pubblico di monitoraggio per far sapere ai cittadini come vengono usati i fondi. Non possiamo più permettere che la Campania sia ultima per capacità amministrativa. Dobbiamo essere primi per efficienza e concretezza».

Che ruolo ha Salerno in questa strategia di rilancio?

«Un ruolo centrale. A Salerno sta crescendo un’esperienza politica nuova, fatta di persone competenti, di storie vere, di volti credibili. È una provincia in cui Forza Italia si sta rinnovando davvero, anche con nuovi ingressi.

Un segnale importante arriva anche dal mondo accademico: con l’elezione del professor Virgilio D’Antonio a nuovo rettore dell’Università di Salerno si volta finalmente pagina. È una figura autorevole, indipendente, capace di ridare centralità all’Ateneo nel panorama culturale e scientifico del Mezzogiorno. Sono ormai lontani i tempi in cui l’università veniva percepita come uno strumento di potere politico, segnato da appartenenze che hanno finito per confluire in esperienze populiste. Oggi si apre una nuova stagione, di merito e di autonomia, che Forza Italia guarda con grande attenzione e rispetto. A Salerno, poi, c’è un altro tema che merita di essere affrontato con rispetto ma senza ipocrisie: negli anni, la percezione è stata che la giustizia non abbia sempre utilizzato lo stesso metro nei confronti di tutti. È un tema delicato, ma non possiamo ignorarlo. Il principio della parità di trattamento, che è alla base dello Stato di diritto, deve valere sempre, in ogni ambito, per ogni cittadino e per ogni forza politica».