Andrea Orza
Il Professore Giuseppe Martelli rappresenta il Sud Italia che dialoga con il mondo. Docente e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi della Basilicata. Martelli è autore di oltre 80 pubblicazioni scientifiche e collabora con istituzioni di ricerca sia nazionali che internazionali. Negli anni ha rivolto un’attenzione particolare alla nutrigenomica, che indaga l’interazione tra alimentazione ed espressione genica, ha posto particolare attenzione alle patologie ereditarie e più in generale alla genetica molecolare. Tra i suoi studi più accreditati, la ricerca sul peptide Nesfatin-1, coinvolto nel trattamento contro l’obesità.
Professore, quando ha capito che si sarebbe dedicato al mondo della genetica e alla ricerca applicata alla salute ?
Alla genetica durante il corso di studio universitario consideri che la mia tesi di laurea è stata una tesi di laurea in genetica. Relativamente all’applicazione al mondo del benessere nel prosieguo del mio percorso di ricercatore anche grazie all’incontro e alla collaborazione con ricercatori del settore medico con cui abbiamo sviluppato linee di ricerca in cui abbiamo combinato le nostre specifiche competenze.
Negli anni, si è interessato alla nutrigenomica. Che cos’è in poche parole e perchè può aiutarci a restare in salute? Come si coniugano la genetica e la nutrizione?
La nutrigenomica fondamentalmente combina le interazioni tra alimentazione e potenziale genomico di un determinato individuo. Nello specifico si interessa di valutare come la struttura genomica di un individuo e di conseguenza l’espressione dei geni che caratterizzano la sua biofisiologia interagiscono con le diverse classi di composti che assumiamo con l’alimentazione e viceversa cioè come l’alimentazione può interferire/condizionare l’espressione dei geni. Potrebbe essere considerata come una disciplina alla base della medicina/fisiologia personalizzata.
Uno dei suoi studi più noti riguarda il GLP-2, un peptide che sembra regolare l’appetito. Potrebbe diventare un’alleato contro l’obesità?
Certamente, io ed il mio gruppo di ricerca abbiamo sviluppato un prodotto biotecnologicamente avanzato, coperto da brevetto, che consente di biosintetizzare questo ormone caratterizzante e coinvolto nei processi digestivi in alghe unicellulari edibili. Questo peptide condiziona il senso di fame e costituisce un valido alleato per combattere l’obesità.
Le sue ricerche hanno un forte legame con il territorio. Com’è dedicarsi alla scienza in una realtà come la Basilicata?
Anche se non lucano di nascita sono fortemente legato a questo territorio che in relazione alla sua struttura, orografia e diversità presenta tante risorse naturali ed alcune problematiche che permettono di sviluppare modelli utili alla ricerca in generale ed in particolare alla ricerca biotecnologica avanzata come solo a titolo di esempio quella indirizzata allo sviluppo di novel food.
A quali progetti lavora con il suo team attualmente ?
diversi progetti molti dei quali vedono protagoniste le alghe unicellulari con lo scopo di studiare e implementare le conoscenze e la loro applicazione in ambiti come: Nutrigenetica, Produzione e biosintesi di metaboliti di interesse nutraceutico, cosmeceutico, farmaceutico. Il trattamento di matrici di scarto. Il risanamento ambientale
Al difuori delle alghe:
Studio delle basi genomiche che sotto intendono ad alcune patologie come la sepsi
Partecipando a numerosi convegni internazionali, ritiene che sia cruciale e possibile la collaborazione tra istituti di diversi Paesi? Quali sono le sfide comuni?
Si basta trovare campi di confronto comuni
Quali saranno le nuove frontiere della ricerca in grado di rivoluzionare la medicina nei prossimi decenni?
La sempre crescente personalizzazione delle cure in relazione a come siamo strutturati (genomica) e a come funzioniamo (trascrittomica/proteomica). Nella sostanza un sempre maggiore coinvolgimento delle discipline OMICHE
Quale consiglio darebbe ai giovani che si avvicinano al ricerca scientifica?
Ci dia una chiave senza dirci quale porta apre.
- Preparazione
- Umiltà
- Perseveranza
- Dedizione
Nell’era delle fake news e del sospetto, i ricercatori come gestiscono la trasmissione dei propri resoconti al pubblico ?
- Non credo che il problema siano i ricercatori ma bensì che legge e si informa, Purtroppo il livello culturale di base spesso e di scarso livello e questo fa si che le fake news, spesso utilizzate in modo finalizzato per ricavare denaro, attecchiscono. I ricercatori seri basano la diffusione dei risultati attraverso l’uso di canali specializzati e/o riviste di settore.
Lei ha studiato lo stress abiotico delle piante. Oggi sembra un tema centrale. La biotecnologia come può aiutare l’agricoltura ad adeguarsi alla crisi climatica ?
Le biotecnologie verdi sono di sicuro un valido strumento per rispondere alle modificazioni del clima. Realizzare strutture genomiche dotate di un innalzato potenziale bio – fisioligico idoneo a meglio adattarsi alle modificazioni dei principali parametri ambientali di sicuro consente di meglio gestire il processo produttivo e conseguentemente i redditi che ne derivano. In particolare, penso che oggi lo sviluppo di strumenti biotecnologici che consentono di meglio gestire la risorsa ACQUA sono un elemento di sicuro interesse e di sicuro supporto per mitigare gli effetti di questo cambiamento.





