Alberto Cuomo
Alcune notizie quasi concomitanti hanno riguardato nei giorni scorsi la sanità in Campania e a Salerno. In primis la denuncia di Vincenzo De Luca, durante gli Stati Generali della Prevenzione a Napoli, circa il furto di 280 milioni l’anno subito, negli ultimi 10 anni, dalla Regione Campania relativamente ai finanziamenti per la sanità. De Luca ha sottolineato anche il tenore di tale furto attuato in “violazione della Costituzione” che sancisce lo stesso diritto alla salute per tutti i cittadini italiani, rilevando la presenza del presidente della Repubblica, Mattarella, tutore della Carta. Non c’è motivo di ritenere che il presidente della Campania abbia detto il falso, ma è indubbio che anche in questo caso non abbia voluto rinunciare alla spettacolarità ed al suo consueto protagonismo spesso vuoto. Infatti il suo intervento non era rivolto a mettere le mani avanti sulla ripartizione dei fondi della missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riguardante la sanità, ovvero dei 15,63 miliardi di euro per giungere entro il 2026 alla modernizzazione e al rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale, migliorando l’assistenza territoriale, la telemedicina e la digitalizzazione del sistema, i quali di fatto sono già stati ripartiti con la partecipazione della Regione che ha assegnato 1,4 miliardi di euro alla missione salute, ovvero il 10% circa dei fondi destinati all’intero paese, secondo una distribuzione, in larga massima, aderente alla percentuale degli abitanti (5.593 milioni / 58,99 milioni). Un’altra notizia ha riguardato la nomina dei dirigenti generali delle ASL e degli ospedali. Ebbene una certa parte dei nominati ha avuto disavventure giudiziarie conclusesi tuttavia con assoluzioni. Relativamente ai plessi sanitari di Salerno, a proposito di Gennaro Sosto, nominato dirigente dell’Asl, c’è da dire che alla prima nomina in Calabria passava per essere uno dei “colonnelli” di Tonino Gentile, detto “il cinghiale” sottosegretario al Dipartimento dell’Economia e condannato nel processo nato dall’operazione “Tisifone”, condotta dalla Squadra mobile di Crotone a dicembre 2018 contro alcune cosche mafiose di Isola Capo Rizzuto. L’ingegnere Sosto fu accusato in Calabria da alcuni quotidiani per aver dato incarichi d’oro a professionisti senza gara e, dimessosi, si trasferì in Molise, dove è rimasto in carica per 5 anni. Di qui, divenuto dirigente generale dall’Asl Napoli 3Sud, vedeva, senza essere coinvolto, indagini della procura sull’uso delle ambulanze in mano alla camorra che si introduceva anche negli appalti per lavori pubblici, o altri scandali per cure pagate due volte, etc. Gli ultimi tre anni di ordinaria amministrazione, dirigente dell’Asl Salerno, nel dialogo con i sindacati, hanno consentito a Sosto di essere riconfermato, oltre un qualche mugugno alla periferia. Ingegnere è anche Ciro Verdoliva, nominato dirigente generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi d’Aragona di Salerno, presente, sin dal 2016, nella stima di Vincenzo De Luca che lo confermò, dopo Bassolino e Caldoro, commissario ad acta dell’Ospedale del mare di Napoli le cui fondazioni mobili antiterremoto, trovandosi il plesso in zona vulcanico-sismica, furono forse da lui concepite anche se progettate da altri. A seguire l’attività di Verdoliva si ha quasi l’impressione sia uno 007 che, per vie difficili riesce a debellare le cattive gestioni presenti in campo sanitario. I fiumi di denaro pubblico riversati nella sanità avevano, ed hanno, sollecitato le aspirazioni del malaffare napoletano che, particolarmente, si è infiltrato con il clan dei Contini nell’ospedale San Giovanni Bosco dove la camorra gestiva bar, mensa, ambulanze, funerali e dove Verdoliva ha fatto piazza pulita con l’aiuto della procura e dei carabinieri. Tuttavia, quasi in concomitanza della sua nomina salernitana, il manager, con altri 14, tra imprenditori, funzionari sanitari e politici, uno dei quali è il deluchiano Franco Picarone, è stato destinatario di una comunicazione di conclusione delle indagini riguardanti l’assegnazione di appalti milionari, con gare strutturate su misura per alcune aziende, proroghe concesse fuori dei contratti formali, disservizi tollerati e vantaggi elargiti in cambio di regali e favori. L’ipotesi di reato pare sia di associazione a delinquere con turbativa d’asta e corruzione. A questo punto, in presenza dei numerosi rischi nella gestione dei beni pubblici, non è possibile non chiedersi sul perché De Luca voglia, secondo una ulteriore notizia recente, prorogare il proprio mandato di presidente della Regione, oltre la scadenza naturale di settembre, tanto più se solleva la necessità di approvare il bilancio e, pertanto, le voci con le destinazioni dei finanziamenti. C’è da dire comunque che, pur nel dispiacere di De Luca, la quantità di denaro del PNRR-salute destinata alla Campania e a Salerno è stata già decisa e quindi, con buona pace dell’attuale governatore e dello stesso Verdoliva, si spera sia utilizzata in modo congruo senza varianti negli appalti di nuovi inutili ospedali, qual è il nuovo Ruggi.





