Capaccio. Multe annullate, 4 indagati - Le Cronache Attualità

di Erika Noschese

L’inchiesta ribattezzata Sistema Cilento era partita da alcune multe “fantasma” nel Cilento. Oggi le sanzioni, poi annullate, restano al centro di un altro scandalo giudiziario che coinvolge, ancora una volta la città di Capaccio Paestum. A finire nel mirino della Procura della Repubblica quattro persone che oggi risultano indagate e che, di fatto, danno il via ad una nuova inchiesta sulla gestione amministrativa nella Città dei Templi. Nel registro degli indagati sono iscritti il comandante Sofia Strafella, l’ex comandante Natale Carotenuto, l’impiegato dell’ufficio verbali Giovanni Matonte e il vigile urbano Andrea Marciano con le ipotesi d’accusa di falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, frode e accesso abusivo a sistema informatico in concorso. Ad oggi, la posizione più seria è quella di Strafella e Carotenuto sui quali pende l’aggravante dell’abuso di potere e della violazione dei doveri inerenti alla loro funzione pubblica. Secondo gli inquirenti, i quattro avrebbero redatto falsi documenti per annullare o archiviare in autotutela le sanzioni al Codice della Strada, su richiesta degli stessi automobilisti destinatari delle multe. Questo sistema avrebbe permesso ai trasgressori di evitare il pagamento, causando un mancato incasso per il Comune pari a circa 16.000 euro. Sotto la lente della Guardia di Finanza del Gruppo di Eboli, che ha condotto le indagini su delega della Procura salernitana, sono finite ben 137 multe emesse tra il 2019 e il 2022. I pubblici ministeri Alessandro Di Vico e Morris Saba avevano richiesto gli arresti domiciliari per Carotenuto e Strafella, oltre alla sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici per Matonte e Marciano. Tuttavia, il giudice per le indagini preliminari Valeria Campanile del Tribunale di Salerno ha rigettato l’istanza, sottolineando che—nonostante la gravità delle accuse—le condotte criminose si sono interrotte dopo le acquisizioni probatorie della Guardia di Finanza, avvenute tra il settembre 2022 e il luglio 2023. Il magistrato ha inoltre evidenziato che Carotenuto è ormai in pensione e che Marciano è stato trasferito altrove. Nonostante ciò, i pm salernitani hanno presentato appello al Tribunale del Riesame contro la decisione del gip, sostenendo che Carotenuto, pur essendo in quiescenza, potrebbe ancora esercitare una forte influenza sui vigili in servizio, avendo diretto il Comando di Polizia Municipale per anni. Inoltre, la sua ex vice, Strafella, è ancora al comando dei caschi bianchi. Essendo l’indagine in fase preliminare, resta valida la presunzione di innocenza per tutti gli indagati fino a un’eventuale sentenza definitiva. Questa inchiesta sulle multe annullate a Capaccio Paestum assume un’importanza particolare, poiché rappresenta il punto di partenza di altre due indagini sui presunti appalti pilotati al Comune e a Palazzo Sant’Agostino. Secondo le ordinanze della Procura, gli investigatori hanno scoperto materiale probatorio significativo sul presunto sistema di corruzione relativo agli appalti, proprio mentre esaminavano la mole di multe annullate senza apparente giustificazione. La vicenda che ha portato all’arresto, nell’ottobre 2024, dell’ex sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri, ha avuto origine da una serie di esposti relativi all’annullamento di multe stradali nella città di Agropoli, durante gli ultimi anni del suo mandato da sindaco. Le segnalazioni hanno dato il via ad accertamenti che, secondo la Procura della Repubblica di Salerno, hanno rivelato elementi ben più gravi: un presunto sistema illecito volto a manipolare appalti pubblici. I pubblici ministeri Alessandro Di Vico e Stefania Faiella hanno contestato a Alfieri e agli altri indagati l’adozione di pratiche illegali per alterare gare d’appalto, tra cui quella relativa alla pubblica illuminazione di Capaccio Paestum. Le intercettazioni, inizialmente disposte per indagare sulla scomparsa di verbali di multe, hanno fornito agli inquirenti prove che, secondo l’accusa, testimoniano un meccanismo consolidato per aggirare le normative sugli appalti pubblici. Uno dei punti chiave dell’inchiesta riguarda proprio le multe stradali annullate nell’ultima fase del mandato di Alfieri ad Agropoli. Nel 2023, il comandante della Polizia Municipale, Antonio Rinaldi, ha reso pubblico un elenco di 1.582 sanzioni, per un valore complessivo superiore ai 630.000 euro, che erano state cancellate senza alcuna motivazione valida. Ulteriori verifiche hanno poi evidenziato che il numero effettivo delle multe annullate o mai notificate ammontava a oltre 6.000, con un mancato incasso per il Comune stimato in più di 2 milioni di euro. Secondo la documentazione raccolta, le cancellazioni sarebbero state disposte dal precedente comandante della Polizia Municipale, attraverso procedure che l’amministrazione successiva ha definito irregolari e anomale. Per cercare di porre rimedio al danno economico arrecato, la società incaricata della gestione dei tributi, Gamma Tributi, ha ricevuto l’autorizzazione a riattivare le procedure per il recupero forzato delle somme non versate. L’inchiesta sullo stralcio delle multe ha dunque giocato un ruolo determinante, contribuendo a portare alla luce presunte irregolarità ben più ampie che coinvolgerebbero l’assegnazione degli appalti pubblici in diversi enti locali.