Il direttore d'orchestra Oren compie 70 anni - Le Cronache Attualità
Attualità Salerno

Il direttore d’orchestra Oren compie 70 anni

Il direttore d’orchestra Oren compie 70 anni

Olga Chieffi

Kol yom huledet hu hatchala shel masa chadash caro Maestro Oren. Ogni compleanno è l’inizio di un nuovo viaggio recita il nostro augurio, per i 70 anni del direttore artistico del nostro massimo, che festeggerà oggi dal podio del teatro Verdi di Trieste per l’ultima replica del Rigoletto insieme alla voce immensa di Amartuvshin Enkbat lanciato quale buffone gobbo proprio dal palcoscenico salernitano, al bel soprano in ascesa, nel ruolo di Gilda, Federica Guida e al Duca di Mantova Galeano Salas e a completare il quartetto di voci la Martina Belli nelle vesti di Maddalena, per poi continuare i festeggiamenti qui nel nostro teatro a cominciare dalla conferenza stampa di martedì, per lo stesso grande titolo verdiano. Lo immaginiamo il Rigoletto del Maestrissimo che scenderà qui per la generale Daniel Oren riuscendo ad assicurare all’opera intera una coerenza, un’unità musicale drammatica, rara a conseguirsi, in specie nell’esecuzione dell’opera italiana. In un melodramma siffatto, costituisce, forse, cosa contro natura, parlare innanzitutto e diffusamente del direttore d’ orchestra, poiché è dalla sua visione, che scaturisce l’unità dell’opera. Diverse le qualità salienti della pur breve concertazione, che avverrà, anche con il pubblico in sala la prima è costituita dal fatto che Oren ha il suo suono orchestrale in testa per la formazione del nostro massimo, anche con elementi che spesso e volentieri cambiano. Il nerbo, l’asciuttezza un po’ crudele, non verranno tradite ma sottoposte a quel sapiente bilanciamento tra le sezioni, ad attuare quel processo di idealizzazione, il cui risultato è la bellezza. Settant’anni di vita, quasi tutti dedicati alla musica e solo ad essa sottomesso, tra canto, pianoforte e violoncello, un’ora sola di gioco al giorno, con la madre quale guida di una formazione musicale completa anche di armonia e contrappunto, per arrivare alla corte di Leonard Bernstein che, nel 1968, lo scelse, appena tredicenne, come voce solista nei “suoi” Chichester’s Psalms, in occasione dell’inaugurazione della televisione di Israele. Daniel Oren perfeziona, poi, i suoi studi in Europa, dedicandosi quasi esclusivamente alla direzione d’orchestra e, nel 1975, prende parte, vincendolo, al prestigioso Concorso “Herbert von Karajan” riservato a giovani direttori d’orchestra: da quel momento inizia la sua carriera internazionale. Dopo il debutto negli Stati Uniti, con l’acclamata partecipazione al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1978, la sua fama si consolida anche in Italia: gli viene, infatti, affidata la direzione stabile del Teatro dell’Opera di Roma e, successivamente, del Teatro Verdi di Trieste, dove, recentemente, è stato nominato Direttore musicale, del San Carlo di Napoli e del Carlo Felice di Genova. Anche negli ultimi anni Daniel Oren continua a dirigere con successo nei maggiori teatri italiani (Firenze, Parma, Torino, Venezia), coltivando, contemporaneamente, stretti rapporti di collaborazione con i più autorevoli teatri europei e americani. Alla predilezione per la lirica, con un repertorio che abbraccia la maggiore produzione romantica e verista italiana, Daniel Oren affianca la passione per la musica sinfonica, nella quale riscuote grande successo alla guida di importanti orchestre come: Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma (diretta per la prima volta nel 1978), Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Filarmonica d’Israele, Filarmonica di Berlino, orchestre radiofoniche di Monaco, Colonia, Stoccarda, Francoforte e Berlino. La sua partecipazione, con Nabucco di Verdi, alla stagione inaugurale della Nuova Opera di Israele, nel dicembre 1994, ha rappresentato un momento particolarmente significativo nella carriera di Daniel Oren: questa manifestazione musicale ha unito la sua passione per l’universo operistico e l’amore per la sua terra d’origine; per un musicista come Daniel Oren, infatti, la musica rappresenta il miglior veicolo per la pace, la tolleranza e l’unico linguaggio che accomuna tutti. Da nostro direttore artistico esordì nel 2007, con una delle sue voci d’elezione, Fiorenza Cedolins, di lì ci si appresta a celebrare il ventennale di questo connubio, con la nostra città tra due anni. L’augurio è di ricominciare ogni sera il grande romanzo della musica, ritrovarsi nell’agone, nella sfida con un simbolo inafferrabile, iridescente, uguale e disuguale per tutti, in quel luogo non-luogo che è il palcoscenico. Auguri per una ancora, lunghissima, strada da percorrere, lastricata di successi, sempre “ A Dio volendo!”