di Erika Noschese
In una svolta storica per la protezione degli animali in Italia, il Senato ha dato il via libera definitivo a un disegno di legge che inasprisce significativamente le pene per i reati di maltrattamento e abuso. Questa nuova normativa, che riconosce gli animali come individui con diritti da tutelare, introduce nuove fattispecie di reato e aggravanti, aumentando sensibilmente le sanzioni per chi si macchia di violenze contro gli animali. Per approfondire le implicazioni di questa importante modifica legislativa e il suo impatto sulla tutela degli animali, abbiamo intervistato l’avvocato Anna Vicinanza, legale della Lega Nazionale per la difesa del cane di Salerno, da oltre quindici anni in prima linea nel diritto degli animali. Quali sono, a suo parere, le modifiche più significative introdotte da questo disegno di legge e come ritiene che incideranno concretamente sulla protezione degli animali a Salerno e provincia? «Il cambiamento più importante è il riconoscimento degli animali come individui portatori di diritti. Prima si tutelava solo il sentimento umano, oggi si tutela direttamente l’animale. Ad esempio, lasciare un cane al sole senza riparo è perseguibile per il danno inflitto all’animale, non solo per ciò che provoca a chi lo vede. È un passo avanti culturale importante. Per mia diretta esperienza a Salerno, pur essendoci tantissime persone che amano e rispettano gli animali, le istituzioni non sempre rispondono con la stessa sensibilità. Ad esempio, esiste un regolamento comunale per la tutela e il benessere animale, frutto di un importante lavoro fatto proprio da me quando ero garante per i diritti degli animali in collaborazione con associazioni di volontariato animali, ma che viene applicato poco o per nulla. Purtroppo, c’è una scarsa conoscenza delle leggi a tutela degli animali da parte delle istituzioni, e questo limita molto la possibilità di fare veri passi avanti nella protezione concreta sul territorio». Il disegno di legge riconosce gli animali come individui con diritti. In che modo questa nuova prospettiva può influenzare il lavoro della Lega Nazionale per la Difesa del Cane e la gestione dei casi di maltrattamento? «Il riconoscimento degli animali come individui titolari di diritti rafforza il nostro lavoro, perché rende più solide le azioni legali e sposta finalmente l’attenzione sul benessere dell’animale in quanto essere vivente, non solo in base alla percezione umana. Questo cambiamento culturale può aiutare a prevenire molti maltrattamenti, ma deve essere accompagnato da un cambio concreto anche nei tempi e nei modi di intervento. Purtroppo, nella mia esperienza, troppo spesso tra la segnalazione di un presunto maltrattamento e l’intervento effettivo delle autorità passa troppo tempo. È un aspetto critico. Credo fermamente che, soprattutto nei casi documentati con prove fotografiche o video, i sopralluoghi debbano avvenire a stretto giro, senza ritardi che possono compromettere la salute o addirittura la vita dell’animale coinvolto. Una legge più giusta ha senso solo se viene applicata con tempestività ed efficacia». Sono stati introdotti nuovi reati, come l’abbandono di animali domestici e la diffusione di esche avvelenate senza autorizzazione. Come valuta l’efficacia di queste nuove disposizioni per prevenire tali comportamenti? «Il reato di abbandono esiste da tempo, così come la diffusione di esche avvelenate è già vietata. Tuttavia, individuare i responsabili resta difficile e le denunce sono spesso contro ignoti. Servono più controlli, collaborazione tra cittadini ed enti preposti, e strumenti come videosorveglianza o fototrappole nelle aree sensibili». Le nuove aggravanti generiche, ad esempio per i reati commessi in presenza di minori o diffusi online, sono un passo importante. Ritiene che queste aggravanti saranno sufficienti a scoraggiare chi commette maltrattamenti e ne amplifica la diffusione? «Le aggravanti sono importanti, ma da sole non bastano. Il vero cambiamento passa dalla cultura e dall’educazione. Servono percorsi scolastici che insegnino il rispetto per gli animali fin da piccoli. Mostrare anche immagini forti può aiutare a far capire quanto dolore provoca un maltrattamento». Le pene per l’uccisione di animali e per l’organizzazione di eventi violenti o combattimenti sono state aumentate. Come si aspetta che queste pene più severe influenzino la percezione e la gravità dei reati di maltrattamento nella comunità? «L’inasprimento delle pene è un segnale importante: aiuta a far capire che l’uccisione di un animale o l’organizzazione di combattimenti non sono “semplici” episodi, ma veri e propri crimini. Questo può contribuire a cambiare la percezione sociale, perché purtroppo ancora oggi molte persone considerano i maltrattamenti come reati minori. Più la legge è chiara e severa, più la comunità è portata a riconoscere la gravità di certi comportamenti. Ma anche in questo caso, la pena deve essere applicata con fermezza per avere un effetto reale. Non basta scrivere una legge, bisogna farla rispettare». Quali sono le principali sfide che la Lega Nazionale per la Difesa del Cane di Salerno prevede di affrontare nell’applicazione di questa nuova legge e quali iniziative intende intraprendere per sensibilizzare la cittadinanza? «La sfida principale è rendere la legge concreta, attraverso collaborazione e attenzione da parte degli enti preposti. Il nostro ufficio legale continuerà a denunciare ogni abuso. Abbiamo anche presentato un progetto di sensibilizzazione alla Regione e chiediamo supporto per poter entrare nelle scuole e nei luoghi pubblici. Partecipiamo ad eventi e campagne, sempre come volontari, con grande impegno e nel tempo disponibile. Con più sostegno potremmo fare ancora di più». Ci sono dati o stime a vostra disposizione, o che prevedete di raccogliere, circa le contravvenzioni che potrebbero essere registrate a Salerno in base a questo nuovo disegno di legge, in particolare per i nuovi reati introdotti o per le pene aumentate? «Al momento non abbiamo dati aggiornati, anche perché le sanzioni previste dai regolamenti esistenti sono spesso poco applicate. Per i nuovi reati, ci auguriamo che gli enti preposti comprendano l’importanza della riforma e inizino a intervenire in modo più strutturato. Noi, come Lega, continueremo a monitorare e a denunciare con determinazione».





