“Sei una checchina”, “allontanate da me questa femminella”: sono alcune delle frasi che il sindaco di Camerota Mario Salvatore Scarpitta avrebbe rivolto al consigliere Giangaetano Petrillo, suo ex vice per un paio di anni. Frasi che non risulterebbero dalla diretta streaming in quanto, come si evince dal video che anche la redazione di Le Cronache ha avuto modo di visionare, il sindaco ha indicato all’operatore di interrompere la diretta. A quel punto, l’ira del primo cittadino contro il suo ex braccio destro, con frasi sessiste. A raccontare l’accaduto il gruppo di minoranza Camerota Impegno Comune: «Con profondo senso di responsabilità nei confronti della cittadinanza e della democrazia locale, ci troviamo costretti a denunciare pubblicamente un episodio gravissimo avvenuto al termine dell’ultimo Consiglio Comunale di Camerota, che non può e non deve passare sotto silenzio. Terminati i lavori consiliari, come documentato chiaramente dalle immagini della registrazione ufficiale, il Sindaco — figura che per mandato istituzionale dovrebbe rappresentare l’intera comunità con “disciplina e onore” – ha richiesto all’operatore tecnico di interrompere la diretta streaming. Un gesto apparentemente ordinario, se non fosse che a quel punto il Primo Cittadino ha dato il peggio di sé, lasciandosi andare a una serie di gravi offese, intimidazioni e diffamazioni rivolte al gruppo di opposizione, in particolare al consigliere Petrillo – hanno dichiarato i consiglieri di opposizione – Le frasi utilizzate — “sei una checchina”, “allontanate da me questa femminella” — non solo offendono la dignità personale del consigliere preso di mira, ma veicolano un linguaggio apertamente omofobo, sessista e discriminatorio che mortifica il decoro dell’istituzione comunale, calpesta i principi costituzionali e rinnega il senso più profondo del mandato democratico. Tali espressioni, oltre a essere indegne del ruolo istituzionale ricoperto, costituiscono un attacco personale e politico che tenta di zittire il dissenso, delegittimare l’opposizione e instillare paura in chi osa esercitare il proprio diritto di critica. È un comportamento che mina alla radice il confronto democratico, in un contesto in cui invece dovrebbero prevalere dialogo, rispetto delle differenze e senso delle istituzioni». Il gruppo di opposizione sostiene poi che «non si tratta di un episodio isolato, ma dell’ennesima manifestazione di un atteggiamento autoritario e offensivo che il Sindaco sta sempre più spesso adottando nei confronti di chi non si allinea alle sue posizioni. Un linguaggio violento che rischia di legittimare l’odio e la discriminazione, e che deve essere condannato con forza da tutte le forze democratiche, dentro e fuori il Consiglio Comunale. Chiediamo al Sindaco di Camerota di assumersi pubblicamente la responsabilità delle sue parole, di porgere le dovute scuse al consigliere Petrillo e all’intero gruppo di opposizione. Alla cittadinanza diciamo con chiarezza: non arretreremo di un passo. Questi atteggiamenti non ci scalfiscono, e non limitano l’attività per la quale i cittadini di Camerota ci hanno votati. Pretendiamo, altresì, con forza e esigiamo che si ripristini un senso di decoro e di rispetto all’interno dei luoghi istituzionali nei quali siamo chiamati a rappresentare anche le differenze e a svolgere il ruolo che ci compete. Continueremo a esercitare con fermezza e trasparenza il nostro ruolo di controllo, proposta e opposizione, con la consapevolezza che la democrazia non è fatta solo di numeri in aula, ma anche — e soprattutto — di rispetto, civiltà e legalità. Perché Camerota merita di più. Merita un’amministrazione che non abbia paura delle critiche, che non insulti chi la pensa diversamente, e che sappia accettare il confronto come ricchezza. Camerota non merita atteggiamenti di censura». Dal canto suo, il sindaco ha rispedito al mittente ogni accusa, sostenendo di essere stato attaccato dai consiglieri di opposizione con toni di «odio e rabbia»: «Le accuse rivolte alla mia persona sono infondate, gravemente lesive e costruite su una ricostruzione volutamente distorta dei fatti. Non ho mai pronunciato espressioni omofobe, sessiste o discriminatorie. Tali affermazioni non mi appartengono chi mi conosce sa bene quanto io abbia sempre agito nel rispetto della persona, e dei valori dell’inclusione. A ulteriore conferma di ciò, va sottolineato che il consigliere che oggi si dichiara offeso in aula è la stessa persona che io stesso, da sindaco, ho voluto nominare vicesindaco all’inizio del mandato. Una scelta condivisa con tutta la maggioranza, che ha sempre seguito una linea di rotazione tra le frazioni del territorio, così come stabilito già in fase di campagna elettorale. Non si è trattato dunque di una rimozione, ma dell’attuazione di un principio politico trasparente, volto a garantire equa rappresentanza a tutte le comunità del nostro Comune». In merito alla trasmissione in diretta del Consiglio comunale, Licusati Live, incaricata della registrazione video, si è assunta la responsabilità dell’accaduto, dichiarato di aver interrotto la diretta come da prassi. «Le immagini mostrano chiaramente che i presenti stavano lasciando i posti. Parlare di censura, quindi, è semplicemente falso. Dispiace constatare che, come spesso accade, anche in questa occasione molte persone si siano già schierate sui social senza essere state presenti in aula, senza conoscere i fatti e basandosi esclusivamente su una versione parziale e strumentale. Trovo inaccettabile che si sfruttino dinamiche interne al confronto politico per lanciare campagne diffamatorie e delegittimanti. Il Consiglio comunale deve essere luogo di dibattito, anche acceso, ma sempre nel rispetto della verità. Chi usa parole come “odio” e “intimidazione” per screditare l’avversario mostra una pericolosa deriva del ruolo istituzionale che ricopre». La solidarietà. «Esprimo piena solidarietà al consigliere Giangaetano Petrillo e all’intero gruppo consiliare di opposizione “Camerota – Impegno Comune”, vittime di un episodio inaccettabile che merita la più ferma condanna»: lo dichiara l’onorevole Franco Mari (AVS). «Le frasi pronunciate dal sindaco Scarpitta – prosegue Mari – sono gravi, offensive e intrise di un linguaggio omofobo e discriminatorio del tutto indegno di chi ricopre un ruolo istituzionale. Parole come “checchina” o “femminella” non appartengono al vocabolario di una democrazia matura e rappresentano uno sfregio alla dignità delle persone e ai principi costituzionali di rispetto e uguaglianza. Ma non solo: durante l’intera seduta consiliare il sindaco ha reiterato atteggiamenti aggressivi nei confronti dell’opposizione, intimando più volte ai consiglieri di stare zitti e rivolgendosi a loro con toni intimidatori e offensivi. Un comportamento inaccettabile che va ben oltre i limiti del confronto politico. È evidente – conclude Mari – che a Camerota è necessario ristabilire con urgenza le condizioni minime di agibilità democratica. In un Consiglio comunale, chi rappresenta le istituzioni ha il dovere di garantire il rispetto delle regole e dei diritti di tutti, a partire da chi esercita il legittimo ruolo di opposizione. Mi auguro che tutte le forze democratiche, a ogni livello, facciano sentire la propria voce e che il sindaco si assuma piena responsabilità per quanto accaduto, porgendo pubblicamente le sue scuse». Ad esprimere solidarietà anche il senatore Ivan Scalfarotto, capogruppo di Italia Viva in Commissione Giustizia, esprimendo vicinanza al consigliere Petrillo: «Parole dispregiative, intrise di odio e violenza quelle che sono volate durante il consiglio comunale di Camerota. La solidarietà al consigliere Petrillo deve arrivare compatta da tutte le parti politiche. Se l’omofobia è grave anche come fatto privato, diventa ancora più preoccupante se occupa le sedi di confronto politico. Per una democrazia matura come la nostra, si tratta di un episodio avvilente da cui prendere apertamente le distanze», ha detto. Sulla stessa linea anche la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita, capogruppo al Senato: «Massima solidarietà al consigliere comunale di Camerota Giangaetano Petrillo di Italia Viva, fatto oggetto di pesanti e inaccettabili insulti omofobi da parte del sindaco della città Scarpitta. Petrillo è un giovane appassionato e entusiasta della politica, che nei prossimi giorni sarà qui al Senato con i ragazzi di Meritare l’Europa. Il sindaco si dimetta e chieda immediatamente scusa per gli atteggiamenti tenuti, indegni di un primo cittadino e di un’aula di consiglio comunale. L’aggressione verbale, l’omofobia, l’offesa gratuita, non possono fare parte del dibattito democratico. È necessario – conclude Paita – che tutti prendano le distanze dal sindaco Scarpitta». er.no

Categorie
- Sport
- Regionali 2020
- Spettacolo e Cultura
- Politiche 2022
- Attualità
- amministrative 2023
- Video
- Tech
- Provincia
- Business
- Primo piano
- Senza categoria
- Editoriale
- Speciale Pcto 2024
- sanità
- Enogastronomia
- Web & Tecnologia
- Amministrative 2024
- Giudiziaria
- Salute
- Politica
- Tecnologia
- Salerno
- Motori
- Inchiesta
- Ultim'ora Nazionale
- Extra
- L'iniziativa
- Prima Pagina Nazionale
- Ultimora
- Campania
- Cronaca
- Coronavirus
Tags
abusivo
auto
calcio
casa
cava
cavese
celano
costruzioni
crescent
de luca
direttore
discoteca
fiamme
fuoco
gagliano
gambino
incendio
ladro
lettere
NEWS
nocera
nocerina
no crescent
ordinanza
ordine
paganese
pagani
parcheggi
pastena
piazza della libertà
polizia
polizia municipale
porticciolo salerno
porto
poste
rapina
rotary
salerno
siniscalchi
soldi
sport
TOP
udc
vigili
vigili del fuoco





