di Erika Noschese
L’evento “In Nome della Legalità”, tenutosi a Salerno, ha rappresentato un’occasione cruciale per analizzare il complesso fenomeno del gioco d’azzardo, spaziando dalla presentazione di dati all’ascolto delle voci del territorio. Attraverso le testimonianze di figure istituzionali, sanitarie, esperti del settore e operatori del gioco, è emerso un quadro sfaccettato delle sfide che questa realtà, nelle sue forme legali e illegali, pone alla comunità. Il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, ha espresso con fermezza la sua preoccupazione: “Sapete che il gioco d’azzardo è una piaga”. Sottolineando l’impegno dell’amministrazione locale, ha aggiunto: “Per quanto riguarda la regione Campania, l’ente regionale ha disposto una legge che prevede la dislocazione dei vari punti secondo delle logiche di lontananza da luoghi di culto, scuole e quant’altro. Io ho fatto un’ordinanza l’anno scorso, se non ricordo male, che impone la chiusura di queste sale in costanza di ingresso e uscita dalle scuole”. Napoli ha poi evidenziato la necessità di un approccio più ampio: “Naturalmente c’è bisogno di un’azione di convincimento per chi è afflitto da questa ludopatia, per evitare che una spensieratezza poi divenga invece motivo di rovina addirittura delle famiglie”. Sul fronte sanitario, Antonietta Grandinetti, direttore del dipartimento dipendenze dell’Asl Salerno, ha fornito un quadro clinico del problema: “I dati dell’ASL ci riferiscono quella che è un po’ la linea nazionale rispetto al fenomeno, che è il disturbo da uso di gioco d’azzardo, nel senso che è proprio una diagnosi a tutti gli effetti”. Grandinetti ha poi sottolineato l’impatto delle iniziative di prevenzione: “Le campagne di prevenzione messe in campo dalla Asl Salerno, come per esempio progetto Codere e una serie di azioni volute per sensibilizzare le persone e invitarli a chiedere aiuto, hanno aumentato giustamente la richiesta d’aiuto. Questo dopo che, col decreto Balduzzi, il gioco d’azzardo è rientrato ne Lea, i livelli essenziali di assistenza. Quindi noi abbiamo dei giorni dedicati ai pazienti con disturbo da gioco d’azzardo, durante i quali possono venire in maniera gratuita di libero accesso e con il rispetto della privacy”. Un elemento di crescente preoccupazione è l’accessibilità del gioco online: “L’aumento poi delle piattaforme digitali, per cui, per esempio, si può giocare sul telefonino a tutte le ore, ha aumentato l’uso. Mentre prima ci immaginavamo che il gioco si verificasse in luoghi un po’ clandestini, pensiamo a tutta la cinematografia, le bische, le sale scommesse un po’ malfamate, oggi il gioco è accessibile. Quindi quando noi ci troviamo a lavorare con dei pazienti, con delle dipendenze comportamentali o legali, è molto più difficile arrivare a un punto in cui si richiede l’aiuto”. Aniello Baselice, presidente dell’Osservatorio regionale della Campania sul DGA, ha offerto una prospettiva regionale allarmante: “È un dato ovviamente preoccupante, ma che è l’espressione di una normalizzazione di un comportamento che ovviamente fa presa soprattutto in determinate fasce di popolazione. Consideriamo sicuramente le donne, gli anziani, consideriamo i giovani, per l’online in modo particolare”. Baselice ha inoltre evidenziato la vulnerabilità di alcune categorie: “Consideriamo anche, purtroppo, che c’è quella fascia, lo diciamo da operatori del settore delle dipendenze, di persone che hanno altre forme di dipendenze che vengono, purtroppo, in qualche modo imprigionate anche dalla dipendenza dal gioco d’azzardo. Quindi questo è un dato preoccupante, considerando che anche l’ASL di Salerno ha il maggior numero di soggetti presi in carico. Questo da una parte dimostra la capacità dei servizi di dare una risposta e anche dei programmi di trattamento e quindi una presenza sul territorio”. Tuttavia, ha lanciato un allarme sul sottovalutato rischio del gioco online: “Dall’altra il fatto che ci siano anche Comuni con una popolazione intorno ai 10.000 abitanti che, come Castel San Giorgio, per esempio, sono stati individuati come delle capitali del gioco on-line. Questo ci fa anche capire come c’è ancora una sottovalutazione del rischio del gioco on-line, la scarsa attenzione a un’educazione digitale corretta, l’innesto del gioco on-line su altre forme di dipendenze comportamentali e anche la necessità da parte delle istituzioni a livello nazionale, di una regolamentazione dell’on-line, oggettivamente, con delle regole chiare anche rispetto alla possibilità di bloccare o di regolamentare l’accesso dei minori al gioco”. Infine, ha posto l’accento sulla pericolosità di alcune tipologie di gioco: “Tenendo anche presente che dipende anche dal tipo di gioco: il gioco veloce, il gioco istantaneo, il gioco che non ti dà la possibilità di pensare, è una delle ragioni che fanno aumentare la richiesta da parte dei più giovani di richieste di trattamento. Lo dico nella qualità di responsabile di una struttura riabilitativa, quella di Sant’Arsenio che intercetta molte richieste di giovani, ma soprattutto per il gioco on-line”. Marco Zega, Direttore Affari Istituzionali e Sviluppo Business di Codere Italia, ha offerto la prospettiva di un operatore del gioco legale: “Noi siamo un operatore di gioco legale, il nostro interesse è assolutamente quello di prevenire i fenomeni di gioco patologico. A noi non interessa che si diffondano i problemi collaterali legati al gioco, noi vendiamo intrattenimento. Siamo un operatore di gioco terrestre presenziale e non operiamo sul canale on-line”. Zega ha poi evidenziato un cambiamento significativo nel mercato: “Noi quello che vediamo è che negli ultimi 5 anni la spesa dei giocatori è cresciuta soprattutto, anzi esclusivamente sul canale on-line. Il canale terrestre negli ultimi 5 anni ha perso 1 miliardo e 200 milioni di spesa dei giocatori. Questo è legato a tutte le restrizioni che sono state poste dagli enti locali in termini di distanze ed orari, che hanno spostato la spesa dei giocatori per l’appunto nella migliore delle ipotesi sul canale on-line, perché poi quella che è sfuggita anche all’on-line è finita su offerta borderline se non addirittura illegale”. Infine, ha sottolineato il ruolo del gioco legale come potenziale strumento di assistenza: “Il gioco legale rappresenta una proposta importante per assistere in qualche maniera i giocatori in un prodotto che è legato all’intrattenimento. Viceversa, dove non siamo presenti noi, e questo l’abbiamo sperimentato soprattutto durante la fase della pandemia con le nostre sale che erano chiuse, è cresciuto sì l’online che ha triplicato i numeri, ma è cresciuto tantissimo e questo lo abbiamo sperimentato in diversi eventi che abbiamo fatto dei nomi delle legalità in giro per l’Italia, testimoniato dalla Guardia di Finanza alla raccolta delle e organizzazioni non propriamente legali”. L’evento “In Nome della Legalità” ha dunque acceso i riflettori su una problematica complessa e in continua evoluzione, evidenziando la necessità di un approccio sinergico tra istituzioni, operatori sanitari e del settore per contrastare efficacemente il fenomeno del gioco d’azzardo in tutte le sue forme.





