“Sono l’unico candidato che parla alla società campana per le cose che ha fatto e non per quello che promette”. Così Vincenzo De Luca sul palco del cinema “Filangieri” di Napoli, presentando il programma dei suoi primi 100 giorni di attività in caso di elezione alla Presidenza della Regione Campania. Il sindaco decaduto diSalerno ha raccolto diverse centinaia di sostenitori nella sala partenopea, tra cui anche esponenti politici del Pd come Berardo Impegno. In platea anche il presidente del consiglio comunale di Napoli, Raimondo Pasquino, e gli ex assessori della giunta De Magistris Giuseppina Tommasielli e Bernardino Tuccillo. De Luca ha sottolineato la “sburocratizzazione che vuole applicare alla Regione Campania” ma ha anche ribadito, riferendosi alla vicenda personale che lo ha portato alla condanna per abuso d’ufficio, il suo no “alla paura della firma che uccide l’Italia. Quale funzionario firma sapendo che rischia l’abuso d’ufficio? Bisogna chiarire la differenza tra giustizia amministrativa e penale altrimenti non si si sblocca l’Italia”, ha detto facendo riferimento al decreto approvato dal Governo. A Renzi, De Luca si è riferito anche quando ha concluso il suo pensiero sulla vicenda delle Primarie in Campania. “Dobbiamo portare migliaia di persone al voto delle primarie – ha detto – facendo rispettare le regole visto che nel passato c’è stata a proposito qualche effervescenza. Io sono sereno, vado avanti nella battaglia sentendo la spinta della gente in carne ed ossa. Vado avanti con convinzione, semplicità e ironia, senza angosce sapendo che nessun impegno pubblico o politico esaurisce il senso dell’esistenza umana. Se Dio vorrà davvero questa sarà la volta buona”. Il sindaco decaduto non ha risparmiato attacchi, pur senza nominarlo, al suo avversario nelle primarie Andrea Cozzolino. “Non ho preso parte ai disastri su rifiuti e debito sanitario – ha detto – Posso fare campagna elettorale senza che qualcuno possa dire ‘tu sei quello che ha creato il debito'”. Ma ha anche attaccato la giunta regionale in Carica di Stefano Caldoro e, in particolare, l’assessore ai trasporti, Sergio Vetrella. “Dopo il terremoto dell’80 la disgrazia più grande è stato Vetrella. Preparatevi con le carovane a dorso di mulo per venire a Napoli”, ha detto a proposito dei problemi del trasporto pubblico in Campania. “Il centro del mio programma – ha aggiunto in sala dove c’era anche una rappresentanza dei lavoratori della Ericsson – è il lavoro. Partiamo per fare della Campania il più grande distretto turistico in Italia e in Europa ma per farlo ci vogliono anche le bonifiche. Lavoreremo anche sulla logistica e su porti e interporti”. Nel suo programma anche la “trasformazione urbana – ha detto – e l’assetto idrogeologico”, come pure la sanità: “spendiamo – ha sottolineato – trecento milioni l’anno di mobilità passiva degli ammalati, finanziando Lombardia, Emilia e Liguria mentre abbiamo professionalità per attrarre malati. Necessario anche mettere mano ai pronto soccorso che – ha concluso – sono campi di battaglia”.
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