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Un quartetto d’eccezione tra Mahler e Brahms - Le Cronache Spettacolo e Cultura

Evento clou della quarta edizione  della rassegna  “Grande Musica a San Giorgio” promossa dall’Associazione Alessandro Scarlatti, che sabato 24 maggio, alle ore 19,30, proporrà la formazione composta da Costantino Catena al pianoforte, Gabriele Pieranunzi al violino, Francesco Solombrino alla viola e Danilo Squitieri al cello

Di Olga Chieffi

Evento centrale sabato sera, nella chiesa di San Giorgio in Salerno, quale terzo appuntamento della rassegna “Grande Musica a San Giorgio” , giunta alla sua IV edizione, dal titolo “Senza confini” che propone,  un nuovo ciclo di sette concerti. Le sorprendenti architetture barocche dell’antica Chiesa di San Giorgio accolgono la programmazione musicale ideata e promossa dall’Associazione Alessandro Scarlatti presieduta da Oreste de Divitiis, e realizzata con il sostegno del MIC e della Regione Campania, in collaborazione con la Fondazione Alfano I e Salerno Sacra e con il patrocinio del Comune di Salerno.  “Senza Confini – sottolinea Tommaso Rossi, direttore artistico della Scarlatti – è il titolo che sintetizza le linee guida del nuovo progetto musicale ideato per questo straordinario luogo. Una traccia che invita ad aprire cuore e mente alla musica, nella multiforme ricchezza di segni che ritroviamo nei diversi repertori proposti, spaziando tra musica antica, popolare e classico-romantica”. “L’arte nel suo mistero le diverse bellezze insiem confonde” canta il Cavaliere Mario Cavaradossi e tra gli stucchi di San Giorgio, un Quartetto d’eccezione, per un programma di non semplice ascolto, sarà ospite dell’associazione Scarlatti, a cominciare dal violinista Gabriele Pieranunzi, che sarà in quartetto con il pianista Costantino Catena, il violista Francesco Solombrino e il violoncellista Danilo Squitieri. Si inizierà con  il Movimento di Quartetto con pianoforte in la minore (“Quartettsatz”) costituisce una eccezione nella produzione di Gustav Mahler, che non comprenderà, mai, altri simili lavori cameristici. Si tratta di un lavoro giovanile concepito durante gli studi di composizione e tuttavia già maturo nell’impianto che segue lo schema della forma-sonata con una resa pianistica debitrice dei supremi modelli di Schubert, Beethoven, Schumann, Brahms. Non a caso è proprio quest’ultimo grande compositore, amatissimo da Mahler, a informare di sé gran parte dell’ordito strumentale con un improvviso cambio di tempo che sarà un tratto distintivo della sua maniera “adulta”.  La raffinata elaborazione tematica dello sviluppo rivela una notevole disinvoltura e inventiva e uno stile già originale. Nella ripresa, riproponendo il cambiamento di tempo, Mahler introduce un’ inaspettata escursione armonica nella tonalità di fa diesis minore, per poi giungere ad una melanconica conclusione, preceduta da una sorta di breve cadenza per violino, che introduce un clima espressivo introverso, da décadence mitteleuropea che, crediamo, anticipi il clima espressivo della primigenia produzione cameristica di Arnold di Schönberg, il capostipite della Neue Musik del ‘900, infatti, il suo rivoluzionario Trattato di armonia venne dedicato proprio a Gustav Mahler.La seconda parte della serata verrà dedicata interamente al Quartetto in la maggiore op.26, di Johannes Brahms, datato 1861. L’opera evidenzia l’impeto giovanile, i moti gioiosi della personalità del compositore e la spontanea impulsività di quegli anni. Non soltanto la luminosa tonalità, ma anche tutto lo svolgimento dell’Allegro non troppo iniziale emanano un senso di raggiante felicità, i due temi principali, di cui il primo un po’ indugiante ed il secondo di più ampio respiro melodico, sono esposti prima dal pianoforte, quindi dagli archi; a questi si aggiunge un terzo tema energico e scattante, la cui figurazione ritmica deriva dal secondo. Entrambi emanano un vigore e un entusiasmo propri di spirito giovanile. Un intimismo più riservato sprigiona dal romantico secondo movimento, Poco adagio, in una forma sonata non rigorosa, che nell’inflessione melodica e in alcune particolari figurazioni ritmiche rivela i tratti caratteristici della scrittura brahmsiana. Lo Scherzo (Poco Allegro), sul quale s’innesta la forma-sonata bitematica, è un brano dal carattere sereno e vivace, dal tono schubertiano, ed incornicia un impetuoso Trio, sviluppato in forma di canone. Il Finale, Allegro, il cui tema principale vigoroso e fortemente ritmato, inframmezzato da episodi lirici e meditativi, fa pensare ad un ritorno alle movenze della musica zigana, che caratterizzano il Finale dell’op.25, pur conservando quello spirito di luminosa serenità su cui è improntata la maggior parte di questa partitura.